di Chiara Azimonti e Alessandra Ferluga
Il Natale quando arriva arriva, portando con sé tutta una serie di elementi caratterizzanti che infondono luce, gioia e calore negli animi delle persone. Non c’è atmosfera natalizia senza la presenza di questi elementi, portatori di pathos e magia. La musica è senza dubbio uno degli ingredienti imprescindibili che lo caratterizzano, con la sua capacità di rendere più solenne un momento e grandiosa una festa. Ognuno di noi ha in fondo una canzone preferita che più gli ricorda questa festività. Quest’anno in redazione ci siamo lasciati ispirare da colleghi, docenti e studenti, per scoprire quale melodia associano al Natale, per quale motivo particolare e anche, quali ingredienti deve avere una musica natalizia per entrare nel cuore.
TRADIZIONALE - Per Silvia Dusi, che lavora presso l’Ufficio Orientamento, cantante e appassionata di musica, la canzone del cuore è Astro del ciel, nelle sue molteplici versioni: da quella «più tradizionale di Michael Bublé a quella molto personale di Zucchero» che senza dubbio predilige. Perché questa? «Mi ricorda le vigilie di Natale in cui con la mia famiglia andavamo a messa e tornati a casa, scartavamo i regali; mia nonna cantava con una stupenda voce lirica il giorno di Natale - ci dice Silvia -. E mi ricorda anche il significato più profondo di questa festività: la ricerca della speranza, l'attesa di qualcosa che ci apra il cuore. E mai come in questo Natale faccio mio l'augurio "luce dona alle genti, pace infondi nei cuor"». Una canzone che quindi per lei possiede sia “la chiave fondamentale di tutte le musiche e cioè la capacità di avere una presa emotiva, di suscitare emozioni”, sia «l'atmosfera giusta». Come sottolinea, «In questo periodo dell’anno la natura attorno a noi si ferma: molti animali vanno in letargo, l'anno solare volge al termine… forse anche per questo abbiamo voglia di melodie più riflessive, voci calde, e una musica che lasci spazio alla profondità dei nostri desideri e delle nostre attese».
FIABESCO - La neuroscienziata Alice Mado Proverbio del Dipartimento di Psicologia, ci racconta: «Io al Natale associo subito tutti i sottofondi sonori dei centri commerciali o delle feste religiose, che però sono convenzionali e non soggettive. Per rappresentare il Natale ogni famiglia ha tradizioni musicali proprie e a me viene in mente L’amore delle 3 melarance di Nicola Piovani. Questa bellissima canzone - basata su un'antica novella medievale dai toni orientaleggianti - mi evoca il senso della fiaba, con la presenza dei 3 elementi preziosi (I re Magi all’incontrario). Il coro e la tensione emotiva sono commoventi come il Natale deve essere, denso di un misticismo religioso che respiriamo difficilmente nel tran tran quotidiano.» Per la professoressa «le canzoni natalizie creano un senso di condivisione e di appartenenza, spesso prevalgono i cori o la coralità, le voci chiare o celestiali, perché evocano la tenerezza e l’innocente gioia degli angioletti, le percussioni e i sonagli dei loro balocchi, la tonalità maggiore e la melodia semplice e ripetitiva».
IMPEGNATO – «È una canzone molto spiritosa che credo riesca a tenere insieme elementi che accomunano il periodo festivo della mia generazione - dice invece Barbara Morandi, studentessa di Scienze dell’educazione e rappresentante in CdA, - La tradizione del Natale, spesso un po' superficiale, ha come sfondo un mondo in cui di tradizionale è rimasto ben poco, tanto che a Babbo Natale "han chiesto il superbollo sulle renne". Questo scenario natalizio consumista, e in cui il telegiornale, negli annunci tra una guerra e l'altra fa gli auguri, mi evoca un Natale che non fa per me e non ha nulla da trasmettermi, quindi nell'attesa di costruirne uno a misura per la mia generazione con dei valori che non siano cibo e regali, non mi rimane che "non starci dentro”.» Così la studentessa parla del suo brano preferito, “È Natale (ma io non ci sto dentro)", degli Articolo 31, inciso nel 1993. Quale l’ingrediente fondamentale, per una canzone di Natale, secondo Barbara? «Sicuramente l'allegria, ma non per questo i testi devono essere banali o semplici auguri di Natale: a me piacciono molto i brani musicali che abbiano anche un aspetto di critica sociale».
PER SEMPRE - «Scegliere la canzone di Natale per antonomasia è arduo - dice Marco Mascolo, dell’ Ufficio affari istituzionali, - La prima canzone che mi viene in mente è Sante Nicola di Vinicio Capossela, tratta dall’album “Da Solo” del 2008».
Per Marco, «dal ponte del primo novembre fino al 6 gennaio di ogni anno le nostre orecchie sono letteralmente sommerse da musiche natalizie, a prescindere dai luoghi in cui ci troviamo: dai supermercati alla televisione, dalla suoneria di chi ti siede a fianco sui mezzi pubblici agli altoparlanti presenti in alcuni centri storici di medie e grandi città italiane; persino le radio commerciali, da qualche anno a questa parte, hanno cominciato a creare sul web vere e proprie ‘stazioni radiofoniche’ con programmazioni esclusivamente natalizie. Di fronte a tutto questo vortice sonoro faccio un passo indietro e senza esitazione scelgo ‘Sante Nicola’ di Vinicio Capossela perché mi riporta ai Natali che mi vedono bambino, intento a disporre con cura le statuette secolari del Presepe di mia nonna Rosa. L’atmosfera del brano, che può essere idealmente ambientato in un villaggio innevato della sua Irpinia, mi regala un Vinicio cronista di un Natale senza tempo, emozionante, immerso nei suoni dei passi pesanti di Babbo Natale nella neve che si uniscono allo scoppiettio della legna nei camini e al ticchettare perpetuo di forchette, piatti e stoviglie che si protraggono fino a notte fonda».
«Non so se possano esistere ingredienti giusti o sbagliati ma ho la certezza che la canzone di Natale ideale debba avere la capacità di suggestionare il più possibile l’ascoltatore. Se penso all’Incipit di Sante Nicola, ci sono tutti gli elementi per chiudere gli occhi e vivere il proprio Natale sempre, per 365 giorni all’anno».
CLASSICO – Sceglie la musica dello Schiaccianoci di Tchaikovsky, Paolo Galli, ecologo marino e direttore del MahRE Center, perché «questa musica mi ricorda di quando da piccolo camminavo per le strade innevate del mio paese e l'unico rumore che sentivo era quello provocato dai miei stivali che affondavano nella neve.» Per lui, «gli ingredienti di una musica natalizia sono la capacità di stimolare emozioni che passano dal ricordo di fredde giornate invernali, al tepore della casa riscaldata, al mescolamento di luci intermittenti degli alberi di natale, di scambi di regali e di ritrovi cadenzati dei parenti».
RAP – Una scelta inusuale forse, quella di Nicholas di Stefano, studente di Comunicazione Interculturale, che ci indica come suo preferito il brano “26 dicembre” di Egreen, un artista rap italiano originario della provincia di Varese. Una canzone «da tempo colonna sonora dei miei momenti malinconici, come il periodo natalizio - spiega - Infatti, nonostante l’abbia sempre vissuto come un periodo felice, ho sempre trovato il Natale molto malinconico, in quanto si rincontrano le persone care ma solo per questo limitatissimo arco temporale. “26 dicembre” è un brano che a tutti gli effetti descrive come io vivo il periodo che segue immediatamente le vacanze natalizie ed in generale l’inverno».