Se quando sentite parlare di uncinetto o di lavoro a maglia vi viene in mente solo una nonnina che sferruzza china sul suo lavoro, dovete proprio ricredervi. Un gruppo di studenti ha infatti portato queste antiche tecniche di lavorazione della lana all’Università di Milano-Bicocca, inaugurando un laboratorio di uncinetto e di maglia aperto a tutti, anche ai meno esperti (in questa pagina, qualche scatto del laboratorio e delle "mattonelle" realizzate per creare una coperta).
«L'idea di creare il laboratorio è nata dall'esigenza di avere uno spazio nel quale trovarsi in compagnia a portare avanti i nostri lavori individuali o, perché no, collettivi», ci dice Giulia, una delle studentesse che si occupa del progetto. «Da lì abbiamo pensato che potesse essere interessante trasmettere questa passione che ci accomuna, creando questo laboratorio che si basa sulla collettivizzazione delle conoscenze in un ambiente sicuro e conviviale».
Una passione che fa bene anche al cervello, stando ai tanti studi scientifici che ne hanno dimostrato la validità come antistress e che hanno indicato la knitting therapy come una sorta di trattamento per distrarre il malato dal dolore. Lavorare a maglia o a uncinetto è anche un’occasione per socializzare che raccoglie molti appassionati.
Tra i più famosi, il tuffatore britannico Tom Daley che sul suo profilo Instagram ha ammesso di avere fatto pace con il fatto di essere ricordato più per aver sferruzzato sugli spalti delle Olimpiadi di Tokyo 2021 che per aver conquistato la medaglia d’oro. E proprio su Instagram lo sportivo ha un seguitissimo profilo dove condivide i suoi lavori a maglia e a uncinetto.
Nel laboratorio in Bicocca, però, nessuna competizione tra la trentina di persone che lo ha frequentano: tra una catenella e un punto alto il motto è “No merito, solo condivisione e good vibes”.
«Quello che volevamo creare fin dall'inizio era appunto uno spazio nel quale collaborare e aiutarsi a vicenda, ma soprattutto un luogo senza performatività, il che si oppone molto all'idea di università e, in generale, di luoghi della formazione che da sempre si è abituati attraversare», ci ha spiegato Giulia. «Crediamo sia importante che l'ambiente universitario non sia vissuto esclusivamente come un luogo nel quale formarsi passivamente, bensì come spazio di socialità accessibile a chiunque nel quale, parallelamente allo studio, possano vivere le proprie passioni».
Il laboratorio si svolge di martedì, dalle 17 alle 20, e accoglie anche persone alle prime armi. Per tenersi aggiornati c’è un profilo Instagram e un gruppo Telegram.