Facebook e Instagram, due delle piattaforme social più utilizzate al mondo, si trovano ad affrontare una problematica che sta creando non pochi grattacapi a Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Meta, la holding proprietaria dei due social network. Il problema riguarda la riproduzione di musica sui social, in particolare il diritto d'autore sulle opere musicali gestito dalla Società Italiana degli Autori ed Editori (Siae).
Meta ha reso noto che non è stato possibile raggiungere un accordo con la Siae per il rinnovo della licenza sul diritto d'autore. Come conseguenza di ciò, sui social di Meta i brani che rientrano nel repertorio Siae vengono bloccati o silenziati, mentre gli altri continuano ad essere disponibili. Questa scelta unilaterale da parte di Meta ha causato sconcerto nella Società degli autori ed editori italiani, che ha definito la decisione "incomprensibile". Tuttavia, Meta ha risposto che continuerà a impegnarsi per raggiungere un accordo con la Siae che soddisfi entrambe le parti.
Meta ha stretto accordi sul copyright con i titolari dei diritti musicali in tutto il mondo, compresi paesi europei come Spagna, Francia, Germania, Svezia, Regno Unito e Turchia. La rottura dell'accordo con la Siae rappresenta un precedente mondiale per il colosso di Menlo Park e ha un impatto significativo sui Reels, i video brevi su Facebook e Instagram, sul flusso delle notizie di Instagram e sulle Storie di Facebook e Instagram.
La questione del diritto d'autore sulle opere musicali sui social media è diventata sempre più rilevante con la crescente popolarità dei creator e degli influencer.
Abbiamo chiesto al professor Giulio Enea Vigevani che insegna Diritto dell’informazione e della comunicazione in Bicocca, di illustrarci una realtà sempre più complessa.
Professore, qual è il ruolo della SIAE nell'industria musicale e qual è l'importanza del suo accordo con Meta?
“La SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) è un'organizzazione che ha il compito di tutelare i diritti d'autore degli autori di opere musicali, teatrali, cinematografiche, televisive e letterarie in Italia. La SIAE ha un ruolo importante nell'industria musicale in quanto garantisce la protezione e la gestione dei diritti d'autore degli artisti e dei compositori, permettendo loro di essere retribuiti per l'utilizzo delle loro opere.
La rimozione ed il silenziamento dei contenuti musicali da parte del colosso americano dei social media su Facebook ed Instagram potrebbe avere effetti importanti sull’intera filiera musicale.
La FIMI (Federazione industria musicale italiana) ha pubblicato un’analisi di questa mancata intesa, dove indica che il 5% degli ascolti di musica in Italia avviene sulle piattaforme di social media: questo segmento è cresciuto del 37,3% nel 2022 e in particolare l’area relativa a Meta ha generato oltre venti milioni di euro per l’industria in Italia.”
Perché Meta ha deciso di non rinnovare l'accordo con la SIAE e cosa comporta questa decisione per gli utenti dei social network?
“Nel comunicato stampa di SIAE, si legge che alla Società italiana degli autori ed editori è stato richiesto solo di accettare una proposta unilaterale di Meta, senza poter discutere sui singoli punti. Il punto chiave è stato il disaccordo su come quantificare i ricavi provenienti dai contenuti musicali protetti da copyright sui social network, in quanto Meta non avrebbe fornito informazioni dettagliate sui suoi guadagni in relazione a questi contenuti.
Secondo SIAE, tale comportamento poco trasparente sarebbe in contrasto con la Direttiva Copyright sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale. Da qui è scattato il mancato rinnovo delle licenze.
Negli ultimi anni, la musica è diventata un elemento fondamentale sui social media, e sia gli utenti che i creatori di contenuti e le aziende si sono affidati alla vasta gamma di brani messi a disposizione dall'industria musicale. Le conseguenze di tale scelta di Meta sono dunque notevoli se immaginiamo le pianificazioni di campagne social e le attività di marketing cancellate di colpo, in una notte.”
Perchè si è arrivati a questo punto di rottura?
“Il conflitto tra autori e piattaforme non nasce oggi. Il dibattito che ha condotto alla direttiva Copyright ha, ad esempio, evidenziato un profondo conflitto tra editori e motori di ricerca, per l’equo compenso dei contributi giornalistici e tra piattaforme e autori per l’adeguata remunerazione delle opere e per le garanzie di trasparenza.
In qualche modo, oggi Meta sembra voler rovesciare il tavolo, ponendo SIAE con le spalle al muro o, comunque, volendo trattare da una posizione di forza. Del resto, la concentrazione del mercato digitale e il peso economico delle piattaforme consentono tali prese di posizione.
Logica vorrebbe che le parti riprendano le trattative, perché un accordo è comunque conveniente per entrambe. Tuttavia, in caso di rottura definitiva, il danno per gli autori italiani sembra assai più rilevante di quello che subirebbe la multinazionale, dunque, la mia previsione è che alla fine sarà SIAE a dovere fare le concessioni maggiori. Certo è che questa vicenda costituisce una tappa rilevante di una battaglia per una giusta retribuzione della creatività e, dunque, una resa senza condizioni ai diktat delle piattaforme indebolirebbe non poco l’intera industria musicale”