In pochi forse lo ricorderanno, ma Franco Battiato, scomparso oggi a 76 anni, era stato ospite del nostro ateneo, quindici anni fa, il 19 marzo 2006. L’occasione, come ricorda ancora la locandina che si può trovare a una semplice ricerca su Google, fu un incontro in aula magna, dal titolo “Musica e spiritualità. Itinerario attraverso le tradizioni musicali di ebraismo, cristianesimo e Islam”, promosso dal Fondo Nangeroni, dalll'Università di Milano-Bicocca e nello specifico dall’allora Facoltà di Scienze dell’Educazione (oggi Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa”), con il sostegno della Provincia di Milano. Un parterre de roi sul palco, visto che insieme al compositore e regista siciliano, tra i vari ospiti, erano intervenuti anche Angelo Branduardi e Moni Ovadia. A introdurre l’evento fu l’allora rettore Marcello Fontanesi.
L’evento (qui sotto la locandina del programma) era incentrato sul valore del linguaggio universale della musica come ponte tra le differenti civilità e tra le tre religioni monoteistiche. I tre ospiti avevano portato ad esempio la loro produzione artistica, accompagnati dall’Ensemble Sharg Uldusù e dal Coro Ars Nova. Battiato fu protagonista di un dialogo con l'islamista e storico dell’arte Gabriel Mandel Khan, su alcuni dei temi cari all’autore di tante canzoni immortali: la dimensione spirituale della musica, grazie alla quale ci si può innalzare verso una dimensione più elevata, l’assurdità dell’associazione tra credo religioso e violenza, il rapporto tra fede e ateismo.
Come riportò un articolo de Il Sole 24 Ore, ci fu spazio anche per uno sguardo al cinema. "Franco Battiato ha annunciato che sta pensando alla realizzazione di un nuovo film. L’opera prevede dei dialoghi tra un credente, un dubitante e un ateo, ma l’artista ha dichiarato che “le maggiori difficoltà riguardano il personaggio dell’ateo, perché non riesco a trovare una personalità che esprima in merito delle tesi condivisibili. Non si va oltre delle banalità che considero trite e ritrite. Anche se rispetto la posizione di chi dice che nell’attuale momento della sua vita non sente il bisogno della spiritualità”.