Occhi all’insù per la cometa dei Neanderthal - Bnews Occhi all’insù per la cometa dei Neanderthal

Fonte di ispirazione per storie, leggende, arte e musica, le comete affascinano da sempre scienziati e non solo.
In questa prima parte del 2023 c’è un appuntamento da non mancare per essere testimoni di un evento unico: attorno al 2 febbraio la cometa dei Neanderthal raggiungerà il picco di luminosità e potrebbe essere avvistata anche ad occhio nudo. A confermarlo, portandoci alla scoperta di questi corpi celesti, sono Fabiola Cocchiararo e Fabio Rosario Ditrani, studenti del dottorato in Fisica e astronomia (curriculum in Astrofisica) del dipartimento di Fisica “G.Occhialini” dell’Università di Milano-Bicocca.

Perché la cometa è stata battezzata con questo nome? E perché si parla di evento unico?

Fabiola: La cometa C/2022 E3 (ZTF), scoperta nel marzo dello scorso anno, è stata rinominata "La cometa di Neanderthal" perché passa vicino alla Terra una volta ogni 50.000 anni, quindi l'ultima volta che è venuta a farci visita sul nostro pianeta erano presenti gli uomini di Neanderthal. Passeranno altri 50.000 anni prima che la cometa faccia ritorno, quindi non possiamo lasciarci sfuggire questa occasione per osservarla e studiarla!

Quando sarà possibile osservarla e con quali modalità?

Fabio: Sarà possibile osservare la cometa per tutto il mese di gennaio e parte del mese di febbraio. Attualmente si trova nella costellazione di Boote, di cui fa parte la famosa stella Arturo, la quarta più brillante del cielo notturno. Nei prossimi giorni raggiungerà la costellazione del drago, avvicinandosi alla Stella Polare.
Data la sua luminosità attuale, la cometa può essere osservata con l’aiuto di un binocolo o un piccolo telescopio. Save the date: il 2 febbraio la cometa sarà alla distanza minima dalla Terra, questo vuol dire che raggiungerà il suo picco di luminosità, ed in un cielo non troppo inquinato potrebbe essere vista anche ad occhio nudo!

Quali sono le caratteristiche di questi corpi celesti e da cosa sono costituiti?

Fabiola: Le comete sono oggetti molto piccoli (la loro estensione è paragonabile a quella di Roma), formate da rocce, metalli e sostanze volatili ghiacciate tra cui acqua e metano. Quando una cometa passa vicino al Sole i venti solari fanno evaporare le sostanze ghiacciate, formando una chioma di gas e polveri intorno al nucleo roccioso. La forza esercitata dal vento solare sulla chioma crea una lunga coda, i cui colori dipendono dalla composizione chimica del gas stesso. La chioma e la coda di una cometa possono raggiungere luminosità tali da permetterne l'osservazione nel cielo anche ad occhio nudo, come accaduto nel 2020 con la cometa NEOWISE.

Qual è la loro importanza?

Fabio: Le comete hanno grande rilevanza per lo studio del nostro sistema solare. Infatti sono tra gli oggetti più antichi del nostro sistema, con età dell’ordine di 4 miliardi di anni. Non subendo particolari cambiamenti, le comete tengono traccia dei processi chimici e fisici avvenuti nelle prime fasi di formazione ed evoluzione del nostro sole e del sistema solare. Inoltre secondo diversi studi le comete sono state fondamentali nelle fasi iniziali di evoluzione del nostro pianeta, in quanto possono aver depositato molecole organiche che possono aver dato inizio alla vita come la conosciamo oggi.

Quali altri eventi astronomici sarà possibile osservare nel corso del 2023?

Entrambi: Come ogni anno, sono diversi gli eventi astronomici che accadranno nel corso dei mesi. Tra i più importanti troviamo: due eclissi solari (eclissi in cui la Luna copre il Sole) e una lunare (eclisse in cui la Terra oscura la Luna) osservabile anche dall'Italia tra il 28 e il 29 ottobre; lo sciame meteorico più classico e famoso, quello delle Perseidi, tra il 12 e 13 agosto ed infine lo sciame meteorico più attivo, quello delle Geminidi, tra il 13 e 14 dicembre.

In copertina una foto della cometa NEOWISE, scattata nel 2020 da Fabio Ditrani


Aggiornamento del 3 febbraio 2023

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Un'immagine della Cometa di Neanderthal - C/2022 E3 (ZTF) - ottenuta da Fabio Ditrani scattando 100 esposizioni da 20 secondi ciascuna in banda ottica, per un totale di 40 minuti di integrazione