L’8 marzo è sempre un’occasione per riflettere sulla condizione della donna nella società e nelle nostre vite. Durante questi anni in Bicocca non si sono succedute soltanto valenti ricercatrici, docenti e studentesse ma anche importanti ospiti che, portando le loro testimonianze durante eventi scientifici e culturali, ci hanno permesso di avere una visione più ampia delle potenzialità femminili.
Al momento di affrontare questo argomento, il primo nome che viene in mente è senz’altro quello di Rita Levi-Montalcini. Durante la cerimonia per il conferimento della laurea honoris causa (2008) ha testimoniato l’importanza di un atteggiamento ottimista, come riportato in questo servizio del tg1: «L’unico mio merito non è stata l’intelligenza ma un enorme impegno, una enorme fiducia, un enorme ottimismo. Ho fiducia nei giovani e dobbiamo dire quanto siano fortunati ad essere nati in questo grande Paese che è l’Italia, così ricco di capitale umano eccellente, senza distinzione di sesso».
Un’altra grande scienziata che ha visitato il nostro ateneo è stata Margherita Hack. La famosa astrofisica ha partecipato a due incontri in Bicocca nel corso degli anni. Uno sul tema dell’epistemologia (2010) e uno sul ruolo delle donne nelle istituzioni (2010). In questa occasione ha ripercorso la sua esperienza: «Io ho avuto la fortuna che la mia famiglia era estremamente avanti rispetto ai costumi dell’epoca e mi ha dato un’educazione estremamente liberale per cui non ho avuto molti dei condizionamenti che avevano le mie coetanee e le mie colleghe più giovani. In questo è stato molto formativo anche lo sport agonistico, che insegna a competere onestamente e a rendersi conto delle proprio possibilità».
Rimanendo in ambito “spaziale” dobbiamo citare anche la presenza di Amalia Ercoli Finzi, signora delle comete. La prima volta per celebrare i 50 anni dell’allunaggio (2019) e poi, più recentemente, per sostenere le scelte formative e professionali delle donne (2024). In un'intervista ha lasciato i suoi “comandamenti” per le ragazze interessate alla carriera in ambito STEM: «Dobbiamo avere un’idea chiara di quello che vogliamo, un'adeguata preparazione da cui possiamo trarre fiducia e poi quando capita l’occasione bisogna saperla cogliere. Ci vuole coraggio, gli errori sono da mettere in conto ma avere un talento vuol dire avere una responsabilità: avere qualcosa da fare per migliorare l’intera umanità. Una responsabilità grande a cui le ragazze non si sottraggono certamente».
Astronauta dell'ESA e capitano pilota dell'Aeronautica Militare, Samantha Cristoforetti è stata protagonista di “Space jump” (2018), un incontro in cui ha potuto mostrare e trasmettere tutto il suo entusiasmo e la passione per la scienza. Intervistata per l’occasione ha espresso il suo parere sulla meritocrazia nel suo settore: «Ogni persona può contribuire in base alle proprie aspirazioni e capacità. Nella “comunità spaziale”, per chi ha competenza, dedizione e umiltà c’è senz’altro posto».
I diritti e la difesa delle donne sono temi da sempre molto sentiti all’interno della nostra comunità accademica, tanto da portare alla costituzione di ADV, centro di ricerca nato come affiliazione italiana al programma EDV (Eliminate Domestic Violence) promosso dalla baronessa Patricia Scotland che ha visitato il nostro ateneo nel 2013 in occasione della firma della partnership. Il ruolo di Milano-Bicocca nel contrasto alle violenze di genere è stato da subito chiaro: «La violenza domestica si può ridurre solo aumentando la conoscenza del fenomeno, facendo campagne di sensibilizzazione molto forti e formando partenariati con aziende, enti e istituzioni attente come questa università»
Il dialogo tra atenei e altre istituzioni è stato auspicato anche da Marta Cartabia, già docente di Milano-Bicocca, invitata due volte: prima in qualità di presidente emerita della Corte Costituzionale per una lettura attualizzata del messaggio di Carlo Maria Martini (2020) e poi in qualità di Ministro della Giustizia a incontrare gli studenti della scuola di dottorato (2022) per un dialogo sul tema della giustizia e del futuro del Paese: «Gli atenei di tutta Italia hanno saputo organizzarsi in grandi gruppi di ricerca creando una rete interdisciplinare che supera i confini territoriali. È importante che l'università, motore trainante per l'innovazione di tutto il Paese, possa collaborare con tutte le istituzioni»
L’augurio che l’Università possa garantire una spinta positiva per il futuro del Paese è arrivato anche da Ilaria Capua, intervenuta da remoto in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico 20/21: «Vorrei che da questa università, che ha reagito alla pandemia con grande coraggio, possano partire dei piccoli “semi” verso il futuro. Questo è il momento in cui possiamo cambiare le cose. Il futuro che abbiamo di fronte ce lo possiamo reinventare» [VIDEO]
Un futuro che possa garantire reali pari opportunità e che può può iniziare proprio a partire dall’impegno del nostro ateneo, come aveva già augurato Anne-Marie Slaughter durante la precedente cerimonia di inaugurazione dell'Anno Aaccademico 2019-2020: «Immaginate un nuovo rinascimento, un rinascimento del 21° secolo che adotti un nuovo umanesimo, che guardi con equità alle donne quanto agli uomini. Immaginate che questo rinascimento possa iniziare da qui, da Milano-Bicocca» [VIDEO]
Le pari opportunità e il ruolo della donna nella ricerca sono temi molto cari a Gabriella Greison, fisica, scrittrice, giornalista e attrice che ha portato in Bicocca i suoi spettacoli “Einstein & me” (2020) e “La donna della bomba atomica” (2024). Intervistata per il nostro blog ha dato un consiglio alle studentesse di Milano-Bicocca: «Correte dove vedete praterie! Se siete in un luogo che non vi fa fiorire, lasciatelo subito e cercatene un altro! Non fidatevi di chi vi dice: mettetevi in fila ad aspettare, arriverà il vostro turno. O chi vi dice: abbiamo sempre fatto così. Scappate da queste persone, via! Costruite le vostre regole, vivete con quelle e non dovrete temere nulla. E' come si sta al mondo che fa la differenza»
A proposito di luoghi o istituzioni che permettono alle donne di realizzarsi seguendo le proprie inclinazioni, ricordiamo anche la testimonianza di Fabiola Gianotti, la scienziata italiana che al CERN di Ginevra ha guidato il Progetto ATLAS, portando alla scoperta del bosone di Higgs. A margine del convegno “Il bosone di Higgs e la nostra vita” (2013), intervistata per il Sole 24 ore ha infatti dichiarato: «Al CERN conta solo il valore. L'idea di uno studente, se è valida, viene considerata quanto quella del capo»