Tecnica, grazia e spirito di squadra. “È la combinazione perfetta di questi elementi a fare la differenza in acqua”, racconta Elena Picozzi, 20 anni, saltatrice delle “draghette” della Busto Nuoto sincronizzato: con la squadra ha collezionato medaglie e titoli italiani e internazionali, mentre in Bicocca studia Comunicazione interculturale.
Con la nuotatrice, detta “Pippi”, prosegue il viaggio di Bnews alla scoperta degli atleti che partecipano al programma di Dual Career dell’Ateneo.
Come nasce la passione per il nuoto sincronizzato?
I miei genitori gestivano un centro sportivo. Lì ho cominciato a nuotare da piccolissima. Qualche anno dopo ho iniziato a praticare ginnastica artistica. Poi, un giorno, un’allenatrice che lavorava nel centro, vedendo il mio impegno in entrambi gli sport e studiando le mie caratteristiche, mi ha proposto di fare nuoto sincronizzato. Ho provato e non ho più lasciato questo sport.
Quali sono stati gli step che ti hanno portata a gareggiare con la Nazionale Juniores?
Dopo qualche anno da non agonista, sono entrata in una società agonistica. Da quel momento ho iniziato ad allenarmi tutti i giorni, è diventato un impegno più serio. La passione vera è arrivata man mano, mentre mi allenavo. Da subito ho partecipato ai campionati italiani, che si svolgono due volte l’anno. Nel 2017, la prima gara internazionale. E a 18 anni sono entrata in Nazionale B, la categoria assoluta delle più giovani.
Per raggiungere i traguardi più importanti conta, più di tutto, lo spirito di squadra, è così?
Esattamente, come sport di squadra, oltre ad andare insieme nei movimenti, bisogna essere coordinate sugli spostamenti nell’acqua e nella preparazione delle spinte. L’affiatamento e l’intesa sono fondamentali per arrivare a vincere.
Nell’ambiente sei conosciuta col soprannome di “Pippi”: come è nato?
Se ci penso, sorrido: da quando ero piccola mio fratello mi chiama così. In tutti gli ambienti che frequento, questo soprannome prima o poi viene a galla. Una volta mio padre mi ha chiamato “Pippi” durante una gara e da allora anche in Nazionale sono diventata conosciuta con questo soprannome.
La tua vita si divide tra allenamenti e studio. Quale percorso che hai intrapreso in Bicocca?
Ho appena iniziato il secondo anno del corso in Comunicazione interculturale. Ho tanti interessi anche se non ho ancora le idee chiarissime sul mio futuro. Questo corso di studi mi permette di approfondire le lingue, lo studio della nostra società e dell’attualità.
Che tipo di supporto hai trovato nel programma Dual career?
Sono sempre stata molto organizzata: da quando ero in seconda media mi alleno tutti i giorni e pretendo molto da me nello studio. Anche grazie alla disciplina che ti insegna questo sport, ho ottenuto sempre buoni risultati anche a scuola. Certo, il mondo universitario è diverso, e per questo mi sono trovata molto bene con il tutor del programma Dual career che mi ha proposto di creare un piano per gestire tutti gli impegni. È sempre stato molto disponibile e attento.
Se pensi al tuo futuro, vedi sempre il nuoto sincronizzato?
Questo sport è e rimarrà sempre una parte importantissima della mia vita. Ma il mio futuro lo vedo nella comunicazione, mi piacerebbe lavorare nell’ambito per il quale sto studiando. Nel frattempo cerco di capire tutte le opportunità che questo mondo ha da offrire. Sono molto soddisfatta di essere arrivata in Nazionale e adesso ho voglia di concentrarmi anche su altro. Nel frattempo, ho iniziato anche a cimentarmi nel ruolo di istruttrice, allenando le ragazze più giovani, è un’attività che mi piace molto, soprattutto quando mi capita di farlo con le bambine. In ogni caso, il nuoto non lo abbandono: è una passione che non svanirà mai.