Intervista a Samantha Cristoforetti, astronauta dell'ESA e capitano pilota dell'Aeronautica Militare, protagonista della missione Futura dell'ASI, protagonista di un incontro con gli studenti promosso da Red Shift, associazione studentesca, in collaborazione con il Dipartimento di Fisica e con ESA - European Space Agency
Quanto è stata importante la sua formazione scientifica e il confronto con altre realtà internazionali per la sua carriera?
Intanto vorrei chiarire che io ho una formazione scientifica soltanto se usiamo questa espressione in senso lato. Non sono infatti una scienziata di formazione, ma un’ingegnera.
Avere un background in ingegneria, insieme ad una formazione come pilota militare, mi ha permesso di partecipare alla selezione come astronauta europea ormai dieci anni fa. Le professioni tecnico-scientifiche, inclusa la medicina, e quelle legate all’aviazione sono infatti i tipici bacini di reclutamento per gli astronauti. Allo stesso tempo, questa formazione mista mi ha permesso di affrontare serenamente sia gli aspetti più tecnici, che quelli più operativi del volo spaziale.
Inoltre l’esplorazione spaziale è un contesto professionale molto internazionale, quindi sono necessarie adeguate conoscenze multiculturali, nonché la conoscenza di qualche lingua straniera. Ovviamente non parlo dell’inglese, quello è scontato. Io incoraggio sempre i giovani a non considerarlo una lingua straniera, ma una propria lingua, come l’italiano.
Perchè oggi è importante andare nello spazio?
Ci sono benefici utilitaristici, diciamo, legati all’acquisizione di conoscenze con risvolti applicativi, allo sviluppo di tecnologie all’ avanguardia, al mantenimento di un’ industria strategica e delle risorse professionali pregiate che vi lavorano. Poi ci sono aspetti di ricerca fondamentali, quelli di cui trarranno beneficio le generazioni future. Ad esempio, se non avessero fatto ricerca fondamentale un secolo fa oggi non avremmo i GPS e i LED. E poi c’è un aspetto, che per me è il più importante, che riguarda la capacità delle imprese spaziali di mobilitare le parti più nobili dello spirito umano attorno ad una sfida difficile, in un’ottica di cooperazione e non di competizione.
Il futuro dell'esplorazione spaziale. Nello specifico, quali potrebbero essere le professionalità più richieste?
Ogni persona può contribuire in base alle proprie aspirazioni e capacità. E' difficile individuare un ruolo che vada bene per tutti. La buona notizia è che nella “comunità spaziale” lavorano le figure professionali più diverse, dagli scienziati, agli ingegneri, ai manager fino a chi si occupa di contratti o comunicazione. Per chi ha competenza, dedizione e umiltà c’è senz’altro posto.
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Foto: credits ESA/NASA