Tutti a casa per il Coronavirus. Il decalogo per convincere e rassicurare i ragazzi - Bnews Tutti a casa per il Coronavirus. Il decalogo per convincere e rassicurare i ragazzi

Per le persone anziane e per i ragazzi la prescrizione di rimanere a casa può costituire una richiesta difficile da rispettare. Può essere utile qualche indicazione. Dopo avere visto i consigli indirizzati alle persone anziane e alle persone loro più vicine, in questo articolo prenderemo invece in considerazione i consigli per i ragazzi e per i loro genitori.

Per i ragazzi:

1. La tentazione dell’uso compulsivo degli schermi e di internet è forte, ma occorre assolutamente trovare una alternativa. Già la didattica a distanza costringe i ragazzi a stare davanti agli schermi più di quanto facciano normalmente, non deleghiamo a una tastiera il ruolo educativo in questi momenti difficili.

2. Tenendo fermo quanto detto sopra, aiutiamo i ragazzi a usare il vecchio e buon telefono, o al limite le videochiamate per stare realmente vicini ai loro amici: per capire come si sentono, cosa fanno, quali paure hanno. Rispettiamo la privacy di queste conversazioni ma aiutiamo i ragazzi a capire che in questi casi devono essere chiacchierate piene di senso e non banali.

3. Christa Wolf scrisse “Il cielo diviso” raccontando la storia di una coppia che viene separata dalla costruzione del muro di Berlino. Prendiamo sul serio il dolore del preadolescente o dell’adolescente che non può per il momento vedere e baciare il ragazzino o la ragazzina e aiutiamolo a capire che questa prova darà ancora più forza al loro amore quando tutto tornerà alla normalità.

4. Lasciamo qualche ora i ragazzi anche da soli, rispettiamo il loro pudore, permettiamo loro di avere uno spazio nel quale non entriamo almeno per un po’. Facciamo in modo che la casa sia uno spazio vissuto, in momenti condivisi ma anche in attimi in cui ciascuno sta solo con se stesso.

5. Lasciamoli soli anche quando fanno i compiti, vedono le lezioni on line o studiano. Ricordiamo che in condizioni “normali” noi non siamo a scuola, quindi non assediamoli nel momento dello studio e lasciamo che si gestiscano da soli. È una grande occasione per capire il vero valore della scuola e per tornarci con entusiasmo quando riaprirà.

6. Parlare e ascoltare: sembra una prescrizione banale ma non lo è. I ragazzi sono spaventati, anche se magari non lo vogliono far capire: cerchiamo di parlare loro di cose quotidiane ma anche del virus, con parole semplici e non allarmanti. E impariamo ad ascoltarli, soprattutto ad ascoltare i loro silenzi.

7. Mostriamo prima di tutto noi adulti che stare in casa non è solo un dovere ma è anche una opportunità per riposare, riscoprire letture, musica, passioni. Rendiamo la casa un posto piacevole e non una specie di lazzaretto dal quale non si può uscire anche se lo si desidera.

8. Se rimanere a casa annoia, allora per i ragazzi e per gli adulti è l’occasione per annoiarsi insieme. La noia non è solo da combattere o da tollerare, ma serve come pausa, come momento per “non far niente” e stare un po’ in silenzio con se stessi.

9. Ricordiamo che stiamo vivendo un momento storico. Chiediamo ai ragazzi di capire insieme a noi le emozioni e le sensazioni che stiamo vivendo, raccontiamo storie positive (di guarigioni, dei medici e degli infermieri che stanno aiutando tante persone) e soprattutto parliamo anche di altro perché il virus non può monopolizzare tutte le attenzioni.

10. Infine, dimostriamo affetto ai nostri ragazzi, tanto affetto e tanta cura, perché sarà dal modo in cui vivranno questa esperienza che dipenderà il futuro della nostra società una volta sconfitto il virus.