Avrebbe dovuto presentare il suo lavoro al MIE2020 (Medical Informatics Europe) ma a causa del Coronavirus non ha potuto dare visibilità alla sua creazione. Pietro Randine è un brillante informatico laureato in Bicocca che ha creato un dispenser personalizzato di carboidrati per pazienti diabetici. Prendendo spunto dal titolo di una famosa serie tv, la sua invenzione è stata chiamata “The House of Carbs”.
Dopo aver letto di lui su un sito internet norvegese, lo abbiamo contattato via twitter per farci spiegare di cosa si tratta:
«Ai pazienti diabetici capita spesso di avere un livello troppo basso di glucosio nel sangue e ciascuna persona esperimenta dei sintomi individuali molto sconfortevoli. Per evitare questa situazione, i pazienti assumono degli zuccheri ma rischiano di esagerare causando un picco glicemico che necessita poi una dose di insulina che rischia farli ritornare in ipoglicemia. Questo effetto “montagne russe” causa molti danni alla salute ed è il problema che intendevo risolvere. Abbiamo quindi creato un sistema che stima ed eroga automaticamente la giusta quantità di succo di frutta (o simili) necessaria per compensare l’improvvisa carenza di glucosio del paziente. Il sistema comunica tramite un chatbot, è personalizzabile e gestibile da remoto ed utilizza un programma in cloud per acquisire i valori di glucosio nel sangue, costantemente aggiornati grazie a dispositivi di monitoraggio continuo (CGM).»
Il funzionamento del dispositivo è ben illustrato in questo video
Laureato in informatica nel 2018, grazie al programma Erasmus Internship Pietro Randine ha svolto a Tromsø questo progetto per la sua tesi magistrale in collaborazione con il Norwegian Centre for E-health Research e l’Università di Tromsø. Pochi giorni dopo la laurea ha firmato un contratto come ricercatore presso l’NSE (Nasjonalt senter for e-helseforskning) e nel 2019 ha deciso di continuare il percorso accademico con un PhD presso il dipartimento di Informatica della UiT (Università di Tromsø).
Riguardo al suo percorso universitario ci dice:
«Sono felicissimo di aver scelto Milano-Bicocca. È stata dura soprattutto con i progetti: robotica, elaborazione delle immagini, data & text mining e molti altri. Però alla fine ha pagato. Abbiamo ricevuto un ampio background. Dal punto di vista linguistico, fare l'Erasmus in Norvegia è ostico ma sono stato aiutato dalle varie amministrazioni che si sono rivelate molto pazienti con me. Dal punto di vista economico invece, fare un periodo all'estero può essere molto costoso. Prendevo la borsa Erasmus più un contributo mensile della Bicocca: per vivere in Norvegia era poco ma in Italia avevo anche messo da parte dei soldi lavorando. Sarebbe bello se in futuro si potessero aumentare i fondi per permettere a tutti un’esperienza del genere.»
Quali sono i progetti per il futuro?
«Il PhD terminerà ad agosto 2023. Mi occupo di sistemi e automazioni che possano migliorare l’esperienza dei pazienti prima, durante e dopo le consultazioni mediche. L'idea sarebbe quella di integrare più sensori e robot per assistere ancora meglio i malati. E poi vorrei imparare a sciare, parlare correttamente il norvegese e… trovare l'amore»
Foto di copertina - Pietro Randine mostra la sua creazione insieme al professor Eirik Årsand, fonte: UiT