Una tesi di laurea può prendere spunto dalla propria passione per uno dei più grandi campioni di tennis di tutti i tempi. E costringerti a cambiare una nota a piè di pagina proprio nel momento in cui il campione, Rafael Nadal, realizza il record di slam vinti all’Australian Open, superando i rivali di sempre, Roger Federer e Novak Djokovic. È l’esperienza di Francesca Sara, 26 anni, avellinese, neodottoressa a pieni voti in Scienze antropologiche ed etnologiche, grazie al lavoro svolto sull’impatto che l’Academy fondata dal campione spagnolo nella sua città natale, Manacor nell’isola di Maiorca, ha avuto sulla comunità locale, a livello economico e sociale.
Innanzitutto, perché hai scelto di iscriverti a Scienze antropologiche ed etnologiche?
Nel 2019 mi ero laureata in Lettere moderne, triennale, all’Università di Salerno, e gli esami di antropologia culturale erano quelli che mi avevano stimolato di più. Avevo deciso di approfondire la materia proseguendo gli studi con un corso magistrale. Volevo venire a studiare a Milano e la Bicocca è stata per me la scelta migliore.
L’idea della tesi da dove nasce?
Amo lo sport, gioco a tennis a livello amatoriale, stravedo per Nadal da quando ha vinto a Wimbledon nel 2008 contro Federer. Per un periodo ho vissuto a Manacor, la città di 45mila abitanti sull’isola di Maiorca dove ha sede la Rafael Nadal Academy, l’accademia di tennis da lui fondata nel 2016. Parlandone con gli abitanti mi sono resa conto di una forte spaccatura tra chi la apprezzava e chi la osteggiava. Da qui l’ispirazione.
Come hai proceduto?
Insieme alla mia relatrice Silvia Barberani e al mio correlatore Dario Nardini ho messo a punto il metodo per la mia tesi sperimentale, un sondaggio basato su questionari che poi ho sottoposto a 105 residenti di Manacor e focalizzato su due temi: l’impatto della Rafa Nadal Academy sul settore turistico e sull’economia della comunità di Manacor, storicamente esclusa dai grandi flussi turistici delle Baleari, e la percezione nella comunità, dove è fortemente sentita l’identità catalana.
I risultati?
Ho riscontrato una differenza dovuta all’età, alla situazione lavorativa e alla cultura di riferimento. I più anziani, i disoccupati e i “catalanisti” si sono mostrati fortemente critici verso la presenza della Academy. Senza lavoro, non hanno tratto vantaggio economico dalla struttura. Inoltre Nadal è visto come un simbolo della Spagna: quando vince si avvolge nella bandiera nazionale o si commuove all’inno. Gli occupati e i più giovani la vivono positivamente. Dal punto di vista turistico, invece, l’impatto è stato innegabilmente positivo: oggi l’accademia di tennis è il motore economico di Manacor, offre 400 posti di lavoro, la popolazione è aumentata di circa 5mila abitanti e i flussi turistici per le Baleari passano anche di lì.
Un metodo applicabile in Italia?
Il turismo sportivo sta crescendo tanto anche da noi. È un fenomeno che permette di destagionalizzare i flussi, rispetto al tradizionale “sole e mare” estivi cui siamo abituati. Il successo di campioni come Berrettini e Sinner ha dato nuovo smalto anche alle accademie e ai tornei italiani.
Durante l’elaborazione della tesi, hai incontrato Nadal?
Più volte. Se non è in giro per tornei, lui vive in Academy, come una persona qualsiasi. Fa palestra con gli ospiti, puoi assistere ai suoi allenamenti, è estremamente disponibile, fa foto e autografi con tutti quelli che lo fermano.
Gli hai detto della tesi?
No. Prima volevo laurearmi. Questo fine settimana tornerò a Maiorca e gliene porterò una copia, sempre che lo incontri. Antonio Arenas, che si occupa della comunicazione della Academy e mi aveva aiutato a sottoporre il questionario ad alcuni dipendenti, mi ha chiesto una traduzione in spagnolo della tesi.
Nel frattempo il 30 gennaio Nadal è diventato il recordman di slam vinti, 21, superando Federer dopo anni di rincorsa.
Una gioia immensa, ma ho dovuto ritoccare la tesi, di cui avevo già stampato una copia di prova. In una nota a piè di pagina avevo indicato le vittorie del campione maiorchino, specificando che condivideva il record con il tennista svizzero e Djokovic. Mi sono spaventata quando Nadal è arrivato in finale a Indian Wells, con le copie già stampate e la discussione fissata tre giorni dopo. Troppo tardi per rimettere mano. Ha perso la finale, anche per via dell’infortunio. Sportivamente mi è dispiaciuto ma ho tirato un bel sospiro di sollievo.