Massiccia partecipazione delle squadre del nostro Ateneo alla Bloomberg Trading Challenge - Bnews Massiccia partecipazione delle squadre del nostro Ateneo alla Bloomberg Trading Challenge

Massiccia partecipazione delle squadre del nostro Ateneo alla Bloomberg Trading Challenge

Massiccia partecipazione delle squadre del nostro Ateneo alla Bloomberg Trading Challenge
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Non tutti lo sanno, ma c’è un laboratorio in Bicocca, situato al terzo piano dell’edificio Civitas - U7, che mette a disposizione i suoi dodici terminali Bloomberg a tutti gli interessati al mondo della finanza, siano essi studenti, docenti o personale amministrativo.
Il professor Fabio Bellini, coordinatore della laurea magistrale in Economia e Finanza, ci parla di questa preziosa risorsa, che ha pochi analoghi tra le università italiane, come testimoniano anche i risultati della Bloomberg Trading Challenge, recentemente conclusasi.

Ci parli innanzitutto della competizione, in che cosa consisteva?

Le regole sono abbastanza semplici: la challenge dura 5 settimane, le squadre iniziano con un portafoglio virtuale di un milione di dollari, che deve essere interamente investito in azioni, liberamente scelte tra le migliaia che compongono l’indice azionario globale WLS, ovvero quasi la totalità del mercato azionario mondiale. Il portafoglio deve avere una minima diversificazione, in quanto nessuna singola azione può avere un peso superiore al 20%, e non sono possibili vendite allo scoperto, cioè scommesse di tipo ribassista. Il criterio per determinare la classifica finale è la performance relativa rispetto al suddetto indice WLS.

Ogni squadra è composta da 3 a 5 studenti, e deve avere un docente che ricopre il ruolo di Faculty Advisor. Su 2732 squadre provenienti da tutto il mondo, 34 erano di università italiane, di cui 18 dalla Bicocca. Solo gli atenei con un laboratorio Bloomberg delle dimensioni del nostro hanno il diritto di schierare più di una squadra, e in questa edizione lo hanno fatto solo Bocconi, Udine e Cà Foscari. I partecipanti delle nostre squadre sono stati piuttosto eterogenei: la maggioranza viene dalle magistrali e triennali di carattere economico-finanziario, ma ci sono stati anche studenti e studentesse di statistica, artificial intelligence, fisica e data science, a riprova dell'interdisciplinarità dell'interesse per la finanza e il trading.

Il nostro ateneo come si è comportato?

La nostra prima squadra si è classificata 172esima, che è un buon risultato, anche se voglio sottolineare che fino ad ora ci siamo posti come obiettivo principale quello di incrementare il numero di squadre partecipanti, per far conoscere attraverso questa esperienza i terminali a studenti e docenti di tutto l'ateneo, anche al di fuori del perimetro delle lauree di Finanza.
Dal prossimo anno invece vorrei fare una preparazione specifica, analizzando quanto fatto quest'anno e facendoci aiutare dai molti ex alumni che lavorano in campo finanziario.

Un dato che ci fa riflettere è che su 81 partecipanti in questa edizione, solo 9 sono ragazze. Ritengo che le cause siano molteplici, e di certo con l'aiuto delle colleghe - alcune delle quali hanno brillantemente ricoperto il ruolo di Faculty Advisor - lavoreremo per aumentare questa percentuale nell'edizione del prossimo anno. Si tratta peraltro di un fenomeno che osserviamo anche a livello nazionale nella classe di laurea LM-16 di Finanza, dove le ragazze sono solo il 30%, in linea con quanto avviene nella nostra magistrale di Economia e finanza.

Veniamo al laboratorio, cosa bisogna fare per accedere e che cosa ci si può fare?

Il laboratorio è aperto a tutti nella fascia oraria mattutina e pomeridiana, mentre è riservato a docenti e tesisti nella fascia intorno all'ora di pranzo. Per accedere occorre prenotare uno slot di un’ora e mezza o due attraverso la pagina e-learning dedicata, alla quale si accede con le credenziali unimib. È poi necessario registrarsi creando ulteriori credenziali sul terminale Bloomberg. Tutte le procedure sono comunque chiaramente descritte nella pagina elearning linkata sopra e durante gli orari di apertura c'è sempre un tutor di supporto.

Le cose che possono essere fatte anche in modo autonomo dagli studenti sono molte: per iniziare, consiglio la visione dei video-corsi Bloomberg Finance Fundamentals e Bloomberg Market Concepts, che costituiscono un’ottima introduzione ai mercati finanziari e più in generale al sistema economico-finanziario, e sono fruibili anche da chi non ha conoscenze di base sull’argomento. I video sono intervallati da domande a scelta multipla e possono essere fruiti a terminale in modalità self-paced. Al termine di ciascun percorso, lo studente riceve un file contenente un verification link che può essere inserito nel CV o pubblicato sul profilo LinkedIn. Consiglio in modo particolare questi video-corsi agli studenti di corsi di studio non finanziari che hanno profili professionali in uscita legati alla Finanza, come ad esempio Statistica, Data Science, Fisica o Matematica, in quanto offrono una visione completa e aggiornata dei ruoli e delle tendenze del mercato del lavoro.

Un altro tipo di attività è coltivare l’hobby del trading, o più in generale approfondire temi di finanza personale – ad esempio, visualizzare l’andamento e valutare la rischiosità del proprio portafoglio o di quello della propria famiglia. Ad esempio, quanto potrei perdere in euro nel prossimo mese, se si verificasse un evento avverso di quelli che si verificano una volta ogni vent’anni? Questo è un tipo di domanda alla quale pochi investitori, anche molto sofisticati, sono in grado di rispondere.

Più in generale, gli studenti possono integrare la formazione che ricevono nei corsi di tipo economico-finanziario con un punto di vista complementare che parte dalla pratica quotidiana dei professionisti del settore.

Ci può essere un rischio di “dipendenza” dal trading?

Questa è una domanda molto interessante. Da non professionista del settore psicologico, mi sembra che le cosiddette dipendenze comportamentali (penso ad esempio al gioco d’azzardo patologico) siano patologie ormai emerse, per le quali esistono centri e protocolli di cura ben consolidati. Nel caso del trading ritengo che siano possibili derive analoghe, di cui però per il momento non mi sembra si parli molto, almeno in Italia. Un fenomeno che osservo e che a volte mi lascia perplesso è la comunicazione social piuttosto aggressiva di varie piattaforme che propongono di fare trading attraverso le app sul cellulare, o anche l'offerta su canali social di “formazione” finanziaria da parte di soggetti che non mi pare abbiano titoli per farlo. Alcune situazioni mi sembrano peraltro delle vere e proprie truffe che non esito a segnalare.

D’altro canto ritengo che fare trading reale con piccole somme sia un modo molto efficace di motivarsi a seguire i mercati, di mettere alla prova in modo obiettivo le proprie idee, infine di fare l’esperienza fondamentale di guadagnare o più probabilmente perdere una piccola cifra.