Di Arte in Arte. Linguaggi artistici per la formazione e la cura è il convegno che si è articolato su due giorni, 8 e 9 maggio, organizzato dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca e dall’Accademia delle Belle Arti di Brera.
Incontriamo Francesca Antonacci, docente del dipartimento di Scienze Umane per la Formazione di Bicocca, che racconta gli sviluppi e le prospettive della collaborazione tra i due enti.
Professoressa, facciamo il punto sul convegno: un’occasione di confronto?
Abbiamo scelto di strutturare un programma aperto, basato su dialoghi, che ha visto coinvolti in un fruttuoso scambio docenti, studiosi, artisti, ricercatori e giovani assegnisti.
Un confronto alternato e costruttivo, incentrato sulla diffusione dei progetti di formazione di professionisti che integrano i linguaggi dell’educazione, della cura e dell’arte.
In particolare, è emersa l'importanza di un dialogo interdisciplinare che consenta a professionisti con competenze integrate di interagire con efficacia. In questo i linguaggi dell'arte svolgono un ruolo di mediatori straordinari perché, parlando alla mente, al corpo e al cuore delle persone, attivano dimensioni sottili e profonde e stimolano il cambiamento sociale e culturale. Si è insistito sull'importanza che ha in questo momento storico abbandonare ogni forma di comfort zone e impegnarsi per attivare processi di innovazione in ogni ambito e in particolare nei contesti dove le relazioni sono cruciali come quelli di cura e di formazione.
A quali esigenze intende rispondere il Corso di Studi in Linguaggi artistici per la formazione?
![René Magritte, La Jeunesse Illustrée, 1937](https://d131nwsn90lpn4.cloudfront.net/bnews/images/magritte_jeunesse_1937.width-500.jpg)
Il corso, in fase finale di accreditamento, andrà presto ad arricchire la proposta formativa delle lauree magistrali del nostro dipartimento che possiede una consolidata esperienza in campo formativo; si istituzionalizza così, in un contesto unico e particolare, un nuovo filone di studi che coniuga la cultura artistica con l’educazione, valorizzando la funzione pedagogica delle arti.
Il percorso formerà dei professionisti con competenze pedagogiche, progettuali e gestionali. Saranno in grado di operare con metodi e linguaggi artistici e performativi in contesti pubblici e privati, così come potranno intervenire in campo formativo, museale, teatrale e, più in generale, in tutti gli ambiti di valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale.
I laboratori, 48 ore sia al primo sia al secondo anno per un totale di 12 crediti formativi, costituiranno una parte fondamentale del percorso: gli studenti sperimenteranno concretamente come tradurre in pratica il connubio tra discipline artistiche e pedagogiche.
L’accesso è aperto non solo a chi possiede competenze educative ma anche a chi proviene da studi ed esperienze in ambito artistico, espressivo, corporeo, performativo o letterario.
Dal punto di vista scientifico e didattico, prevediamo un dialogo costante con diversi musei, teatri, accademie, scuole, enti pubblici e privati, per tenere insieme i risultati della ricerca con le concrete esigenze delle realtà attive in campo culturale. In particolare abbiamo consolidato il legame con l’Accademia delle Belle Arti di Brera e con il loro Corso in Terapeutica artistica, che vanta quasi vent’anni di consolidata esperienza nella formazione di professionisti dell'arte e della cura.
Quale ruolo ha giocato il Laboratorio di arti espressive, performative e partecipate per l’educazione e la formazione?
Il PEPAlab, attivo da tre anni nel nostro Ateneo, è stato un vivace catalizzatore di connessioni territoriali e comunitarie in forma partecipata. Come tanti centri concentrici, abbiamo allargato progressivamente contatti e relazioni con parti sociali e stakeholder.
Mettendo a frutto le competenze interne al dipartimento di Scienze umane per la Formazione, l’ampio gruppo di lavoro del PEPAlab ha fornito una cornice stabile ai progetti di ricerca e alle attività di collaborazione con una serie di realtà già attive e presenti sul territorio che operano nel campo culturale e artistico: teatri, musei, associazioni culturali, scuole di arte, musica e danza.
Una rete che è fondamentale, anche nello svolgimento delle attività laboratoriali che caratterizzeranno il Corso di Studi in Linguaggi artistici per la formazione. Pensiamo alla ricerca e alla didattica come una costruzione continua, in un coinvolgimento reciproco dove cultura e ricerca si parlano.
Come sintetizzare la complessa potenzialità dei linguaggi artistici?
Grazie alla loro ricchezza e alla loro profondità, i linguaggi dell’arte possiedono potenzialità pedagogiche e di cura specifiche, perché riescono ad integrare e far emergere le capacità cognitive, emotive, espressive degli attori coinvolti. L’esplorazione, la valorizzazione e la circolazione di tali potenzialità servono a riflettere sul presente con sguardo critico e riflessivo per dare voce al bisogno di innovazione, e a guardare al futuro con speranza progettando innesti e contaminazioni creative e generative in contesti diversi.