Elon Musk è un visionario, è vero. Ma è anche un imprenditore. Non è un sognatore alla Jules Verne, tanto per intenderci, che scrive di avventure fantastiche senza sapere se esse saranno mai realizzate. Non è nemmeno un inventore, alla Leonardo Da Vinci o alla Edison: è un uomo che ha delle idee e si adopera per vederle concretizzate.
Come? Mettendo a disposizione soldi e intuito.
Intuito nel saper selezionare i migliori talenti, circondandosi di collaboratori estremamente validi e intuito nel capire quali sfide affrontare (e quali lasciar perdere). Dall’avventura di PayPal sappiamo che il rapporto di Musk con il denaro (reale e virtuale) è quantomeno “sereno” per usare un eufemismo. Recentemente è stato ipotizzato che sia Musk l’anonimo inventore del Bitcoin.
Vero o no, questo la dice lunga su ciò che questo giovane imprenditore stia rappresentando nell’immaginario comune: un ideale di imprenditoria privata orientata al futuro e al bene dell’umanità. Sono numerose le sue aziende che si dichiarano “senza scopo di lucro” o che mirano a una mobilità sostenibile per l’ambiente o ancora alla condivisione della conoscenza in disparati campi.
Eppure guardando le immagini della messa in orbita del suo razzo, non si può non pensare al recente sold-out dell’ultimo giocattolo nato in casa Musk: un lanciafiamme (costo, 500$). Sembrerebbe solo una trovata “all’americana” per raccogliere fondi da destinare allo scavo di tunnel che possono migliorare la viabilità in alcune zone densamente popolate ma questa duplice natura imprenditoriale forse meriterebbe più attenzione: cosa ha rappresentato per la società lo spettacolo della messa in orbita di un’automobile?
È davvero un nuovo passo in avanti per l’umanità o è stato un gigantesco spot con un ritorno di immagine positivo per tutte le aziende di Musk? Ora che iniziamo a prendere coscienza dei rischi connessi alle apparentemente innocue tecnologie per l’informazione e la comunicazione (effetto bolla dei social network, tracciamento degli spostamenti, possibilità di controllo remoto nascosto di apparecchiature, ecc) siamo disposti ad affidare le nostre speranze di un futuro migliore a un imprenditore, un privato cittadino che potrebbe sfruttare tutto per tornaconto personale?
Abbiamo chiesto il parere a un giovane imprenditore italiano appassionato dell'argomento, Sergio Pinto (titolare di Geofelix, web agency di Pavia). Perchè lui? perchè rappresenta in queste ore una "voce fuori dal coro"... e perchè ci ha colpito il suo meme.
Sergio: "Le creazioni di Elon Musk sono aziende in fortissimo Cash Burn (ovvero, bruciano capitale) e necessitano dell’ingresso continuo di nuovi investitori ed Elon Musk è bravissimo nel vendere il futuro delle sue aziende. Tutti oggi fanno credito e investono in Musk perché convinti che manterrà le promesse. Lui fa di tutto per mantenere questo alone magico, perché oggi lo storytelling sulla sua figura porta fieno in cascina. Da qui le dimostrazioni spettacolari, come a dire: "Sappiamo far decollare razzi e vendere lanciafiamme, figuratevi se non riusciremo a vendere le automobili". Fintanto che la fiducia reggerà, Musk sarà un genio.
Se riuscirà a compiere i miracoli, resterà senza ombra di dubbio nella storia come il più grande imprenditore del nostro tempo.
Se cadrà la fiducia nell’uomo, cadrà l’intero storytelling, e con lui le imprese.
Per non lasciare queste considerazioni orfane di dati concreti, mettiamo un po’ in fila qualche numero sul fenomeno Musk e sulle aziende a lui collegate. E sfatiamo alcuni miti.
MITO: Elon Musk fa tutto con soldi privati, è un esempio per il libero mercato.
REALTÀ: Tutte le aziende di Musk hanno preso Billion dallo stato americano. Ad esempio fino al 2015 le sue aziende avevano incassato circa 5 miliardi di dollari di soldi pubblici, in parte come investimento, molti a fondo perduto. Lo storytelling libertario alimentato intorno al personaggio insomma è una notizia creata ad arte.
Per fare un confronto, dal 1977 al 2012 la Fiat ha ricevuto dallo Stato Italiano 7,6 Miliardi di euro ma di tasca propria ne ha anche investiti 6,2 di Miliardi. Un arco temporale di 40 anni in cui decine di migliaia di famiglie hanno trovato impiego.
Stiamo confrontando 33.000 dipendenti Tesla contro gli attuali 191.000 a cui si sommano quelli che hanno lavorato per i precedenti 40 anni.
MITO: Tesla vende davvero le auto, non è solo un sogno.
REALTÀ: Per il secondo quarter Tesla ha mancato gli obiettivi di produzione: circa 1500 vetture consegnate contro un obiettivo iniziale di 60000. Un bel divario
MITO: Tesla ha battuto le attese degli analisti
REALTÀ: Tesla ha perso 3,02$ ad azione anziché i 3,12$ previsti di perdita. Quindi ha effettivamente fatto meglio del previsto ma nel 2017 ha "bruciato" 675 Milioni di dollari. Musk ha inoltre dichiarato che la miglior performance è dovuta al deferimento di alcune spese sullo sviluppo della Model 3. Per cui, stando a quanto riportato da CNBC, nel 2018 la perdita attesa sarà ancora maggiore.
Un’ultima nota:
Elon Musk sostiene che con altissime probabilità viviamo in una simulazione, e il mondo non è reale. Lo ripete sui social network e nelle conferenze e molta gente gli sta dando credito. Se un uomo qualunque dice che la terra è piatta, passa per un analfabeta funzionale ma se un miliardario dice che la vita è una simulazione al computer, allora è un visionario."
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