Stella Bersani, giovane studentessa che frequenta il primo anno di Giurisprudenza all’Università di Milano-Bicocca, ha una grande passione: l’atletica leggera; nello specifico ci farà esplorare le prove multiple, gare costituite da due o più discipline atletiche. Con lei portiamo avanti la scoperta degli studenti-atleti che fanno parte del programma Dual Career della Bicocca e che coniugano lo sport, la loro grande passione, all’impegno universitario.
Quando e come hai iniziato a coltivare la tua passione per l’atletica leggera?
Ho iniziato a fare atletica intorno ai 13/14 anni: mi è sempre piaciuto correre, sin da quando coi miei compagni facevamo a gara a chi arrivava primo correndo in fondo a una strada o a una palestra. Il consiglio concreto di mio papà è stato poi di iscrivermi in una società sportiva; così seppure fossi scettica, alla fine ho deciso di intraprendere questo percorso. I primi due anni sono stati propedeutici perché ho svolto tutte le basi delle varie discipline dell’atletica (come salto in lungo, velocità, lancio del Vortex e corsa ad ostacoli), in realtà imparandole giocando. Quando poi ho scelto di frequentare il liceo sportivo, ho cominciato a concentrarmi solo sull’atletica.
Ho visto che ti definisci eptatleta: vuoi spiegarci in che cosa consiste nello specifico questa specialità?
Ci sono varie discipline nell’atletica e io le ho provate tutte, però dal momento che me ne piacevano molte, non riuscendo a sceglierne una soltanto, mi sono avvicinata alle prove multiple. Dapprima si inizia con il pentathlon (costituito da 5 discipline), poi si passa all’eptathlon che comprende: corsa a ostacoli, salto in alto, lancio del peso, corsa dei 200 metri, salto in lungo, lancio del giavellotto e corsa degli 800 metri. Nel corso di una settimana prima delle gare devo riuscire ad allenarmi in tutte, per questo la preparazione a questo tipo di competizione è molto varia: ci sono giorni in cui ci dedichiamo alla corsa, due giorni di sola palestra e altri ancora di doppio allenamento.
Nel febbraio del 2023 sei stata proclamata campionessa italiana di lancio del giavellotto ai Campionati italiani invernali di lanci lunghi di Rieti e nell’agosto di quello stesso anno hai partecipato agli Europei Under 20 di Gerusalemme: cosa hanno significato per te questi grandi eventi e come li hai vissuti?
Ho vinto i Campionati italiani di Rieti con la quinta misura a metà classifica, all’epoca facevo i miei metri, stando sempre nella mia comfort zone. Non essendo inizialmente tra le prime in classifica, ho vissuto il campionato con molta serenità e senza pressioni: poteva andare solo meglio. Avevo fatto un bel riscaldamento e al primo lancio ho raggiunto un risultato inaspettato per tutti, soprattutto per me stessa. Con quel punteggio ho vinto il campionato italiano arrivando a pochi centimetri dal minimo per gli europei. Da lì mi sono messa alla ricerca di questa fatidica misura per accedervi, che però non è arrivata subito. Le gare sono iniziate ad aprile e a maggio in una gara di prove multiple sono sorprendentemente riuscita ad arrivare alla misura necessaria per partecipare agli Europei 2023. Siamo arrivati a Gerusalemme un po' prima rispetto ai campionati, riuscendo anche a visitarla. Successivamente ci siamo allenati coi tecnici della Nazionale. Il giorno della gara ero un po' agitata perché venivamo ripresi e c’era tanto pubblico! Poter vivere questa esperienza è stata senza dubbio un’emozione sin da subito, a partire dalla chiamata per chiedermi le misure della divisa. È stato un sogno perché tutti noi atleti prima o poi speriamo di arrivare a gare come queste. Il contesto europeo è stato stimolante soprattutto perché eravamo in contatto con tanti ragazzi di altre nazionalità e si stava tutti insieme cercando di comunicare.
Hai dei modelli o dei punti di riferimento che riescono a darti delle motivazioni in più?
Per quanto riguarda figure da cui traggo ispirazione, ammiro molto le ragazze eptatlete americane, che riescono a vivere di sport. Sono atlete molto forti, partecipano a campionati importanti e ottengono risultati eccellenti. Figure importanti per me sono poi senza dubbio i miei allenatori. Mi sento molto legata a loro. Ma sono anche una persona che si allena parecchio da sola perché nella mia società siamo in pochi che facciamo le prove multiple e i lavori sono diversi. Se l’atletica è già uno sport di per sé molto individuale, la disciplina delle prove multiple lo è ancora di più. A dire il vero, a me non pesa allenarmi da sola perché riesco a concentrarmi meglio su quello che faccio.
Tra gli sforzi e i sacrifici, qual è lo stile di vita della sportiva? Riesci a conciliare vita universitaria e sport?
Dopo essermi iscritta al corso di laurea di giurisprudenza, ho scoperto dopo un mese l’esistenza del programma Dual career dedicato agli studenti-atleti che fanno sport a livello agonistico. Ho apprezzato sin da subito che da parte dell’università ci fossero agevolazioni in questo senso e che fossimo capiti. Arrivo da un liceo ad indirizzo sportivo, che quindi dava già una particolare attenzione agli atleti e alla gestione della nostra carriera sportiva, ma sinceramente non mi aspettavo l’organizzazione di un progetto universitario dedicato. Oltre alla possibilità di programmazione degli esami e di più agevole gestione delle lezioni, infatti, possiamo usufruire della presenza di un tutor e di un supporto psicologico che ci aiuti a parlare di quello che ci succede sia nell’ambiente scolastico che in quello sportivo. Averlo è stato molto utile perché iniziare l’università è sempre un cambiamento importante.
Si dice che gli sportivi stiano sempre sul campo e non abbiano una vita sociale: forse un po' è vero. Io sono sempre sul campo, ma in realtà ho anche una vita al di fuori di quello, sia nell’ambiente universitario che non. La sera, quando non si hanno gare, esco o mi rilasso a casa con qualche serie tv, come tutti i ragazzi della mia età. Quando poi non ho grandi impegni in vista, mi piace moltissimo allenare i bambini e i ragazzini, per fargli provare questo bellissimo sport.
Quali ulteriori traguardi hai in programma per la tua carriera sportiva?
Mi piacerebbe certamente rivivere l’esperienza dell’anno scorso coi campionati europei, magari in un luogo diverso: quest’anno era improbabile ripeterla a causa del cambio di categoria, da junior a promesse. Più avanti invece non nego che sicuramente mi piacerebbe segnare il traguardo dei Mondiali e delle Olimpiadi.