1519 – 2019. Cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il “genio” per eccellenza. Poliedrico, visionario, creativo, in grado di influenzare per tutti questi anni la cultura occidentale in diversi campi anche molto distanti tra loro: pittura, ingegneria e anatomia solo per citarne alcuni.
Il nostro ateneo ha intrecciato più volte la propria storia con quella di Leonardo, fin dalla nascita di Milano-Bicocca nel 1998.
Chissà se nelle sue più azzardate visioni futuristiche, il genio di Vinci avrebbe mai immaginato che a distanza di 500 anni il suo disegno dell’ottaedro sarebbe divenuto il logo del più giovane ateneo di Milano? Esatto, proprio così: forse non tutti sanno che il nostro logo deve in parte la sua paternità al disegno con cui Leonardo impreziosì il trattato “De Divina Proportione” (Scritto da Fra' Luca Pacioli tra il 1496 e il 1497). In occasione del ventennale di Milano-Bicocca, il logo è stato anche reso tridimensionale in un elegante opera d’arte “Audentas fortuna iuvat. Forme-pensiero in divenire nello spazio” eseguita da Luigi Alberto Cavalles, allievo dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Perché scegliere proprio il disegno di Leonardo da Vinci? Le ragioni sono diverse. Tra queste, il forte legame dell’artista con la nostra città.
Milano è stata in qualche modo “plasmata” da Leonardo a cui si devono gli studi per l’ampliamento e il miglioramento dei navigli. A testimonianza del suo impegno in merito, nonostante l’interramento di gran parte dei canali, sono tuttora ben visibili le chiuse della conca dell’Incoronata (o delle gabelle). Le chiuse leonardesche hanno recentemente subito un’importante opera di restauro a cui hanno partecipato anche i ricercatori del BiPAC (Centro interdipartimentale di ricerca sul patrimonio storico artistico e culturale) che nel 2018 hanno realizzato, in Piazza della Scienza, una mostra virtuale per illustrare le fasi del lavoro di recupero e il funzionamento del sistema progettato da Leonardo.
A Leonardo si deve anche la lunga coda di turisti che, di fianco al santuario di Santa Maria delle Grazie, attendono il loro turno per osservare da vicino uno dei più famosi capolavori dell’arte rinascimentale: L’ultima cena. Proprio l’abbondanza di persone che per secoli ha affollato l’ex refettorio del convento stava rovinando in modo irreparabile il prezioso dipinto, non tanto per l’incuria dei visitatori, quanto per le modificazioni che questi apportano alla qualità dell’aria (temperatura e umidità, ad esempio) in un ambiente chiuso di piccole dimensioni. Oggi, Milano-Bicocca svolge un ruolo fondamentale nella preservazione dell’affresco di Leonardo, monitorando le condizioni atmosferiche e proponendo innovazioni in grado addirittura di aumentare l’afflusso di visitatori al cenacolo, senza correre il rischio di deteriorarlo. Tutto questo grazie al gruppo di ricerca “capitanato” dal professor Ezio Bolzacchini (Chimica dell’Atmosfera). Guarda la video-intervista per Rai Cultura.
Infine, per aiutare i turisti a conoscere meglio il grande lascito culturale di Leonardo alla nostra città, gli studenti del Master in Tourism Strategy & Management hanno presentato ai rappresentanti di Confcommercio e del Comune di Milano i risultati e le proposte di un project work finalizzato a valorizzare il programma "Milano e Leonardo Da Vinci". I loro suggerimenti, frutto della collaborazione con CRIET (Centro Interuniversitario in Economia del Territorio), FTO (Federazione Turismo Organizzato) e Confcommercio, prevedono proposte di pacchetti turistici ad hoc, singole iniziative ed esperienze modulari articolate secondo alcuni temi: cibo e vino, scienza e arte, vita di corte presso gli Sforza, acqua, sistema dei canali e delle chiuse, architettura. Oltre alle proposte di visita, sono stati suggeriti eventi, gadget, strategie di promozione e comunicazione innovativi.
Aggiornamento del 27 febbraio 2019: anche il Corriere della Sera si è occupato di quest'ultimo progetto, nell'articolo "Arte, vino, società: l’«algoritmo» degli studenti che svela Leonardo"
Aggiornamento del gennaio 2020: su youtube, Fondazione Bracco ha pubblicato un'intervista a Isabella Castiglioni, professoressa Ordinaria in Fisica Applicata, che spiega il lavoro di indagine diagnostica con cui sono stati svelati alcuni segreti dietro ai capolavori leonardeschi esposti al Museo Poldi Pezzoli in occasione della mostra "Leonardo e la Madonna Litta".