A inizio maggio, Mark Zuckerberg, durante F8 (conferenza annuale degli sviluppatori del social network), ha annunciato l’arrivo di Dating, un nuovo servizio di incontri che permetterà agli utenti Facebook, di creare relazioni autentiche e durevoli, non di una serata. Dating sarà implementato nella piattaforma entro la fine del 2018. Dedicato agli incontri e appuntamenti online, sulla scia di app come Tinder, contro la quale si annuncia una rivalità molto accesa nei mesi a venire.
Gli utenti attivi, interessati a questa nuova funzione del social network, dovranno creare un “profilo di incontro”, che sarà visibile solo ad altri utenti che hanno manifestato lo stesso interesse e anche la chat sarà separata e un mondo a sé. Il profilo Dating sarà dunque assolutamente indipendente dal proprio profilo pubblico, separato da Messenger o Whatsapp e riservato all’invio di solo testo (niente foto, niente video, per evitare contenuti non consoni). Da qui l'utente partirà alla ricerca dell'anima gemella, con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, che proporrà potenziali partner in base agli interessi e agli amici in comune.
Perché Facebook si è accorta solo ora di avere necessità di un’app di dating?
Risponde a questa domanda Andrea Rossetti, docente di Filosofia del diritto e Informatica giuridica, membro di Bicocca Security Lab (centro avanzato di cybersecurity). "Le app che riguardano direttamente o indirettamente il sesso funzionano sempre. Dallo scoppio della bolla di internet, nel 2000, si salvarono solo Amazon (che all’epoca vendeva quasi esclusivamente libri) e i siti che vendevano pornografia. Lanciare servizi di questo tipo non è mai particolarmente rischioso, soprattutto se si parte da una base di utenti che a livello mondiale supera i due miliardi e in Italia ha superati i 30 milioni. I siti di dating da quando sono stati lanciati (inizio anni 90, quando la rete era ancora un posto dove pascolavano pochi solitari nerds), non hanno mai avuto, nel loro complesso, momenti di flessione”.
Il giorno successivo l’annuncio di questa operazione, Match Group, (società che possiede e gestisce Tinder) ha subito crolli importanti sul mercato azionario, con perdite di oltre il 17%. Con questa mossa astuta infatti, Zuckerberg invade un settore, quello del dating, dove la sua azienda, forte dei 2.2 miliardi di utenti mensili attivi, dovrebbe diventare il principale player mondiale mettendosi alle spalle anche Match Group e OkCupid che attualmente è leader nel settore.
Una casualità che questo avvenga dopo lo scandalo di Cambridge Analytica o è un’operazione mediatica per far parlare di sé in modo differente?
No, non credo. Penso che la dirigenza di Facebook abbia colto la palla al balzo per annunciare un servizio che aveva comunque in programma di lanciare. Non credo neppure che Facebook abbia bisogno di una campagna che ne ricostruisca l’immagine: i primi dati mostrano che le persone non hanno modificato il loro comportamento come utenti della piattaforma. Credo che i social network rispondano all’esigenza che abbiamo noi umani di restare in contatto con i nostri simili (e magari farci un po’ anche i fatti degli altri); esigenza che gli ideatori di Facebook sanno, almeno in questo specifico momento storico, soddisfare meglio di ogni altro concorrente.
Con questa “integrazione” Facebook si allarga sempre più. Da luogo dove interagire con gli amici, a market place ed ora piattaforma dove fare incontri. Che identità potrebbe assumere il social in un futuro prossimo?
Credo sia difficile, se non impossibile fare previsioni di questo tipo. Se la storia recente della diffusione dell’ICT ci ha insegnato qualche cosa è che non siamo in grado di prevedere quale sviluppo e diffusione avrà l’uso della rete, da parte dei normali utenti-cittadini. Viceversa, chi è stato in grado di mettere insieme nel modo giusto e al momento giusto il servizio ad hoc è diventato uno dei signori della rete. Quello che è cambiato è il modo in cui le persone si conoscono. Prima dell'avvento degli appuntamenti online, si aveva una cerchia ristretta di contatti (amici, familiari, conoscenti), che con ogni probabilità, ti avrebbero presentato le persone che sarebbero poi diventate importanti per la tua vita sentimentale. Per questo motivo le persone con cui ci si accoppiava erano spesso simili a noi (mogli e buoi dei paesi tuoi, si diceva dalla mie parti).
Oggi invece, si incontra un potenziale partner online, che è in genere un completo estraneo, qualcuno totalmente al di fuori dalle cerchie che abitualmente frequenti, probabilmente non abita neppure nella tua città. In questo modo si creano connessioni e si creano rapporti che (almeno per ora), sembrano più profondi e duraturi di quelli del passato. Sembra che la maggior possibilità di scelta permetta di trovare con più facilità un’anima “veramente gemella”. Se continua così bisognerà aggiornare l’adagio: forse i buoi bisognerà continuare a prenderli nei paesi tuoi, ma la moglie (o il marito) sarà meglio sceglierli online.