Nubifragio, anzi “bomba d'acqua”, all'alba su Milano: strade inondate, sottopassi e cantine allagati, in particolare nella zona nord della città, sotto la quale scorre il fiume Seveso. Proviamo a capire con Mattia De Amicis, professore di Geologia Ambientale del dipartimento di Scienze dell'ambiente e della terra, perché il “Séves” – come si dice in dialetto – metta ancora oggi a dura prova il capoluogo lombardo, in caso di forti e incessanti precipitazioni.
Professore, partiamo dalle basi. Qual è il percorso del fiume Seveso a Milano?
Il Seveso arriva a nord, a Niguarda, in alveo dove entra nel sistema fognario di Milano (mediante tombinatura) fino a via Melchiorre Gioia, dove si unisce al Naviglio della Martesana. Insieme poi scorrono, in corrispondenza della circonvallazione esterna, fino al canale Redefossi e al depuratore. Questo finché non entrerà in opera il piano di MM per separare le acque pulite della Martesana da quelle del Seveso destinando solo queste ultime all'impianto di depurazione. La divisione delle due acque potrebbe essere utile anche al progetto di riapertura dei Navigli.
Perché il Seveso esonda?
Bisogna fare una precisazione. Il Seveso esonda, ovvero esce dall'alveo del fiume, solo nei centri a nord di Milano. A Milano, dove viene intubato, non esonda, ma rigurgita, come successo oggi. Il Seveso entra nella rete fognaria e se la trova già satura per via delle abbondanti precipitazioni e dell'acqua piovana raccolta, non trova più spazio per scorrere e va in sovrappressione. A quel punto i tombini subiscono la sovrapressione riversando l’acqua nelle strade o nelle cantine dei quartieri limitrofi.
Cosa si può fare per risolvere il problema?
C'è già un programma per realizzare vasche di laminazione nei comuni a monte di Milano nei quali scorre il Seveso, previsto dal Piano di gestione del rischio alluvioni (Pgra) adottato nel 2015 dall'Autorità di gestione del bacino Po. Si tratta di ampi e profondi bacini per contenere le acque dei fiumi in caso di piena. Ricordiamo che Milano è una città d'acqua, nella quale confluiscono l'Olona, il Bozzente, il Nirone e il Seveso ed è lambita dal Lambro. Vasche di laminazione sono già state realizzate negli anni scorsi sull'Olona, nella parte occidentale della città, con risultati positivi.
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