Siamo davvero così diversi da formiche, pulcini e cani? Elena Nava e Margaret Addabbo ci invitano a scoprire i punti di contatto - Bnews Siamo davvero così diversi da formiche, pulcini e cani? Elena Nava e Margaret Addabbo ci invitano a scoprire i punti di contatto

Siamo davvero così diversi da formiche, pulcini e cani? Elena Nava e Margaret Addabbo ci invitano a scoprire i punti di contatto

Animali e bambini

Dalle formiche ai bambini: un viaggio nell’evoluzione del comportamento umano e animale è il titolo del ciclo di 6 incontri che si svolge tra marzo e maggio al Museo di Storia Naturale di Milano.

Incontriamo Elena Nava, ricercatrice di Milano-Bicocca in Psicologia dello sviluppo, che insieme a Margaret Addabbo, assegnista di ricerca, ha organizzato l’evento con l’obiettivo di rintracciare alcuni aspetti cognitivi comuni nel corso dell’evoluzione umana e animale.

Quale metodo avete scelto per rendere evidenti queste corrispondenze tra i nostri comportamenti e quelli di altre specie?

Vogliamo coinvolgere i partecipanti proponendo degli esempi tratti sia dal mondo animale, sia dal mondo dell’infanzia. Partiamo dal primo speaker: Giorgio Vallortigara, professore dell’Università di Trento, ci parlerà di come si è evoluta la cognizione numerica, attraverso l’osservazione dei pulcini. Questi animali sono chiaramente filogeneticamente molto distanti da noi ma, come scopriremo, dimostrano un’inaspettata intuizione numerica, una certa percezione della quantità, il senso del “grande” e del “piccolo”.

Il secondo appuntamento assegna alle formiche il compito di spiegare il concetto di intelligenza collettiva. Donato Grasso, professore dell’Università di Parma, ci offre un’interessante confronto tra la struttura sociale di questi insetti e le dinamiche dei social network. Una colonia è un superorganismo organizzato, efficiente e collaborativo; capiremo come emerge il lato cooperativo nelle attività dei singoli e quale spazio resta all’individualità.

I cani diventano protagonisti il 2 maggio con Emanuela Prato Previde, professoressa della Statale di Milano, che propone una riflessione sulla gelosia. Sentimento complesso che, negli animali come nei bambini, rivela in presenza di un intruso la medesima strategia difensiva, volta a conservare le relazioni considerate essenziali dal punto di vista affettivo o sociale.

Avete progettato, in collaborazione col Museo di Storia Naturale di Milano, un viaggio che si snoda in varie tappe. Mettiamo in luce il filo conduttore che lega tutti gli incontri.

L’osservazione parallela consente di trovare un link tra diverse specie animali, inclusa quella umana, evidenziando somiglianze e differenze. Obiettivo del ciclo di incontri è mettere in luce come alcune capacità cognitive siano state evoluzionisticamente importanti e come, quindi, si siano conservate dalla formica al bambino piccolo.

Elena Lorenzi, ricercatrice dell’Università di Trento, ragionerà sulle caratteristiche che presentano le scatole craniche di vari ominidi per passare poi ad affrontare il ruolo della dimensione del cervello negli animali. Terminerà guidandoci alla scoperta degli effetti dell’alimentazione sullo sviluppo neurale.

Approfondiamo in particolare il contributo dei relatori di Bicocca.

Le nostre ricerche si svolgono prevalentemente all’interno del Bicocca Child&Baby Lab, presso il Dipartimento di Psicologia di Milano-Bicocca, dove studiamo come si sviluppano le capacità percettive, cognitive e sociali dei bambini nel loro primo anno di vita. È fondamentale comprendere come diverse abilità emergono e si modificano in un periodo dello sviluppo in cui avvengono moltissimi importanti cambiamenti. In particolare, ci interessiamo di aspetti percettivi, emotivi e sociali; ad esempio come i bambini elaborano i volti, le emozioni, le regole che usano per apprendere, fino al loro rudimentale senso di giustizia. A misure comportamentali abbiniamo spesso misure fisiologiche, che ci permettono di osservare non solo come si sviluppa la mente, ma anche il cervello dei più piccoli.

Elena Guida, dottoranda in Psicologia, Linguistica e Neuroscienze Cognitive, e Ermanno Quadrelli, ricercatore in Psicologia dello sviluppo, si concentreranno sul ruolo dell’ambiente sociale e dell’importanza delle relazioni con le figure di riferimento primario nei primi mesi di vita dell’essere umano, per poi creare tracce comuni con diverse specie animali, a partire dai roditori fino ad arrivare ai primati non umani.

L’ultimo dialogo sarà dedicato all’analisi delle leve motivazionali che ci spingono a cercare un contatto con gli altri. Il lavoro di Margaret Addabbo esplorerà la nozione di tocco affettivo: dalla promozione dei legami relazionali o di coppia, al rafforzamento delle strutture e delle gerarchie sociali.

Concluderò con un intervento sulla preferenza che bambini anche piccolissimi mostrano verso individui con atteggiamenti altruistici, rispetto a soggetti caratterizzati da tratti egoistici, e su come questo aspetto sia alla base dello sviluppo di un senso della morale e della giustizia, facendo anche riferimento a studi che hanno osservato comportamenti simili in primati non umani.