La Settimana della Moda di Milano è un evento che si tiene due volte l’anno, le collezioni primavera estate sono presentate nei mesi di settembre-ottobre e quelle autunno inverno nei mesi di febbraio-marzo. Questo gigantesco evento viene organizzato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, un’organizzazione senza scopo di lucro, che disciplina, coordina e promuove lo sviluppo della moda italiana, responsabile dell'organizzazione degli eventi legati alla moda di Milano.
Quest’anno l’appuntamento con la Fashion Week Women’s 2019 è dal 19 al 25 Febbraio a Milano, uno show con la “s” maiuscola. Stilisti proveniente da tutto il mondo, ospiti eccezionali e capi d’alta moda.
Al giorno d’oggi è impossibile vivere in un mondo fuori moda e "bisogna" sempre cercare di stare al passo con le ultime tendenze, c’è chi sarebbe disposto a fare follie per avere l’ultima borsa griffata.
Non dobbiamo però dimenticarci delle tematiche legate al rispetto dell’ambiente che ci circonda. Si sente spesso parlare di sostenibilità anche in ambito produttivo, ma questo concetto sta davvero a cuore o va solo “di moda”? A questa domanda risponde Elisa Arrigo, Professore Associato di Economia e Gestione delle Imprese del Dipartimento di Economia Metodi Quantitativi e Strategie di Impresa .
«Il tema della sostenibilità è sicuramente attuale, perché le politiche di sviluppo globale delle imprese della moda rappresentano un'area di crescente preoccupazione per l’opinione pubblica. Ormai è risaputo che le imprese spesso delocalizzano le proprie attività in paesi in via di sviluppo, alla ricerca di migliori condizioni produttive e creando catene di fornitura globali. Pertanto, i consumatori richiedono una maggiore trasparenza sulla provenienza dei beni che acquistano e molte imprese hanno investito risorse nello sviluppo di politiche di sostenibilità aziendale volte a diffondere Sustainable Best Practices all’interno della propria Supply Chain. La sostenibilità rappresenta un tema con cui tutte le imprese della moda si confrontano per sviluppare solide relazioni con gli stakeholder ed integrare efficacemente aspetti economici, sociali ed ambientali nelle operazioni aziendali».
Cosa si intende per moda sostenibile e a cosa si riferiscono i concetti di Fast Fashion e Slow Fashion?
La moda sostenibile mira a instaurare un rapporto armonioso sia con l’ambiente che con la collettività, ciò significa che l’intera filiera produttiva è impegnata a monitorare e ridurre l’impatto ambientale e sociale dei propri processi, tutelando la manodopera impiegata in termini di contratto, orario, paga e condizioni di lavoro. In effetti, il settore moda ha conosciuto una notevole espansione negli ultimi anni, in particolare con il consolidamento del Fast Fashion Business Model, sviluppatosi per aumentare la capacità di risposta delle imprese ai trend di mercato, diminuendo l’incertezza e la variabilità della domanda. Al tempo stesso, però, il Fast Fashion ha generato una crescente domanda di beni di moda (favorita da prezzi di vendita più contenuti) causando un utilizzo smisurato di risorse naturali e sostanze chimiche per farvi fronte, ed inducendo un consumo eccessivo di abbigliamento. Il movimento Slow Fashion è sorto in contrasto al Fast Fashion proprio per diffondere una maggiore consapevolezza nei consumatori circa le problematiche di sostenibilità ambientale e sociale derivanti da produzioni e consumi di massa ed incentivando questi ultimi a porre attenzione soprattutto alla qualità dei prodotti moda acquistati anziché alla quantità. Con un approccio Slow Fashion non si sfruttano risorse naturali e umane per accelerare la velocità di produzione, ma al contrario si cerca di estendere la vita utile del bene di moda dalla produzione allo smaltimento.
La moda inoltre è un tema all’ordine del giorno e molto attuale, come del resto lo sono i social media. Il punto focale è capire come comunicare, nel modo migliore possibile, con questi mezzi, dei messaggi così importanti: la moda sostenibile e il rispetto dell’ambiente. Per farlo abbiamo interpellato due esperte del settore, Silvia Carla Ferrari e Giada Demartis del blog MadeForGreen.
Le abbiamo conosciute durante la partecipazione a numerosi eventi organizzati da BASE (Bicocca Ambiente Società Economia).
Come vi è venuta l’idea di usare i social per portare avanti la battaglia a favore dell’ambiente e come hanno reagito i vostri followers?
Per nostra esperienza i social premiano sempre certi contenuti e relativi approfondimenti. Al giorno d’oggi, per professioniste della comunicazione come noi, è imprescindibile comunicare attraverso i social. La maggior parte dei nostri follower sono già sensibili al tema della sostenibilità. Quello che viene apprezzato nella nostra comunicazione via social è che attraverso il nostro progetto #sustainablejourney diffondiamo buone pratiche, eventi di settore e convegni.
In un mondo come quello di oggi, in cui il tema del riscaldamento globale è all’ordine del giorno, possiamo pensare ad un moda futura non sostenibile?
Il riscaldamento globale porta necessariamente ad una condizione di riadattamento che include, gioca forza, tutta la filiera del Fashion System. La sostenibilità non è più un’opzione, la moda ha a disposizione tutti gli strumenti per contribuire a costruire un futuro sostenibile. Lo sforzo richiesto è che tutti i player del comparto contribuiscano e collaborino.