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In classe con gli animali robotici: così i bambini imparano a capire la scienza

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Dal nido alla scuola dell’infanzia, dalla primaria alle medie. Piccoli robot dal comportamento animaloide entreranno in classe per stimolare gli studenti a capire la scienza. A condurre le attività saranno 93 insegnanti provenienti da tutta Italia che da qualche settimana sono alle prese con il progetto di formazione dell'Università di Milano -Bicocca “Alla scoperta degli animali robotici”. Ne parliamo con Edoardo Datteri, filosofo della scienza dell'Ateneo e coordinatore dell’iniziativa.

Professor Datteri, in cosa consiste il progetto?

Si tratta di un progetto finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca, coordinato assieme all’Associazione Yunik e patrocinato dalla SILFS (Società Italiana di Logica e Filosofia della Scienza), che in una prima fase coinvolge gli insegnanti attraverso un corso di formazione. Con loro facciamo due cose: cerchiamo di stimolare la riflessione sul pensiero scientifico e successivamente insegneremo loro a condurre in classe un’attività che si chiama roboetologia.

Cos’è la roboetologia?

È un’attività che ci siamo inventati all’interno del nostro dipartimento (di Scienze umane per la formazione “R. Massa”, ndr), insieme alla professoressa Luisa Zecca, che prevede l’utilizzo di un robot animaloide, realizzato sulla base del CoderBot sviluppato all’interno dell’Ateneo. I bambini non devono imparare a programmarlo – come si fa nella robotica educativa e nel coding – devono invece osservare i suoi comportamenti e provare a capirne i meccanismi: un po’ come se fossero alle prese con un piccolo animale misterioso, adottando quindi un approccio etologico.

Come avviene l’interazione tra i robot e i bambini?

L’insegnante porta in classe il CoderBot, il quale, una volta acceso, inizierà a muoversi nello spazio circostante. Gli alunni saranno stimolati a porsi delle domande sul suo comportamento e a condurre degli esperimenti con questo oggetto: per fare un esempio, tipicamente i bambini costruiscono un recinto attorno al robot in maniera tale da studiarne le reazioni e cercare di decifrarne il comportamento.
Noi, come formatori, daremo agli insegnanti le istruzioni affinché aiutino gli alunni ad essere sistematici nelle loro osservazioni, a tenere un diario delle loro scoperte, a prendere nota di tutte le domande che gli vengono in mente e delle ipotesi che formulano sul comportamento del robot.

Qual è il valore aggiunto di utilizzare un robot animaloide?

Il robot è un oggetto facilmente manipolabile in sicurezza dai bambini. In molti casi gli esperimenti in classe prevedono l’utilizzo di materiali non altrettanto facilmente fruibili dai bambini, per cui i più piccoli possono stare solo a guardare, non diventano parte attiva dell’attività. Il comportamento del robot che simula quello degli animali è utile al loro coinvolgimento verso un primo approccio al mondo della ricerca scientifica. Siamo assolutamente convinti che per approfondire la scienza si debba guardare il mondo naturale, ma questa è un’esperienza per iniziare a fare ricerca in prima persona.

Perché è importante capire la scienza fin da piccoli?

È fondamentale agire dal basso per rafforzare la consapevolezza scientifica dei cittadini, anche in ragione del periodo storico che stiamo vivendo, in cui la scienza viene messa costantemente in discussione. Riteniamo che il modo migliore sia farlo a partire dai più piccoli.
A novembre organizzeremo quattro convegni in cui i relatori saranno proprio i bambini: presenteranno le loro scoperte sui robot e ne discuteranno insieme agli studenti di altre classi o di altre scuole, come dei veri ricercatori.