Gli spazi verdi urbani sono elementi essenziali nella costruzione di città sostenibili e la creazione, la gestione e la preservazione di questi spazi comportano sfide complesse.
L'ultimo studio condotto da Oscar Luigi Azzimonti, ricercatore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, pone sotto una lente d'ingrandimento i modelli di governance del verde emergenti nel contesto milanese, che rendono possibile la gestione dei servizi ecosistemici in città.
Approfondendo la natura e gli obiettivi degli attori in gioco, le collaborazioni tra diversi enti, le risorse economiche, le pratiche discorsive e le dinamiche di potere scopriamo in che modo le governance lavorano alla pianificazione e gestione delle aree verdi di Milano.
Dottor Azzimonti, quali sono gli attori principali coinvolti nella pianificazione e gestione del verde a Milano e nella sua area metropolitana?
L’importanza degli spazi verdi e naturali all’interno di contesti fortemente urbanizzati è ormai nota. I parchi e le foreste urbane, i giardinetti di quartiere e i filari alberati garantiscono alcuni benefici fondamentali per gli abitanti delle città, che gli ecologi definiscono servizi ecosistemici: la possibilità di entrare in contatto con la natura a scopi ricreativi, il miglioramento della qualità dell’aria, la riduzione delle temperature urbane nei periodi più caldi, la salvaguardia della biodiversità urbana. Perciò a Milano, negli ultimi decenni, il tema della gestione e della pianificazione degli spazi verdi e naturali ha richiamato l’attenzione di una moltitudine di attori. Al di là degli attori istituzionali, come il Comune, la Città Metropolitana e la Regione, nel campo della governance del verde di Milano agiscono associazioni, fondazioni, comitati di cittadini, così come imprese di sviluppo e gestione immobiliare e grandi compagnie di investimento private.
Quali sono i ruoli e le priorità dei diversi attori coinvolti nella governance verde di Milano?
Per quanto riguarda i ruoli, gli attori istituzionali si occupano della gestione della maggioranza degli spazi verdi pubblici e coordinano lo sviluppo di nuovi progetti. Sebbene il loro ruolo rimanga centrale, la ricerca ha messo in evidenza una cronica mancanza di fondi e di risorse pubbliche, che porta ad una gestione del verde in subappalto spesso non adeguata rispetto agli standard qualitativi richiesti. Lo studio ha inoltre sottolineato come negli ultimi decenni gli attori istituzionali abbiano delegato molte competenze e responsabilità ad attori non istituzionali. Milano ha visto nascere e crescere, fin dagli anni ’70, le prime esperienze di forestazione urbana dal basso in Italia, con le iniziative di Parco Nord e di Boscoincittà. Oggi il ruolo di queste realtà associative si è consolidato ed è stato in parte istituzionalizzato, valorizzando dunque le competenze e le energie dei cittadini e delle comunità locali. Allo stesso tempo, il verde urbano, così come tutto ciò che rientra nel campo della sostenibilità, è diventato un asset importante per i grandi progetti di rigenerazione urbana guidati da imprese multinazionali che si occupano di sviluppo immobiliare. Il ruolo di questi attori è sempre più evidente non solo nella progettazione, ma anche nella gestione degli spazi. Le interviste a vari testimoni privilegiati coinvolti nella governance hanno messo in luce la diversità degli approcci al verde degli attori in gioco. È chiaro che la priorità principale di un grande investitore immobiliare è quella di rendere attrattiva e aumentare il valore della lottizzazione. Il verde in questo caso è pensato come elemento di arredo urbano per rendere un’area più attrattiva da un punto di vista finanziario. Al contrario, le realtà associative generalmente si occupano di questi temi a causa di una particolare sensibilità ecologica e sociale e dunque hanno altre priorità.
In che modo le dinamiche della governance verde possono influenzare la generazione e la distribuzione dei servizi?
Il verde e gli spazi naturali che vediamo nei contesti urbani fanno parte di realtà territoriali più ampie che sono l’esito, precario e non definitivo, dell’interazione continua tra esseri umani e ambiente circostante. Come ci insegnano David Harvey e altri grandi studiosi delle città e della loro ecologia politica, le dinamiche di potere derivanti dall’interazione tra attori che rappresentano interessi economici e sociali differenti incidono in modo determinante sulle trasformazioni territoriali. I processi, le funzioni e i servizi ecosistemici che gli spazi verdi urbani garantiscono ai cittadini variano a seconda delle pratiche di pianificazione, di progettazione e di gestione definite dalla governance urbana. Per intenderci, un parco come La Biblioteca degli Alberi, progettato da un agente di sviluppo immobiliare nell’ambito di un grande intervento di rigenerazione urbana, ha caratteristiche peculiari che lo distinguono dagli altri parchi milanesi: un’impronta architettonica internazionale, una forte vocazione verso la dimensione estetica del verde e un modello di management basato sulle sponsorizzazioni private. Questo modello di governance presta poca attenzione ai cosiddetti servizi ecosistemici di regolazione, ovvero la regolazione del ciclo delle acque, la mitigazione del dissesto idrogeologico, la biodiversità urbana e, in generale, all’ecologia complessiva della città. Inoltre, per quanto riguarda la distribuzione degli spazi verdi, i parchi che sorgono nei grandi progetti di rigenerazione urbana sono collocati in aree ad alto valore immobiliare e contribuiscono a creare processi di gentrificazione, con il rischio di incrementare diseguaglianze urbane nell’accesso al verde e ai benefici che ne derivano.
Quali sono le implicazioni di queste dinamiche per la sostenibilità ambientale a lungo termine di Milano?
Le implicazioni sull’ambiente a lungo termine sono difficili da prevedere, ma si può affermare che la tendenza a rendere il verde un fattore trainante per l’aumento del valore immobiliare abbia un effetto sulla distribuzione e sulla qualità degli spazi verdi. La sostenibilità ambientale è indissolubilmente legata ai processi sociali, politici ed economici attraverso i quali vengono ideate ed implementate le politiche e tutte le iniziative che si dichiarano green. Non è sufficiente progettare nuovi parchi o piantare milioni di alberi per rendere la città più sostenibile. È necessario comprendere la dimensione sociale dei quartieri e della città, e le sue complesse interazioni con le dinamiche ecologiche del tessuto urbano e metropolitano. Perciò la governance e le sue dinamiche rappresentano una questione cruciale per gli spazi verdi urbani e, più in generale, per le politiche urbane per la sostenibilità.