Un luogo per ricordare per sempre una studentessa barbaramente uccisa ma anche per confrontarsi sui temi della violenza di genere. Vuole essere tutto questo l’aula a ricordo di Sofia Castelli inaugurata all’Università di Milano-Bicocca il 24 luglio 2024, a un anno dall’assassinio della giovane che frequentava il primo anno del corso di laurea in Sociologia. «L’omicidio di una giovane donna è inaccettabile e anche io come persona, come rettrice, come presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane, mi interrogo su che cosa si possa fare per sradicare atteggiamenti discriminatori e violenti. Oggi con questa iniziativa vogliamo testimoniare ancora una volta come l’università sia il luogo da cui deve partire quella rivoluzione culturale necessaria per prevenirli», ha dichiarato la rettrice dell'Università di Milano-Bicocca Giovanna Iannantuoni a margine della cerimonia in memoria di Sofia Castelli durante la quale è stata svelata una targa commemorativa.
L’aula è all’interno del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale, la cui direttrice Sonia Stefanizzi ha spiegato: «Abbiamo deciso di dedicare quest'aula del nostro dipartimento a Sofia Castelli affinché il suo spirito e la sua memoria possano continuare a vivere tra noi. Non sarà solo un luogo di studio e di apprendimento, ma anche un simbolo della lotta contro la violenza di genere e un monito costante affinché simili tragedie non si ripetano. Un posto dove studenti e docenti potranno discutere, imparare e crescere, e uno spazio di condivisione dove le idee di giustizia, uguaglianza e rispetto per gli altri saranno al centro del nostro lavoro».
Milano-Bicocca ha anche promosso e finanziato l’istituzione di due premi di laurea proprio in memoria di Sofia Castelli che verranno assegnati a novembre 2024. «Purtroppo quasi ogni giorno ascoltiamo notizie di cronaca relative a episodi di violenza di genere. Come Università quindi siamo fortemente chiamati in causa e dobbiamo impegnarci quotidianamente nel nostro compito di formare le nuove generazioni a una cultura del rispetto. Lo dobbiamo a Sofia e a tutte le altre donne vittime di violenza», ha spiegato Patrizia Steca, professoressa di Psicologia Generale presso il Dipartimento di Psicologia e Presidente del Comitato Unico di Garanzia dell'Università di Milano-Bicocca. «Questi premi rappresentano un passo significativo verso la sensibilizzazione e la lotta contro la violenza di genere. Sono convinta che le tesi premiate contribuiranno in modo importante alla comprensione di questo fenomeno e alla ricerca di soluzioni concrete per contrastarlo».
Da anni quello dell’ateneo contro la violenza di genere e contro ogni forma di discriminazione e violenza è un impegno costante. Sono tante infatti le ricerche e le iniziative per diffondere una cultura del rispetto, dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità. A breve sarà attivo all’interno del campus anche uno sportello antiviolenza che si avvarrà della collaborazione di professioniste di esperienza che potranno aiutare studentesse e studenti a riconoscere per tempo le relazioni tossiche e i segni della violenza, compresa quella digitale e psicologica.
Sul tema, il dipartimento di Sociologia e ricerca sociale è in prima linea con diverse iniziative. Al suo interno infatti il centro di ricerca ADV (Against Domestic Violence), diretto dalla professoressa Marina Calloni, si occupa fin dal 2013 di prevenzione e contrasto alla violenza contro donne e minori attraverso l’organizzazione di corsi di formazione e di aggiornamento, rivolti a studenti, professionisti/e e operatori dei centri antiviolenza, ricerche, collaborazioni con istituzioni nazionali ed europee (in particolare con il Consiglio d’Europa), collaborazione con centri antiviolenza.
In particolare nel 2024 è stato attivato un corso per la Regione Autonoma Valle d’Aosta che prevede una formazione per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne rivolta ad assistenti sociali, psicologi, operatrici/operatori del sistema sociosanitario, operatrici dei centri antiviolenza e delle case rifugio, magistrati, mediatori interculturali, forze dell’ordine, polizia locale, insegnanti, avvocati e giornalisti operanti sul territorio della Valle d’Aosta.
La professoressa Marina Calloni dirige inoltre UN.I.RE (UNiversità In REte contro la violenza di genere) un network accademico composto da università, centri di ricerca e ricercatori/trici che condividono l'obiettivo di implementare la "Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne e la violenza domestica" (nota anche come Convenzione di Istanbul). L'attività di UN.I.RE., iniziata dal 2018, è soprattutto rivolta alla formazione, alla ricerca, alla raccolta dati e alla sensibilizzazione della società civile, per affermare una cultura del rispetto per le identità di genere e della non-violenza.
Recentemente, sono stati resi noti i risultati del progetto “U.O.MO. - Uomini, Orientamento e Monitoraggio”, a cura del Centro di Studi dipartimentale ADV-Against Domestic Violence che ha monitorato le attività dei principali Centri per Uomini Autori di Violenza (CUAV) attivi nell’area milanese, che prendono in carico gli autori di violenza. U.O.MO. ha inteso costituire un sistema operativo integrato, grazie alla costituzione del CeOM (Centro Orientamento e Monitoraggio), un organismo composto da esperti criminologi, psicoterapeuti, educatori e dai centri interessati che si occupa di accogliere richieste di trattamento di uomini autori di violenza o a rischio di commettere atti violenti nell’ambito delle relazioni intime, monitorando periodicamente l’andamento di ogni singolo caso.
La ricerca – coordinata dalla professoressa Calloni, a cui hanno lavorato le ricercatrici Anna Gadda e Angela M. Toffanin – ha avuto anche l’obiettivo di definire linee guida al fine di rafforzare il lavoro dei Centri per Uomini Autori di Violenza sia al proprio interno che in rete. Questo permetterà di elaborare modalità condivise e armonizzate tra i diversi Centri, grazie a una presa in carico integrata e sinergica degli uomini violenti.