Il 13 giugno 2023, la Commissione Europea ha annunciato un nuovo pacchetto di misure volte a rafforzare il quadro dell'Unione Europea sulla finanza sostenibile. Queste misure rappresentano un importante passo avanti nella promozione degli obiettivi ambientali e climatici dell'UE e mirano a guidare il settore finanziario verso investimenti più sostenibili.
Abbiamo chiesto il senso della sostenibilità dal punto di vista finanziario a Lucia Visconti Parisio, docente di scienza delle finanze presso il Dipartimento di Economia, metodi quantitativi e strategie di impresa.
Professoressa, in cosa consiste la proposta?
Una delle proposte chiave della Commissione è l'introduzione di un atto delegato che stabilisce i criteri di screening tecnico per gli obiettivi ambientali della Tassonomia. Questi obiettivi includono l'uso sostenibile e la protezione delle risorse idriche e marine, la transizione verso un'economia circolare, la prevenzione e il controllo dell'inquinamento e la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. L'obiettivo principale di questa proposta è garantire che le attività economiche siano valutate in base al loro impatto ambientale e alla loro sostenibilità.
Inoltre, la Commissione propone una serie di modifiche all'Atto delegato "Clima" della Tassonomia, al fine di ampliare l'elenco delle attività economiche che contribuiscono agli obiettivi climatici. Ciò consentirebbe di includere un numero maggiore di settori nell'ambito della finanza sostenibile, promuovendo ulteriormente la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.
Un'altra importante iniziativa riguarda l'introduzione di un nuovo regolamento finalizzato ad aumentare la trasparenza e l'affidabilità delle agenzie di rating ESG (ambientali, sociali e di governance) e prevenire i conflitti di interesse. Questo regolamento mira a garantire che le informazioni fornite dalle agenzie di rating siano accurate e affidabili, consentendo agli investitori di prendere decisioni più informate in materia di investimenti sostenibili.
Oltre a queste misure, la Commissione ha anche pubblicato una serie di raccomandazioni sulla finanza sostenibile per la transizione. Queste raccomandazioni forniscono orientamenti ed esempi pratici per le imprese e il settore finanziario, al fine di incoraggiare l'adozione di pratiche sostenibili.
In quale contesto s’inserisce questa proposta?
I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite e i 169 sotto-obiettivi ad essi associati sono il cuore pulsante dell’Agenda 2030 che mira ad eliminare la povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità per tutti. In ambito europeo, le politiche contenute nel Green Deal hanno l’obiettivo di trasformare l’Unione Europea in una economia moderna, efficiente dal punto di vista dell’uso delle risorse e competitiva.
Gli strumenti finanziari sono fondamentali per il raggiungimento di tali obiettivi in quanto consentono di mobilitare il capitale necessario per finanziare le infrastrutture, le tecnologie e i servizi pubblici necessari, e devono essere progettati in modo tale da promuovere la sostenibilità dal punto di vista finanziario, ambientale e sociale.
Queste sfide sono più pressanti nei Paesi meno sviluppati, che sono proprio quelli che non hanno le risorse finanziarie per attuare i cambiamenti richiesti.
Quali sono i principali strumenti finanziari a disposizione?
Per raggiungere gli obiettivi fissati dal Green Deal europeo, la Commissione si è impegnata a mobilitare almeno 1 trilione di euro in investimenti sostenibili nel prossimo decennio. Il 30% del bilancio pluriennale dell'UE (2021-2028) e lo strumento NextGenerationEU (NGEU) sono stati destinati agli investimenti green. I paesi dell'UE devono destinare almeno il 37% dei finanziamenti che ricevono nell'ambito del dispositivo PNRR da 672,5 miliardi di euro a investimenti e riforme a sostegno degli obiettivi climatici. La Commissione intende raccogliere il 30% dei fondi nell'ambito di NGEU attraverso l'emissione di obbligazioni verdi. Il programma InvestEU contribuirà a questo sforzo e fornirà all'UE finanziamenti fondamentali a lungo termine facendo leva su cospicui fondi pubblici e privati. Le imprese, per finanziare i loro investimenti sostenibili e responsabili (SRI), possono ricorrere a obbligazioni verdi, social bonds e green loans.
Quali sono le principali sfide finanziarie per raggiungere gli SDGs?
Comprendere gli aspetti economici e finanziari legati al perseguimento degli SDGs è fondamentale per tracciare i piani per raggiungere tali obiettivi entro il 2030. La loro attuazione ha profonde implicazioni economiche e dovremmo prestare maggiore attenzione all'analisi e alla valutazione sia dei costi di attuazione che di quelli del loro mancato perseguimento. Organizzazioni come l'OCSE hanno stimato che per raggiungere gli SDGs a livello globale sarebbero necessari dai 5.000 ai 7.000 miliardi di dollari all'anno, di cui dai 3.300 ai 4.500 miliardi di dollari all'anno sarebbero dedicati ai Paesi in via di sviluppo. I governi dei Paesi in via di sviluppo a basso reddito avranno bisogno di una crescita significativa delle entrate finanziarie e della cooperazione internazionale per poter finanziare i costi necessari per l'attuazione degli SDGs. Questo è particolarmente problematico in considerazione del fatto che i progressi per il raggiungimento degli obiettivi erano già scarsi prima dell'insorgere della pandemia.
Inoltre, il McKinsey Global Institute stima che i Paesi dovrebbero spendere circa 3,3 trilioni di dollari all'anno per colmare il gap infrastrutturale entro il 2030 (deficit di 0,8 trilioni di dollari), che comprende i costi per le infrastrutture di base e locali nei Paesi ad alto, medio e basso reddito.
Cosa succede se non si interviene?
Sebbene gli investimenti sostenibili abbiano senso per perseguire l'Agenda 2030, ci sono ancora sfide da superare, come la mancanza di consapevolezza degli investitori nel fare investimenti sostenibili, cambiando la vecchia convinzione che gli investimenti sostenibili non siano redditizi.
La dimensione economica dell'attuazione di alcuni SDGs, deve includere il costo stimato dell'inazione. La perdita di biodiversità, ad esempio, ha generato un costo stimato di 10-31.000 miliardi di dollari all'anno, ovvero dall'11 al 36% del PIL globale nel periodo 1997-2011. L'eliminazione di questo costo dell'inazione richiede, oltre ai fondi, l'impegno di diversi attori: il settore privato, l'assistenza pubblica allo sviluppo, le istituzioni finanziarie internazionali, la società civile e le filantropie.
I Paesi meno sviluppati, in particolare, hanno bisogno di un impegno rigoroso del settore pubblico per stimolare la mobilitazione delle risorse finanziarie.
Chi ha la maggiore responsabilità di agire?
La transizione green coinvolge una pluralità di attori che vanno dagli organismi internazionali ai singoli Stati responsabili delle politiche energetiche ed ambientali interne. È fondamentale comprendere che il tema dell’ambiente, e delle esternalità negative che ne minacciano la sostenibilità, può essere risolto solo a livello globale, con la partecipazione di tutti i livelli di governo, a partire dal singolo cittadino. Questo risultato può essere ottenuto attraverso l’adozione di un sistema coordinato di incentivi, di premi e di penalità che abbiano come obiettivo il lungo termine, tracciando percorsi di sviluppo chiari ed armonizzati.
Quali sono i prossimi passi?
Una volta adottati gli atti delegati della Tassonomia, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell'UE avranno un periodo di 4-6 mesi per esaminarli. Si prevede che questi atti entreranno in vigore a partire da gennaio 2024. Inoltre, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell'UE dovranno discutere nelle prossime settimane la proposta relativa alle attività di rating ESG, al fine di garantire che siano adottate le misure necessarie per promuovere la trasparenza e l'affidabilità in questo settore.
In conclusione, le misure presentate dalla Commissione Europea rappresentano un passo significativo verso una finanza più attenta alla sostenibilità nell'UE. Queste iniziative mirano a garantire che gli investimenti siano valutati in base ai criteri ambientali e climatici condivisi e certi, promuovendo una transizione verso un'economia più verde. Allo stesso tempo, le proposte sulla trasparenza delle agenzie di rating ESG puntano a fornire un quadro più affidabile per gli investitori che possono essere distolti dagli investimenti green per il rischio di greenwashing. L'obiettivo finale è quindi quello di promuovere una finanza sostenibile e responsabile, in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e del Green Deal europeo.