Uno spazio nel cuore del campus di Milano-Bicocca, rigenerato secondo principi di sostenibilità, di inclusione e di partecipazione sociale che diventa anche un luogo in cui fare ricerca: è questa la nuova Piazza della Scienza che è stata celebrata con un taglio del nastro lo scorso 12 novembre dalla rettrice Giovanna Iannantuoni, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2024-2025.
Alla rigenerazione hanno collaborato professori, ricercatori, assegnisti e dottorandi dell’Università di Milano-Bicocca, che continueranno a lavorare in quello che è a tutti gli effetti un laboratorio a cielo aperto dove sarà possibile monitorare e testare l’impatto del rinverdimento sulla salute di questo angolo del quartiere.
«In Piazza della Scienza, io mi occupo della misurazione di servizi ecosistemici forniti dalle piante – cambiamento nella qualità dell’aria e la regolazione/uso dell’acqua – e della loro correlazione con i vari tratti funzionali delle piante», ha spiegato Emily Rose Palm, ricercatrice in Fisiologia vegetale del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze. «La permeabilità delle piante e del suolo che troviamo ora in piazza rappresenta un esempio di ciò che intendiamo per servizio ecosistemico. I dati raccolti qui ci permettono di comprendere l’impatto di una foglia, di una chioma, fino a un metro quadrato di spazio verde».
Del rumore e del paesaggio sonoro (o “soundscape”), con particolare attenzione al loro effetto sulla biodiversità, si sono occupati Valentina Zaffaroni Caorsi e Andrea Potenza, rispettivamente assegnista di ricerca in Bio-acustica e dottorando in Acustica ambientale del dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT). «Il nostro lavoro si concentra sull'utilizzo di sensori che misurano in tempo reale i livelli di rumore e la qualità del suono finalizzati alla valutazione del benessere dell'ecosistema “piazza”. La qualità del paesaggio sonoro prima e dopo gli interventi sarà quantificata attraverso questionari somministrati ai frequentatori della piazza», hanno spiegato.
Per ripensarla ci si è affidati anche al lavoro dei geologi. Luca Gallia, dottorando in Scienze geologiche del dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) ha detto: «Mi occupo dello studio della caratterizzazione dell'Isola di Calore Urbana (UHI, Urban Heat Island) di Milano a differenti scale spaziali.
In questo contesto, Piazza della Scienza risulta essere un perfetto laboratorio a cielo aperto dove osservare gli effetti della rigenerazione urbana sul microclima cittadino. Per questo abbiamo sviluppato una rete di monitoraggio per raccogliere numerosi parametri, principalmente temperatura superficiale e dell'aria, e valutare, tramite software di modellazione numerica, come questi siano cambiati in seguito ai lavori di rigenerazione».
Ulteriore tassello è quello che riguarda il controllo dello spostamento degli insetti, per favorire il quale è stata progettata anche una connettività con altre aree verdi nelle vicinanze. Se ne sono occupati ricercatori che indagano l'impatto dell'urbanizzazione sugli insetti impollinatori. «Nelle piazze mi occupo del monitoraggio della biodiversità di insetti nei nuovi spazi verdi creati a seguito della depavimentazione», spiega Emiliano Pioltelli, assegnista di ricerca in Ecologia del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze. «A questo scopo abbiamo installato sensori tecnologici che permettono il monitoraggio di vari parametri quali: abbondanza, diversità e livelli di attività degli insetti. I dati raccolti ci permetteranno di comprendere come la creazione di nuovi spazi verdi supporti le comunità locali di insetti impollinatori, per esempio fornendo loro cibo e aree di nidificazione».