Raccontare la scienza in modo alternativo: si può e lo dimostrano alcuni ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca che sono scesi dalla cattedra e si sono messi a nudo raccontando insicurezze, incertezze e difficoltà incontrate nel proprio percorso scientifico. È successo in occasione dello spettacolo “Il lato umano della Scienza” sul palcoscenico del teatro storico di quartiere PACTA. dei Teatri a Milano, nel corso della prima Settimana nazionale delle discipline STEM, acronimo inglese per scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (4-11 febbraio 2024). Un'occasione nata proprio con lo scopo di promuovere la formazione scientifica e incentivare l’avvicinamento dei giovani a queste discipline.
A produrre lo spettacolo teatrale sono stati studenti, ricercatori e docenti del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell'Università di Milano-Bicocca: nella veste di RicercAttori - con il supporto e la regia dello studioso, attore e regista Andrea Brunello, direttore artistico della compagnia Arditodesio di Trento - si sono cimentati nella narrazione di storie di scienza. Le loro storie.
Cambiare registro
«Tale narrazione ha previsto un registro diverso rispetto a quello utilizzato nella divulgazione scientifica, un registro per cui il narratore/scienziato racconta episodi personali emblematici che hanno segnato il suo percorso di studio e ricerca, facendo emergere la sensibilità e le fragilità, insomma il suo lato umano», ha spiegato Elena Sacco, ricercatrice del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze e promotrice dell'evento. «È proprio questo scendere dalla cattedra e mettersi a nudo a far sentire il pubblico partecipe della storia, a tifare per chi racconta e ascoltare davvero quello che ha da dire, inclusi gli importanti messaggi scientifici che le storie veicolano».
E allora vediamone qualcuna di queste storie: la ricercAttrice Virginia Brancato nel suo intervento “La medicina sartoriale” usa la sartoria come metafora della medicina personalizzata: riporta la storia di uno zio sarto a cui viene diagnosticato un tumore al seno e che rientra in un trial clinico sperimentale grazie alla presenza di uno specifico marcatore tumorale identificato in fase diagnostica. Andrea Galassini (“APItare a Milano”) parla della capacità di resilienza e adattabilità di alcuni insetti all'ambiente urbanizzato. Con gran sensibilità manifesta il suo disagio a vivere in una città frenetica, caotica, inquinata come Milano dove però alcuni insetti sembrano essersi adattati a vivere bene. Che gli sia di ispirazione per trovare un angolo della città dove si possa sentire felice e a suo agio?
Elena-Gemma Brogi nel suo “Carnivori vs Vegetariani” racconta come si sia trovata, da toscana verace cresciuta a latte e chianina, a cercare un equilibrio tra tradizione e sostenibilità nell’alimentazione. Nel suo “L’incertezza”, Valentina Pasquale ha spiegato quali siano state le difficoltà di affrontare la crescita nel contesto accademico e come si possa superarle grazie alla passione per la ricerca e la conoscenza.
Senza mezzi termini
Pasquale Palumbo, con il suo intervento dal titolo irriverente “Beppe è un piscione”, rivela l’ingegneria nel trattamento del diabete di tipo I. A “parlare” è lo zio professore alle prese con l’insegnamento di importanti concetti scientifici alla nipotina fra fraintendimenti e situazioni paradossali. Laura Clara Grandi racconta lo sviluppo del sistema nervoso durante la gestazione con la sensibilità della mamma che porta in grembo il suo piccolo. Laura infatti era incinta quando ha scritto la storia che ha intitolato “Sinapsi, battiti e paure: La rivoluzione della nascita”.
«Il mio intervento si intitola, invece, “Non è tutta Farina del mio Sacco”», aggiunge Elena Sacco. «Ho giocato con il mio cognome “Sacco” e quello di un mio collaboratore del Politecnico di Milano, l’ingegnere Marcello “Farina”, che grazie alla sua capacità di maneggiare modelli matematici per la descrizione di sistemi biologici complessi mi ha aiutato a decifrare la complessa rete di interazioni intra- ed inter-molecolari che regola la funzione della proteina umana Son of Sevenless. I risultati della nostra ricerca sono pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Biotechnology Advances. Si è proprio trattato di un peculiare incontro di cognomi e competenze a cui mi sono ispirata per parlare della necessità di fare ricerca in team multidisciplinari e utilizzare piattaforme quantitative per lo studio di sistemi biologici, approccio usato dalla Systems Biology». Ma anche i conduttori dello spettacolo, Fabiola Saputo e Giacomo Ducci, due giovani membri del dipartimento, hanno raccontato qualche breve e divertente fattoide scientifico come quello che svela al pubblico le proprietà della proteina Pikachurina coinvolta nella veloce trasmissione di segnali elettrici per il corretto funzionamento della visione, che ha preso il nome dal Pokemon Pikachu, famoso per i suoi scatti fulminei.
Un aiuto anche dalla musica
Tra gli strumenti per divulgare la scienza in modo creativo c’è anche la musica. «Marco Vanoni, professore di Biochimica e grande appassionato di musica, ha suonato alcuni brani in qualche modo correlati a tematiche scientifiche, ma ha anche fatto ascoltare musiche prodotte da stelle e proteine grazie all’intelligenza artificiale», ha spiegato Elena Sacco. «E non solo: Stefano Bertacchi, noto comunicatore (come si evince dal suo seguitissimo profilo Instagram) e scrittore di argomenti scientifici, ha raccontato come la tecnologia CRISPR-Cas9, una tecnica di editing genomico che consente la modifica di porzioni di Dna in vivo, sia un prezioso strumento nelle mani dei biotecnologi impegnati nella progettazione di processi industriali sostenibili ricorrendo anche a brevi performance canore degne del Festival di Sanremo andato in onda in contemporanea allo spettacolo».
Obiettivo finale di tutto il progetto? Raggiungere il pubblico nel modo più capillare possibile. «A ricordarcelo è stata anche Giulia Toniutti, comunicatrice del gruppo SysBio. Center of Systems Biology, impegnata a gestire un laboratorio di teatro scienza destinato agli studenti delle scuole superiori, sempre finanziato dal PLS di Biologia e Biotecnologie», ha precisato Elena Sacco. «Secondo la ricercatrice è necessario che ogni dipartimento o istituto impegnato nella ricerca abbia un ufficio che gestisca la comunicazione con il pubblico per mantenere la cittadinanza aggiornata sui progressi della scienza e per mantenere un rapporto di fiducia tra i cittadini e gli scienziati, ed evitare che si creino “macelli” come quello verificatosi con il Covid19».
Per saperne di più
Lo spettacolo “Il lato umano della Scienza” è stato portato in scena il 6 febbraio 2024 in un serale aperto alla cittadinanza e in replica il 7 febbraio 2024 in una matinée destinata alle scuole che sono state coinvolte dal Piano Lauree Scientifiche di Biologia e Biotecnologie nell’ottica dell’orientamento in ingresso. Gli spettacoli sono stati erogati gratuitamente proprio grazie al contributo del PLS ed alla disponibilità del PACTA . dei Teatri. Infatti lo spettacolo è stato incluso nella rassegna ScienzaInScena del PACTA. dei Teatri, che sotto la direzione artistica di Maria Eugenia D’Aquino si offre da anni come salotto di Festival di teatro scienza a Milano.
Lo spettacolo è stato prodotto come evento di restituzione del workshop “Narrare La Scienza” organizzato dal dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze grazie a finanziamenti dell’Ateneo destinati ai festeggiamenti del 25esimo anniversario dalla sua fondazione. Il workshop è stato tenuto da Andrea Brunello (sotto) a 20 membri del dipartimento, alcuni dei quali si sono poi cimentati nella scrittura delle storie di cui Andrea ha curato gli aspetti drammaturgici.
Una nuova edizione del workshop è prevista per la primavera 2024 aperta a tutti i membri dell’Ateneo per fornire gli strumenti per una narrazione efficace ed emozionale. Sicuramente questa nuova avventura porterà a scoprire nuovi talenti dell’Ateneo e a produrre un nuovo spettacolo che sarà proposto sia alla cittadinanza che alle scuole sui palcoscenici dell’auditorium dell’Ateneo e del PACTA dei Teatri, grazie alla proficua collaborazione con il suo direttore artistico, Maria Eugenia D’Aquino.
Bolle in pentola anche un gemellaggio con l’Università di Trento con cui Andrea Brunello collabora attivamente, che porterà gli scienziati di Trento a narrare le loro storie a Milano ed i RicercAttori di Milano-Bicocca a narrare le loro storie a Trento, ma questa è un'altra storia…