Che cosa c’entra l’Intelligenza artificiale con la fusione nucleare? A spiegarcelo è la tesi di laurea di Cedric Liam Landsmeer, uno dei primi otto laureati in Artificial Intelligence all’interno del progetto di didattica interateneo nato nel 2021 in collaborazione tra l'Università di Milano-Bicocca, l’Università Statale di Milano e l’Università di Pavia. La fusione nucleare ha un grande potenziale come mezzo di produzione di elettricità a zero emissioni di carbonio. Alcuni aspetti della sua implementazione tecnica rimangono però sfidanti: uno di questi è rappresentato dalla misurazione in tempo reale della potenza rilasciata durante la fusione deuterio-trizio (DT) che si trovano allo stato di plasma. L'utilizzo dell’intelligenza artificiale può facilitare e migliorare la precisione nella misura di potenza di fusione.
È proprio su questo TEMA che ha lavorato Cedric Liam Landsmeer, che è arrivato al traguardo (con lode) della laurea triennale insieme ad altri sette studenti, Amelia Bertolaso, Dario Carretta, Virginia Carugno, Matteo Giorgi, Andrea Lolli, Mattia Moro, Lorenzo Uttini. A loro si aggiungono i sette che hanno conseguito la laurea magistrale in Artificial Intelligence for Science and Technology. Il progetto interateneo comprende infatti la laurea triennale in Intelligenza Artificiale (Bachelor of Science in Artificial Intelligence), con sede amministrativa a Pavia, la laurea magistrale in Artificial Intelligence for Science and Technology, con sede amministrativa a Milano-Bicocca, e la laurea magistrale in Human-Centered Artificial Intelligence, con sede amministrativa alla Statale di Milano (per le prime lauree di quest’ultima bisognerà attendere il 2025).
Per comprendere il successo di questo percorso accademico basta dire che alla triennale sono iscritti circa 600 studenti (divisi sui vari anni di corso) e che ogni anno vengono vagliate più di 1.000 richieste di iscrizione a fronte dei 180 posti disponibili. Si tratta di un progetto a vocazione internazionale e circa un terzo degli studenti sono stranieri. Proprio come Cedric Liam Landsmeer che ci ha raccontato la sua storia.
Da dove vieni e perché hai deciso di venire in Italia a studiare?
Sono originario della Germania e vengo da una cittadina nella Foresta Nera, Rottweil. Vivo all'estero dall'età di 11 anni: ho abitato in Svizzera, Norvegia e ora in Italia. Ho scelto di venire in Italia perché mi ha sempre attratto l'idea di scoprire nuovi Paesi e culture. Dopo aver studiato tre anni in Norvegia volevo scoprire un nuovo mondo accademico e imparare una nuova lingua. Ho anche avuto la fortuna che sia la mia ragazza che io abbiamo trovato un programma universitario che ci interessava tra Pavia e Milano.
Perché hai scelto Artificial intelligence?
Sono già laureato in ingegneria meccanica ed ero interessato a studiare qualcosa di più interdisciplinare. Il corso di AI offre una combinazione di materie diverse, come la logica, la psicologia e la fisica, che mi hanno dato la possibilità di unire i miei interessi per la ricerca.
Che ci dici della tua tesi di laurea?
La tesi riguarda un problema molto specifico della fusione nucleare. L'Università di Milano-Bicocca stava già facendo ricerca su questo tema, e il professor Gabriele Croci mi ha proposto questo progetto molto adatto all'applicazione di Artificial Intelligence. Nello specifico abbiamo ricercato come si potrebbe misurare la potenza di fusione nel reattore di ITER (attualmente in costruzione in Francia) a partire da un approccio a cui il team di Unimib stava già lavorando.
Come giudichi il tuo percorso accademico?
A 18 anni non avrei mai pensato che a un certo punto avrei studiato in Italia. Sono molto contento della mia scelta e la rifarei sicuramente. Oltre ad aver imparato moltissimo a livello accademico, ho avuto modo di crescere molto anche a livello personale. È una cosa bellissima che, come cittadino europeo, si possa andare ovunque in Europa e studiare alle stesse condizioni degli studenti locali. Secondo me, anzi, sono troppo pochi gli studenti che ne traggono vantaggio. Spesso ci si lascia scoraggiare dalle difficoltà linguistiche ma le barriere non sono sempre così insormontabili perché ci sono sempre più corsi di laurea in inglese (come questo) e spesso anche i prerequisiti per la lingua locale sono molto ragionevoli (come succede anche in Norvegia per esempio).
E adesso che cosa c'è nel tuo futuro prossimo?
Ora andrò a Zurigo, per una magistrale in Robotica. Ho già delle proposte di lavoro, ma ci sono ancora troppe cose che vorrei capire prima.