Greta e Leonardo, le tracce più probabili per il tema. Bene l’eliminazione della terza prova, un po’ meno le buste agli orali. E servirebbe più continuità nel format. Raffaele Mantegazza, docente di Pedagogia generale e sociale, dice la sua sull'esame di maturità al via domani mattina, 19 giugno, per mezzo milione di studenti in tutta Italia.
Professore, come valuta il nuovo esame di maturità?
Parto da una considerazione a monte: trovo sbagliato cambiare ogni anno o quasi. Una sperimentazione in ambito educativo dovrebbe durarne dieci di anni. Anche per generare meno ansia e incertezze negli studenti.
Per essere ammessi basta la media del 6 tra tutte le materie.
È corretto non vincolare il giudizio complessivo sul curricolo dello studente, e quindi la sua ammissione, a una singola insufficienza in una materia.
Non c’è più la terza prova, volgarmente chiamata “quizzone”.
Era una prova poco chiara, troppo differenziata tra scuola e scuola e che portava i maturandi a sapere poco di tutte le materie. Era legata a una logica di risposte chiuse che poco tastava il valore dello studente. Due prove scritte, se bene fatte, sono sufficienti. In questo giudico positivamente la seconda prova del liceo classico che mette insieme greco e latino.
Gli orali partiranno dall’estrazione di una busta su tre.
L’esame di maturità dovrebbe rendere il ragazzo protagonista. E l’orale dovrebbe essere un colloquio “maturo” nel quale si incontrano lo studente e il docente, partendo da quello che il primo sa. Partire da una busta mi sembra andare in direzione opposta. Mi sembra anche che manchi un momento interdisciplinare, che era rappresentato dalla tesina, per permettere al maturando di connettere le diverse materie, facendo emergere il proprio percorso, dalla carriera studentesca al deposito di conoscenze.
La prova che ritiene più importante?
Sono affezionato alla prima, nello specifico al tema, che ritengo più utile rispetto al saggio breve o alla recensione, che sono a rischio di banalizzazione. Vorrei però la reintroduzione della traccia storica. Sono tra i fautori dell’appello lanciato negli ultimi mesi.
Quali argomenti vede più probabili per il tema?
Una traccia ispirata a Greta Thunberg e all’ecologia. O meglio al tema ecologico legato al protagonismo dei giovani. E una traccia scientifica ispirata a Leonardo da Vinci, nel cinquecentesimo anniversario della scomparsa. Ma si sa: i temi più attesi non escono mai…
Un appello ai maturandi?
Vivete la maturità non solo come una messa sotto esame ma come il compimento di un percorso, come un momento bello di protagonismo da ricordare. Non ascoltate chi vi dice di essere prudenti nell’esposizione degli argomenti, ma prendete invece posizione, partendo dalla vostra esperienza e dal vostro sapere, senza ricorrere a facili slogan. Evitate di ricorrere a trucchi, telefonini o sostanze che siano. Non sarà un voto in più o in meno a cambiare la vita.