Mistero in biblioteca: il concorso letterario di Bicocca si tinge di giallo - Bnews Mistero in biblioteca: il concorso letterario di Bicocca si tinge di giallo

Mistero in biblioteca: il concorso letterario di Bicocca si tinge di giallo

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Mistero in biblioteca è il tema del sesto concorso letterario dell’Università di Milano-Bicocca al quale è possibile iscriversi a partire dal 4 settembre fino al 20 ottobre. Quest'anno gli scrittori si concentreranno su un genere preciso, il giallo, ambientando i loro racconti in una biblioteca o in un archivio.

Ma quali sono le peculiarità dell’intreccio quando la scrittura si tinge di giallo? L’abbiamo chiesto a Maurizio De Giovanni, celebre scrittore e sceneggiatore. Membro della commissione giudicatrice per l’edizione 2023, l’autore di tanti successi, tra cui il commissario Ricciardi e i Bastardi di Pizzofalcone, spiega il suo punto di vista.

«Si parte sempre dal movente - spiega lo scrittore-. Il movente di un crimine o di un omicidio è un sentimento che proviamo tutti ma che in alcuni soggetti va oltre. Il romanzo noir non fa altro che raccontare il lato oscuro dell’animo umano, il crimine e gli effetti del crimine. Tutti quanti ci fermiamo prima: la gelosia, l'invidia, l'ossessione, il possesso, la vendetta, la prevaricazione, la ribellione alla prevaricazione. Quando si scrive la trama gialla – osserva De Giovanni - bisogna aver presente innanzitutto il sentimento, qual è il tipo di emozione che noi vogliamo descrivere, il tipo di passione portata all'eccesso che ha deviato dal proprio corso e che è diventata quello che poi porta all'omicidio. È quello che va cercato, è quello che l'investigatore deve trovare, è quello che ha animato tutto, è quello che distingue l'assassino dagli altri sospettati. Si parte dalla vittima, la si guarda, ci si chiede chi possa averla uccisa e perché. È attorno alla vittima che si muove tutto, come il sasso gettato nello stagno. Tutti i centri che si allargano concentrici dipendono da quel sasso. La partenza è della vittima e – sottolinea De Giovanni - per la vittima bisogna avere sempre nella scrittura il massimo rispetto».

Il professore Raffaele Mantegazza, ideatore del concorso e presidente della commissione giudicatrice, traccia un bilancio dell’iniziativa, giunta alla sesta edizione, in termini di impatto e riscontro.

«Il concorso letterario “Un giorno in Bicocca” ha avuto in questi anni non solo il merito di far emergere talenti narrativi presenti tra tutti coloro che vivono l’Università ma anche di creare una comunità di scrittori e di lettori. Gli eventi delle premiazioni hanno visto parti di questa comunità raccogliersi, conoscersi, incontrarsi, ascoltarsi. Anche le commissioni giudicanti in realtà sono state delle microcomunità formate da colleghi e da rappresentanti degli studenti accomunati dalla passione per il raccontare e per il narrare» In particolare abbiamo chiesto al docente di approfondire il significato di proporre e istituire un concorso letterario. «La sfida – spiega il professore - è stata fin dal principio proprio questa: cercare di raccogliere la vita pulsante che tutti i giorni si incrocia nei corridoi e nelle aule e provare a raccontarla da tanti punti di vista. L'ateneo nei suoi spazi, nei suoi silenzi, nelle parole che vi si pronunciano, anche nella drammatica assenza dei mesi del lockdown è emerso in tante sfaccettature dai racconti dei partecipanti; testi molto diversi ma che mantenevano al centro uno straordinario affetto per la Bicocca intesa non solo come un luogo di studio ma come uno snodo centrale per tante biografie».

L’edizione precedente aveva voluto mettere l’accento sui luoghi e sulle strade della zona e dei quartieri limitrofi per realizzare una mappa letteraria dove geolocalizzare i racconti. «Ricordo personalmente – prosegue Mantegazza - quando tanti anni fa vidi per la prima volta gli spazi che sarebbero stati occupati dall’Ateneo; spazi intrisi di storia e di memoria, di un quartiere così importante per la storia di Milano; rileggerlo ora nei racconti dei partecipanti significa cercare di ricollegare quella storia alle emozioni dei ragazzi e delle ragazze che per la prima volta fanno il loro ingresso nel mondo accademico, così come degli adulti che vi hanno trascorso una parte consistente della loro storia umana e professionale».

Il concorso letterario rappresenta una possibilità di soffermarsi sul senso e sul valore della scrittura creativa. «Come spesso accade – conclude il professore - quello che resta di tante vite e di tante emozioni sono le storie, la capacità tutta umana di raccontare e raccontarsi, la magia che fa di un muro, di una sedia, di un angolo di aula il pretesto per narrare di sé e del mondo. E del futuro, almeno di un possibile futuro nel quale la nostra Università possa ancora ritagliarsi un ruolo non indifferente alle variegate storie degli esseri umani che la popolano e che la popoleranno».

L’esplorazione del genere giallo è diventata anche occasione di valorizzazione culturale da parte dell’Area Servizi Culturali e Documentali dell’Ateneo che durante il mese di agosto ha infatti dedicato una rubrica ai “Consigli di lettura sotto l’ombrellone”. Nove i libri proposti, con titoli che variano dai classici come Il Nome della rosa di Umberto Eco o C’è un cadavere in biblioteca di Agatha Christie, ai best seller come Angeli e Demoni di Dan Brown o alla trilogia di Glenn Cooper. Gialli tanto diversi ma con un fattore in comune: l’ambientazione in biblioteca o in un archivio, proprio come il racconto che deve essere scritto per partecipare al concorso. I libri consigliati hanno offerto spunti interessanti per raccontare aneddoti e curiosità relativi al racconto, all’autore o addirittura alla città di Milano. Molti non sanno, ad esempio, che Angela Lansbury, per tutti l’iconica Jessica Fletcher, nel 1999 ritirò il Telegatto assegnato a La Signora in giallo nella categoria “migliore trasmissione cult”; la città conserva ancora oggi, in largo Corsia dei Servi, le impronte delle mani dell’attrice. Dal grande successo televisivo nacque anche una serie di numerosi romanzi.

Il concorso è aperto a tutti. Si rivolge non solo alla comunità universitaria di Milano-Bicocca (studenti attualmente iscritti a tutti i livelli, docenti, ricercatori, assegnisti, borsisti, cultori della materia, collaboratori linguistici, personale tecnico amministrativo, Alumni) ma anche alla cittadinanza. Le persone esterne devono prima iscriversi alla Biblioteca di Ateneo. Possono partecipare gli studenti delle scuole superiori purché abbiano raggiunto la maggiore età alla data di scadenza del bando.