Sembra strano che sia così difficile fare qualcosa che spesso, nella frenesia della vita quotidiana, è invece nei nostri desideri: restare in casa, occuparci di noi, poterci godere i nostri spazi. Il problema è che oggi la prescrizione di rimanere a casa è legata alla paura, mentre dovrebbe essere il contrario, ovvero bisognerebbe capire che è proprio per vincere il virus e liberarci della paura che ci viene chiesto di non uscire.
Per le persone anziane e per i ragazzi questa prescrizione può costituire una richiesta difficile da rispettare. Può essere utile qualche indicazione. In questo articolo vedremo alcuni consigli indirizzati alle persone anziane e alle persone a loro più vicine. Un secondo articolo prenderà invece in considerazione i consigli per i ragazzi e per i loro genitori. (ndr: verrà pubblicato domani mattina)
Per gli anziani:
1. Occorre che almeno attraverso il telefono gli anziani mantengano i contatti con i loro amici, con i figli, con le persone che avrebbero visto di persona. È importante che restare in casa non significhi rompere i ponti con le relazioni sociali che danno senso a questa età della vita. Non sarebbe male che ci si organizzasse anche per telefonare agli anziani che sono soli e che non hanno parenti e che magari fanno parte delle nostre conoscenze; in questo modo facciamo sentire anche a loro la nostra vicinanza.
2. Le persone anziane devono essere rassicurate sul fatto che anche i loro figli e nipoti prestano la massima attenzione nell’osservare le regole di cautela, altrimenti al disagio di rimanere in casa si aggiunge l’ansia per i propri cari.
3. Chi resta in casa ed ha una età avanzata, soprattutto se vive solo, deve essere rassicurato a proposito del fatto che comunque in caso di emergenza ci sarà un immediato intervento e soccorso: ricordiamo i numeri di telefono da digitare per le emergenze e allertiamo sempre i vicini, basta dare uno sguardo alle persiane aperte o chiuse.
4. In questi giorni si è diffusa la notizia secondo la quale il virus “uccide soprattutto gli anziani”. Non so che chi dice queste cose ha una minima idea di come debba sentirsi un anziano quando le legge. Occorre ora più che mai far sentire la nostra vicinanza a queste persone e valorizzare il loro ruolo nella nostra società. Basta una telefonata in più, una chiacchierata autentica, un saluto prima di andare a dormire per far capire che non c’è alcuna differenza di età che renda una vita meno degna di essere vissuta.
5. Discutiamo con l’anziano, al telefono o di persona se possiamo andare a trovarlo, di tutto ciò che passa nei mezzi di informazione a proposito del virus, e cerchiamo di capire come la persona in questione assorbe e vive queste informazioni.
6. Soprattutto per le persone anziane è importante dare speranza, mostrare che la lotta contro il virus è in corso, che la ripresa è possibile, che tutto passerà: occorre che queste persone non abbiano la percezione della resa o della depressione in chi le circonda o le sente quotidianamente.
7. Se le persone anziane hanno degli hobby è il momento per coltivarli. Che sia la lettura, la televisione o qualsiasi altra forma di occupazione per trascorrere il tempo, non si tratta solo di un riempitivo ma di godersi questa forma di astensione forzata dalle uscite. Non c’è età per scoprire un nuovo passatempo o per leggere o rileggere un libro. Interessiamoci a questo e chiediamo loro di raccontarci la loro giornata.
8. Vi sono anziani che sono refrattari al rispetto delle nuove norme perché vogliono comunque uscire. Non serve terrorizzarli, occorre molta pazienza e magari l’alleanza di qualche amico della persona anziana che la convinca, attraverso una telefonata, a rimanere in casa e a cambiare le abitudini.
9. Orgogliosi della propria indipendenza alcuni anziani rifiutano l’aiuto di altre persone per ricevere la spesa a casa o farla online. In questo caso l’esempio delle persone più giovani è fondamentale: se un figlio ordina online sia per sé che per il genitore fornisce un esempio del fatto che la vera indipendenza consiste nel saper chiedere aiuto quando ce n’è bisogno.
10. In situazioni come questa il fatalismo è uno dei nemici peggiori: occorre convincere tutti, non solo gli anziani, che il fato non esiste e che il virus non ha già scelto chi colpire indipendentemente dai comportamenti. Non possiamo andare a 200 all’ora in autostrada e dire «tanto se deve capitare un incidente capiterà lo stesso»: l’autoconservazione è un dovere per chiunque, pensando alle persone che ci vogliono bene.