Sta per compiere dieci anni l’Orchestra di chitarre dell’Università di Milano-Bicocca. La compagine più giovane dell’ateneo è ripartita, dopo la sosta imposta dall’emergenza per la pandemia, più forte di prima, con tante nuove leve e nuovi brani da imparare in vista dei prossimi concerti. Ce ne parla il maestro Emanuele Girardi, da otto anni direttore dell’Orchestra. L’intervista prosegue il viaggio del blog Bnews tra le compagini musicali del nostro ateneo.
Maestro Girardi, qual è la mission di questa formazione?
Riunire chitarristi e appassionati della chitarra classica e acustica che desiderano ritrovarsi per suonare insieme. L’Orchestra di chitarre è un organico che ha preso piede solo negli ultimi decenni. Ha reso corale un tipo di musicalità tradizionalmente individuale.
Come si può partecipare?
Ci si può candidare scrivendo all’indirizzo chitarre@unimib.it. Attraverso un incontro viene valutato il livello tecnico del musicista, la sua capacità di leggere uno spartito. Poi i nuovi arrivati vengono divisi in diverse classi. Le prove si tengono ogni lunedì dalle 17.30 alle 19.30 in aula U6/8.
Chi può candidarsi?
L’Orchestra è aperta a studenti, docenti, dipendenti dell’Ateneo, indipendentemente dal livello di preparazione. Ci sono amatori e strumentisti più esperti.
Anche professionisti?
Oltre a me, che dirigo, e al maestro Marco Pisoni, che ha fondato l’orchestra di chitarre e continua a collaborare, ci sono musicisti che studiano a livello professionale in Conservatorio e alcuni che hanno conseguito il diploma o la laurea. Per chi è alle prime armi suonare insieme a chitarristi esperti rappresenta un arricchimento del proprio bagaglio tecnico.
In quali occasioni suonate per il pubblico?
Interveniamo agli eventi istituzionali dell’Ateneo e partecipiamo a concerti, dentro e fuori l’Università, anche in collaborazione con le altri componenti musicali universitarie.
Lei da quando dirige in Bicocca?
Ho cominciato otto anni fa. Parallelamente dirigo anche la compagine omologa dell’Istituto musicale Rusconi di Rho. Spesso le due orchestre suonano insieme. In passato ho anche guidato l’orchestra di chitarre del Liceo Tirinnanzi di Legnano.
Tracciamo un identikit dell’Orchestra di chitarre di Milano-Bicocca.
È costituita da una quindicina di musicisti, prevalentemente studenti. Età media: 30 anni. Una decina i chitarristi, 5 le chitarriste.
Com’è dirigere insieme docenti e studenti?
Per loro è come tornare bambini. Viene meno il ruolo accademico. C’è complicità: si sentono tutti alla pari e pensano solo a ottenere il miglior suono possibile. C’è chi suona da almeno 7-8 anni e chi continua a venire anche dopo la laurea ottenuta in Bicocca e, nonostante gli avvicendamenti, possiamo dire che l’orchestra oggi ha un suo timbro personale.
Qual è il tasso di ricambio?
Normalmente, è di 1-2 elementi l’anno. Ma durante la pandemia, quando prove e concerti si sono fermati, abbiamo dovuto sostituire ben 5 elementi. Per fortuna, alla ripresa delle attività, abbiamo ricevuto tante candidature.
Come lo spiega?
Da una parte merito della campagna pubblicitaria, con i manifesti affissi in ogni edificio dell’ateneo, ma un motivo del forte numero di nuove adesioni può essere stato anche il desiderio di ritrovarsi e di condividere nuove esperienze in comune, dopo i momenti più duri dell’emergenza.
Come avete affrontato la pandemia?
Da febbraio del 2020 si era fermato tutto, ma per il Natale di quell’anno abbiamo deciso di tornare a suonare insieme ad ogni costo. L’Istituto Rusconi aveva organizzato in streaming l’evento “Guitar&Friends”. Ci siamo aggregati al progetto e, consegnate le parti ai nostri chitarristi, abbiamo seguito la preparazione da remoto e fatto registrare le singole parti su una base sonora che servisse da guida. Dalla combinazione dei vari contributi abbiamo ricreato un video finale che è stato trasmesso online. Nel 2021, in ottobre, siamo invece riusciti a tornare a provare e suonare realmente e finalmente insieme. A dicembre abbiamo tenuto un concerto natalizio nell’aula 08 dell’U6.
Qual è il vostro repertorio?
Come dicevo, l’Orchestra di chitarre, come formazione, non ha una lunga storia alle spalle né un repertorio consolidato, rispetto ad altri tipi di organici come per esempio il quartetto d’archi. Oltre ad alcuni brani originali, eseguiamo trascrizioni di musica classica, pop e tradizionale: da Bach e Vivaldi alle canzoni dei Beatles o di Domenico Modugno.
Prossimi impegni?
In questi giorni stiamo provando musiche di Isaac Albeniz, Leo Brouwer, Andrew Forrest, danze rinascimentali e latinoamericane. Le eseguiremo al concerto di fine anno accademico in Università e in Casa Magnaghi a Rho.