Raccontare la scienza con uno scatto - Bnews Raccontare la scienza con uno scatto

La nuova edizione del concorso fotografico è una tra le iniziative promosse da MuDiB, il Museo Diffuso Bicocca e l'Area Servizi Culturali e Documentali. Franca Zuccoli, Rita Capurro e Linda Salmaso - le prime due componenti della commissione valutatrice, la terza referente dell’organizzazione del concorso - ci raccontano come questa proposta si inserisce nelle strategie del Museo Diffuso e quali ne sono i principi ispiratori.

Qual è lo stato dell’arte delle attività del Museo Diffuso MuDiB?

Franca Zuccoli: tra le prime azioni intraprese dal Museo Diffuso vi è stata la richiesta di una mappatura iniziale degli oggetti patrimoniali presenti nei vari Dipartimenti. In quel caso i referenti del BiPAC (Centro Interdipartimentale di Ricerca sul Patrimonio Storico Artistico e Culturale) hanno segnalato alcune collezioni. Da questa prima inventariazione, si è passati successivamente a un lavoro sempre più articolato, che ha previsto la catalogazione puntuale di ogni oggetto. Ogni bene culturale materiale viene inserito nella piattaforma prima di essere riconosciuto e approvato dalla Soprintendenza. Il percorso che abbiamo intrapreso non si limita però a catalogare e valorizzare le collezioni che poco alla volta prendono forma, ma ha anche l’obiettivo di creare e sviluppare iniziative di costruzione di nuovo patrimonio e il concorso fotografico si colloca proprio in questa cornice.

Un'attenzione specifica del museo è quella relativa alle arti visive. Vogliamo anche ricordare come il Museo Diffuso MuDiB realizzi ogni anno un’esposizione che ha l’obiettivo di far conoscere questi patrimoni e di creare relazioni sempre più articolate con le realtà culturali presenti nel nostro territorio o altri musei universitari. Un esempio è stata l’esposizione Birth: nascere non basta (28 settembre 2023 - 14 gennaio 2024).

Tornando alla seconda edizione del concorso fotografico, abbiamo scelto un tema che è rilevante per tutti noi: quello della scienza e della ricerca scientifica. Ovviamente il tema è distintivo in primo luogo per la comunità universitaria, ma noi lo interpretiamo in senso più ampio, facendo riferimento a una scienza che non è solo quella che si pratica nel chiuso dei laboratori, ma quella che ognuno di noi può incontrare nel quotidiano.

L’obiettivo di fondo è aprire il concorso a tutto il territorio, infatti nella commissione che assegnerà i premi - accanto a studenti, docenti ed esperti della materia - c’è anche Anita Pirovano, che è la Presidente del Municipio 9. Per questo ci proponiamo di “esportare” l’esposizione delle foto selezionate in altri luoghi. L’edizione dello scorso anno, ad esempio, è stata presentata all’interno del palinsesto del Monza Photo Festival. Un’attenzione speciale vorremmo fosse rivolta non solo al campus di Milano, ma anche a Monza, Lecco, Sondrio, Bergamo, le Maldive, insomma a tutte le sedi del nostro Ateneo.

Quindi il concorso si propone come fonte di acquisizione del patrimonio museale?

Rita Capurro: sì, esattamente, e questo si lega al tema della partecipazione attiva in un’operazione culturale, tema importante per il museo contemporaneo tanto che è presente nella definizione di museo formulata a Praga dalla conferenza generale di ICoM (International Council of Museums).

Abbiamo riflettuto sul fatto che un’iconografia di Bicocca, in fondo, esiste già ed è anche storica, consolidata, ma si sofferma perlopiù sugli aspetti architettonici e urbanistici: gli edifici, il passaggio dalla fase industriale al terziario avanzato e così via. Ormai però l’Ateneo e il suo territorio nel nuovo assetto hanno una piccola storia da raccontare e vogliamo portare alla luce l’identità e il vissuto del quartiere, ripresi da diverse angolature.

Per questo abbiamo cominciato l’anno scorso con un focus sulle persone, su chi vive quest’area e questo è anche il motivo per cui abbiamo affiancato al premio assegnato da una giuria qualificata, un secondo tipo di premi esito della valutazione di una sorta di giuria popolare: coloro che visiteranno l’esposizione delle foto, potranno far valere la propria opinione. Non importa che questo metodo possa aprire la strada a possibili “manipolazioni” perché c’è chi è più capace di mobilitare la rete dei propri contatti. Il nostro obiettivo è attivare la partecipazione, far sì che il concorso venga vissuto come momento di riappropriazione dell’identità del luogo.

Riepiloghiamo le regole del gioco:

Linda Salmaso: mentre l’anno scorso le categorie erano basate sul tipo di fotografia, quest’anno si è scelto un taglio tematico. Le sezioni saranno tre: 1) I luoghi della ricerca; 2) Natura e scienza nella vita quotidiana; 3) Noi e le scienze.

Il premio della giuria popolare si chiamerà Incontro con il pubblico. L’anno scorso, nonostante fosse la prima edizione del concorso fotografico, siamo stati molto soddisfatti perché abbiamo registrato numeri importanti. Si sono presentati 86 fotografi e sono arrivati più di mille voti “popolari”. Quest’anno puntiamo a superare questi numeri.

Le foto si potranno caricare in piattaforma dal 17 marzo al 1° aprile.

In un secondo momento, chiederemo la disponibilità ai fotografi di rilasciare una breve video-intervista in cui spieghino com’è nata la loro foto, in modo che chi voglia approfondire il percorso che ha portato un autore a realizzare quello scatto, abbia gli strumenti per farlo.

Franca Zuccoli: vorrei anche sottolineare che il tema del concorso è stato scelto in coerenza con il progetto di cui MuDiB si sta occupando in questo periodo, che è la risistemazione delle collezioni fotografiche di Bicocca. In occasione di Museocity, il 4 marzo scorso abbiamo già cominciato a mostrare le fotografie di Arnaldo Chierichetti, inoltre stiamo curando anche la collezione Occhialini. Entrambe queste collezioni di ambito scientifico sono collocate sul ponte tra U1 e U2 e ora sono state riallestite con un criterio che offre loro una maggior valorizzazione.

Più avanti prevediamo ulteriori azioni legate alla valorizzazione di oggetti scientifici in Piazza della Scienza: queste collezioni testimoniano come lo sguardo scientifico sia il nostro focus principale, vogliamo raccogliere il contributo non solo di chi fa scienza per professione, ma di tutti coloro il cui sguardo curioso può raccontare le piccole “meraviglie scientifiche” che incontriamo nella vita di tutti i giorni.