L’offerta olandese non corrisponde alla realtà dei fatti. Dunque, la decisione sul trasferimento di Ema in Olanda potrebbe essere rivista. Due i ricorsi presentati dall¹Italia ai giudici del Lussemburgo per l'impugnazione della decisione che assegna l'Agenzia europea del farmaco ad Amsterdam anziché a Milano: uno è del Governo alla Corte di giustizia dell'Ue con la richiesta di annullare la decisione del Consiglio Ue perché i fatti dichiarati dall’Olanda non corrispondono a realtà ; l'altro del Comune di Milano (con il sostegno della Regione Lombardia) davanti al Tribunale dell'Ue, anche in questo caso per l¹annullamento della decisione del Consiglio, ma contestando la procedura, ritenuta non trasparente e inadeguata. Ma quante possibilità ci sono che possa essere rimessa realmente in discussione la decisione di trasferire ad Amsterdam la sede dell’Ema? Lo abbiamo chiesto a Costanza Honorati, professore ordinario di diritto dell’Unione europea di Milano-Bicocca. «È giusto provarci, ma non è così semplice. Si tratta di una partita complessa, che si è giocata soprattutto a livello politico: la decisione assunta dal Consiglio europeo, la riunione dei Capi di Stato e di Governo, è una decisione politica, che sfugge ad una precisa valutazione giuridica».
Eppure l’Olanda non sarebbe pronta ad ospitare Ema
Sì, è vero. Ma non siamo dinnanzi a una questione di legittimità giuridica, gli Stati hanno scelto una procedura: giusta o sbagliata che sia, è stata seguita e loro si sono impegnati a rispettarne l’esito. Il nocciolo della questione è piuttosto se la Commissione non avrebbe dovuto adeguatamente verificare che quanto dichiarato dagli Stati corrispondesse al vero. Insomma, avrebbe forse dovuto esserci una sorta di istruttoria che invece non è stata fatta.
Significa che gli Stati dovrebbero ritornare sui loro passi?
Non sarebbe da escludersi. La situazione è cambiata. Nelle ultime settimane le autorità olandesi hanno discusso con l’Ema sulla selezione del palazzo temporaneo, ma le proposte iniziali sono state bocciate. Gli olandesi hanno quindi dovuto cercare un'altra soluzione che, però, non è ottimale perché offrirebbe solo la metà dello spazio rispetto agli uffici londinesi. Alla luce di tutto ciò, forse sarebbe opportuno rimettere in discussione l¹intera decisone e permettere agli Stati membri di fare una nuova valutazione.
Che ruolo potrebbe avere il Parlamento europeo?
Il Parlamento europeo dovrà adottare con la procedura ordinaria che implica una codecisione con il Consiglio lo statuto dell¹Ema. Quella sarà indubbiamente una sede adatta per fare pressione sulla Commissione e sul Consiglio al fine di trovare una soluzione migliore di quella attuale. Sul piano formale però la decisione del PE non prevale su quella del Consiglio europeo. Si aprirebbe così un conflitto interistituzionale che, a mia conoscenza, non si era mai verificato. Il valore in gioco però è la salute di 500 milioni di persone. Resta che la strada politica potrebbe essere più praticabile di quella giurisdizionale che porta alla Corte; raggiungere una soluzione sul piano giuridico mi sembra onestamente molto difficile. Anche per una questione di tempi. Comune e Regione, ad esempio, hanno chiesto al Tribunale della UE una sospensiva. Se anche venisse accolta, passerebbero poi mesi per il merito. Ma a quel punto Amsterdam avrebbe tutto il tempo di riorganizzarsi e un trasferimento a Milano perderebbe di senso. Insomma, si entrerebbe in un loop giuridico. Meglio che gli Stati si siedano di nuovo intorno a un tavolo e cerchino una soluzione. Migliore dell’attuale.
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