Aspiranti giuristi fanno pratica nelle cliniche legali - Bnews Aspiranti giuristi fanno pratica nelle cliniche legali

Aspiranti giuristi fanno pratica nelle cliniche legali

Aspiranti giuristi fanno pratica nelle cliniche legali
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Fare pratica mentre si studia. È la filosofia alla base dell’inserimento, nel percorso formativo degli studenti di Giurisprudenza, delle cliniche legali, attività definite appunto di “learning by doing”. Milano-Bicocca le ha introdotte nell’anno accademico 2013/2014, dapprima come seminari, poi tra le attività a scelta che danno diritto a 3 crediti formativi universitari. Più che i CFU, tuttavia, la molla che spinge gli studenti a partecipare sembra essere proprio la possibilità di cominciare ad affrontare casi reali per capire come vanno applicate in concreto le norme del Diritto. Lo dimostra l’altissimo numero di adesioni.

Quest’anno le cliniche legali si sono arricchite della sinergia con la Corte d’Appello e il Tribunale di Milano e i Tribunali di Busto Arsizio e Monza, attivata nell’ambito del Next Generation Upp, il progetto del Ministero della Giustizia che istituisce “nuovi schemi collaborativi tra Università e Uffici giudiziari per il miglioramento dell’efficienza e delle prestazioni della giustizia nell’Italia nord-ovest”. Due gli ambiti di intervento, quello Penale e quello Civile, per i quali le attività sono guidate, rispettivamente, dalla professoressa Claudia Pecorella e dal professor Alberto Villa.

Gli studenti sono chiamati a studiare questioni controverse o di una certa complessità, segnalate dagli uffici giudiziari nell’ambito dell’attività di collaborazione con l’ateneo. L’approfondimento per arrivare alla soluzione preferibile nel caso specifico avviene, a seconda delle esigenze, avvalendosi anche della collaborazione di esperti della materia e sotto la guida del tutor di riferimento.

Prima dell’avvio del progetto Next Generation Upp le segnalazioni di casi da studiare nel settore penale sono arrivate soprattutto dalla Casa di Reclusione di Milano-Bollate sulla base di un’apposita Convenzione siglata con l’Ateneo. «Sulla scorta del lavoro svolto dalla clinica legale – ricorda la professoressa Pecorella – sono stati presentati, tra l’altro, un ricorso alla Corte europea per i diritti umani per un uomo condannato all’ergastolo cui è stata negata la liberazione condizionale non avendo egli mai riconosciuto di essere l’autore dell’omicidio per il quale ha già scontato quasi 35 anni di pena e l’istanza di revisione di una sentenza di condanna pronunciata nei confronti di un cittadino indiano coinvolto in un omicidio nel nostro Paese. Inoltre, è stata presentata domanda di grazia per una donna Rom, che sta scontando numerose condanne riportate in giovanissima età e che è finita in carcere quando ormai, da oltre dieci anni, aveva smesso di delinquere e cambiato totalmente vita».

«Lo scopo delle cliniche legali – spiega il professor Villa – è dare agli studenti una formazione completa, che comprenda anche aspetti spendibili nella professione e - nell’ambito del Progetto Next Generation Upp – nell’Ufficio per il Processo. Rispetto all’area civile, oltre allo studio di casistiche concrete, sono offerte ai partecipanti ulteriori specifiche competenze, con particolare riferimento al processo telematico».