L’universo come opera d’arte. È il concetto alla base di “notte siriaca – Taccuini di astrofisica”, un racconto scritto da Monica Colpi, professoressa di Astrofisica dell’Università di Milano-Bicocca, edito da Scienza Express. “notte siriaca” verrà presentato, in dialogo con Paola Catapano, giornalista scientifica presso il Cern di Ginevra, mercoledì 4 maggio alle ore 21, all’Auditorium Centro Culturale di Milano (largo Corsia dei Servi 4) e in diretta streaming. Un evento inserito nel programma della Settimana dell’Astronomia 2022, promossa dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente, in collaborazione con l’Associazione Euresis. Il libro è «un viaggio alla scoperta dell’Universo con le sue luci, i suoi suoni e le sue evanescenze, e un viaggio fra logos greco e poesia», come ci spiega l’autrice.
Monica Colpi, come nasce “notte siriaca”?
È un piccolo libro, pubblicato durante la pandemia, che nasce dal desiderio di fissare le emozioni che il cielo stellato offre quando lo si osserva nelle limpide notti greche e africane, sopra l’orizzonte modellato dai contorni geometrici dei templi antichi. Sono emozioni semplici che si mescolano a quella consapevolezza che deriva dal mestiere di essere astronomo. È un testo narrativo e metafisico che racconta la sorprendente eleganza dell’Universo, la capacità di comprenderlo con l’osservazione e di descriverlo attraverso teoremi esatti: una straordinaria avventura della mente umana. Il titolo prende spunto da quel passo di “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar nel quale l’imperatore romano, osservando le stelle in una notte siriaca, riflette su come essa rappresenti la sua “parte consapevole d’immortalità” di fronte alla transitorietà della vita.
Come è strutturato?
Come un viaggio attraverso siti archeologici del Mediterraneo, da me visitati negli anni, in compagnia di quattro interlocutrici molto speciali: Areté, Epistème, Sofia ed Èunoia, le divinità raffigurate sul prospetto della Biblioteca di Celso a Efeso, in Turchia, e che rappresentano la virtù, la sapienza, la saggezza e la benevolenza. L’Universo viene raccontato su più livelli, dalle emozioni ancestrali suscitate da un’eclissi totale di sole nel deserto libico, al fascino poetico delle cosmogonie greche fino al linguaggio con il quale riusciamo a decifrarlo: la geometria, la matematica, la fisica del micro- e del macrocosmo. Un percorso di conoscenza che dal logos dei grandi filosofi greci arriva a Galileo, Newton ed Einstein, e termina con le straordinarie scoperte degli ultimi anni grazie alle osservazioni con i telescopi costruiti ai limiti delle attuali tecnologie, come l’interferometro Virgo e il James Webb Telescope.
Cosa ci permetterà di scoprire il telescopio spaziale James Webb lanciato lo scorso Natale?
Ci mostrerà la nascita e la formazione delle prime stelle, dei primi buchi neri, delle prime galassie immerse nella complessa rete cosmica, rivelandoci l’alba cosmica, l’Universo profondo, oggi ancora sconosciuto. Ci avvicineremo sempre di più al momento del Big Bang, dal quale l’Universo in espansione è scaturito.
I temi scientifici del libro sono al centro della Settimana dell’Astronomia 2022.
Un’iniziativa importante per accrescere la conoscenza di questa materia nelle scuole superiori, da cui poi escono gli studenti che frequentano le università come la nostra. Oltre alle conferenze ci sarà una mostra virtuale sull’“Universo Invisibile: Materia ed Energia Oscura”, quelle componenti che le osservazioni scientifiche ci indicano esistere ma di cui non conosciamo ancora la natura. Una mostra realizzata dall’Associazione Euresis e ospitata in un ambiente virtuale a 360° realizzato dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Qual è il messaggio finale di “notte siriaca” per i lettori?
Dobbiamo amare, conoscere e osservare l’Universo come si fa con un’opera d’arte, un dipinto, una sinfonia, una poesia. Anche in tempi difficili come questo. Nel libro, descrivo la luce del Big Bang e il buio enigmatico fra le stelle mentre mi trovo fra le colonne del tempio di Baal a Palmira, in Siria, distrutto dalla furia dell’Isis. Una testimonianza di come la guerra porti sofferenza, rimozione del passato e perdita della conoscenza acquisita nei secoli. E invece, proprio la conoscenza deve essere un antidoto per superare l’orrore della guerra e portare un messaggio di pace.