Economia italiana, tra emergenza e fase di ripresa - Bnews Economia italiana, tra emergenza e fase di ripresa
Il lieve rallentamento del numero di contagi e vittime da coronavirus, registratosi nelle ultime due settimane, ha lentamente spostato l’attenzione del dibattito politico verso il tema della riapertura delle attività economiche e commerciali. La cosiddetta “fase due” è strettamente legata alle sorti della nostra economia e richiede azioni immediate che riguardano non soltanto il Governo Italiano ma anche l’Unione Europea. Con il professor Alessandro Capocchi, Ordinario di Economia Aziendale presso l’Università di Milano-Bicocca, abbiamo parlato del presente e dei possibili scenari futuri dopo l’emergenza.
 
Come descriverebbe l’attuale scenario italiano, diviso tra emergenza sanitaria e desiderio di ripresa?
 
L’emergenza sanitaria e la ripresa, ossia il ritorno alla normalità, sono strettamente collegate ma con il passare delle settimane si fa avanti prepotentemente una preoccupazione: se non ripartiremo in tempi ragionevoli, oltre alle vite umane lasceremo sul campo anche molte attività economiche con danni irreversibili anche dal punto di vista socio-economico. Con questa emergenza vengono “al pettine” numerosi “nodi” per troppo tempo trascurati: mi riferisco all’evasione fiscale dilagante, al lavoro nero, a politiche che hanno sacrificato per troppi anni settori strategici come la sanità, la ricerca, la scuola. Personalmente credo che così come ci abitueremo a convivere con il Covid19 ancora per molti mesi, presto ci accorgeremo che dal punto di vista economico non torneremo mai più al punto che abbiamo lasciato a fine febbraio. Sono necessari profondi cambiamenti.
Nel concreto, quali sono le azioni che ha intrapreso il Governo Italiano?
Il tema vero è capire se l’economia tiene e, se tiene, in quanto tempo recupereremo quanto abbiamo lasciato sul campo in queste settimane. In questa direzione il primo decreto Cura Italia non è stato assolutamente risolutivo. Diversa la valutazione sullo sforzo enorme che il Governo ha compiuto ieri nell’approvazione del Decreto Liquidità. Decreto che oggettivamente mette a disposizione delle nostre aziende una rilevante quantità di capitale fresco da utilizzare per supportare la ripresa. Senza voler analizzare in maniera dettagliata il decreto, che sto leggendo in bozza in queste ore, mi limito ad osservare che il Governo sta facendo la propria parte. Ora servono gli imprenditori e le aziende per utilizzare queste importanti risorse e dare uno slancio reale alla nostra economia. Slancio che richiederà una governance unitaria per non lasciare indietro le piccole e le micro aziende. Credo che sia importante l’idea di costituire un comitato tecnico scientifico anche per la ripresa economica del nostro Paese. 
Sul fronte europeo,  invece, si è scelto di sospendere il Patto di Stabilità 
La sospensione del Patto di Stabilità è un grande aiuto per l’Italia e non solo. Significa poter non rispettare i vincoli che fino ad oggi hanno limitato le politiche pubbliche e significa che l’Italia, come gli altri Paesi, può superare i parametri di bilancio che fino ad oggi abbiamo dovuto rispettare. Credo che questa sospensione sarà irreversibile e che non si tornerà indietro: l’Europa dovrà riscrivere le regole del proprio funzionamento e del proprio stare insieme anche perché queste regole devono essere sempre più idonee allo scenario macro economico in cui siamo inseriti con potenze - penso alla Cina - che stanno avanzando, spostando gli equilibri economici a livello globale. 
Secondo lei, questo periodo eccezionale e unico della storia europea, può essere considerato un punto di partenza per un rinnovamento delle istituzioni europee? 
Sono sicuro che da questa emergenza usciranno una nuova Italia e una nuova Europa e sono altresì sicuro che entrambe saranno migliori. Ci vorrà tempo e non sarà facile, ma la storia ci insegna che le grandi crisi generano anche grandi opportunità. Purtroppo questo cambiamento pagherà un prezzo molto alto anche di vite umane ma alla fine tutti ne usciremo avendo imparato, ad esempio, quanto sia importante avere modelli sanitari forti e eccellenti come quelli Italiani o quanto sia importante avere in casa attività produttive strategiche che fino ad oggi abbiamo considerato non strategiche.  Spero che si possano anche sciogliere i nodi richiamati sopra con un nuovo patto per l’Italia, in cui tutti gli italiani dimostrino maturità. Quando vedo medici e infermieri che in massa si rendono disponibili per andare dal sud al nord, ad aiutare i colleghi in difficoltà, capisco che anche per questi italiani abbiamo il dovere di costruire un nuovo patto per l’Italia. 
Cosa pensa infine dei mercati finanziari e quali conseguenze possono avere sull’economia reale?
La Borsa non mi preoccupa. Ha perso il 30% in quattro settimane ma i mercati finanziari si riprenderanno rapidamente. La crisi in atto non è finanziaria purtroppo. La crisi in atto appartiene all’economia reale e attiene ai consumi. Ecco perché abbiamo bisogno di liquidità in questo momento. Maggiore sarà la liquidità a disposizione delle aziende e delle famiglie al momento della ripresa e maggiore sarà la velocità con cui ripartiremo. Un dato importante: gli Italiani a differenza di tanti altri europei hanno ancora il risparmio privato. E poi ricordiamoci che siamo l’Italia, un Paese ricco di risorse culturali, storiche, artistiche che per fortuna il Covid19 non ha ucciso e che continueranno ad esistere. Siamo un Paese ricco di creatività, di eccellenze produttive e di intelligenze che sono andate in tutto il mondo a lavorare e che in questi giorni vediamo collegarsi nei notiziari dai centri di ricerca e dalle Università più prestigiose. La nostra storia, il nostro patrimonio culturale e produttivo sono il nostro "sistema immunitario”.