La transizione ecologica è una specifica missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza nell’ambito della quale sono state stanziate risorse ad hoc. L’Italia ha già definito un pacchetto di misure con l’obiettivo di incrementare le percentuali di riciclo dei rifiuti urbani, prevedendo di raggiungere il 55% entro il 2025 e il 65% entro il 2035. Un contributo importante arriva dal riciclo degli imballaggi. Ne parliamo con l’ingegner Davide Pollon di R&S del consorzio Corepla.
A che percentuale siamo giunti e quanto impatta la plastica attualmente non riciclata nel raggiungimento di tali sfidanti obiettivi europei?
«È opportuno precisare che gli obiettivi di riciclo si riferiscono ai soli imballaggi immessi sul mercato nazionale. Nel 2020 il sistema Italia ha recuperato il 95% dei rifiuti di imballaggi immessi al consumo (quasi due milioni di tonnellate); metà di essi è stato avviato a riciclo e metà a recupero energetico. La fase di selezione degli imballaggi in plastica raccolti tramite la raccolta differenziata, genera infatti uno scarto residuale composto da imballaggi in plastiche miste eterogenee non ulteriormente separabili tra loro, contenente varie impurità anche non materie plastiche - il cosiddetto plasmix - che trova applicazione, previa preparazione, nei cementifici (al 75%) e nei termovalorizzatori efficienti (25%). Corepla si pone come catalizzatore di progetti di Ricerca & Sviluppo che consentano di ridurre la quota di rifiuti di imballaggio in plastica avviati a recupero energetico e incrementare il riciclo – con particolare riferimento agli imballaggi più complessi».
In termini economici, quali sono i vantaggi del riciclo dei materiali plastici e, in particolare, di quelli utilizzati per gli imballaggi?
«I vantaggi economici di tale attività sono evidenti: un risparmio di materia prima vergine pari a 458mila tonnellate, moltissima energia risparmiata (circa 9.500 GWh), la produzione di nuova energia elettrica (91 GWh) e nuova energia termica (183 GWh). Sul piano ambientale citiamo inoltre le emissioni di CO2 evitate (906.000 tonnellate) e i metri cubi di discarica evitata, oltre 34 milioni. I Comuni italiani hanno beneficiato di contributi da parte di Corepla che hanno sfiorato i 400 milioni di euro, e un grosso impulso è stato dato al settore del recupero degli imballaggi in plastica con occupazione, innovazione ed export di macchinari».
Corepla è da sempre al fianco del programma di crowdfunding dell’Università di Milano-Bicocca. Su che tipo di progetti puntate in questa quarta call?
«La principale esigenza per il buon funzionamento del sistema è quella di aprire nuovi mercati e ampliare gli impieghi della plastica riciclata, detta anche materia prima seconda. Auspichiamo pertanto che gli sforzi si concentrino in direzione di progetti innovativi che consentano di valorizzare quei flussi di riciclo meno nobili – ci riferiamo ad esempio alle poliolefine miste contenute nel plasmix».
Per maggiori informazioni sul programma Bicocca Università del Crowdfunding e per candidare il proprio progetto va sul sito: https://unimib.produzionidalbasso.com