L'Università di Milano-Bicocca nella top ten dei posti in cui lavorare - Bnews L'Università di Milano-Bicocca nella top ten dei posti in cui lavorare

L’Università di Milano-Bicocca tra i migliori dieci posti in cui lavorare in Italia su oltre 400 imprese di tutti settori. L’Ateneo conquista l’ottavo posto nella classifica generale e il gradino più alto del podio nella graduatoria “Educazione e ricerca”. Ad affemarlo è la classifica Italy's Best employers 2021, recentemente pubblicata sul settimanale “L’Economia” del “Corriere della Sera”.

Il ranking è il risultato di un sondaggio condotto nei mesi dell’estate 2020 da Statista, una piattaforma digitale tedesca per l’elaborazione dati, che - come si apprende dal dorso economico del quotidiano di Via Solferino – ha ricevuto oltre 650mila risposte da parte dei dipendenti contattati attraverso un Online Access Panel e Corriere.it e ha stilato una graduatoria di globale di 400 posizioni e 20 aree di attività.

Opportunità di crescita personale e professionale, un ambiente che consente di sviluppare il pensiero critico e di lavorare a stretto contatto con docenti ed esperti di fama internazionale, la tutela della salute e l'attenzione alle pari opportunità sono tra gli elementi più apprezzati dai dipendenti dell'Università di Milano-Bicocca.
“Un posto di lavoro in università è ben considerato dai dipendenti degli atenei italiani – si legge su “L’Economia” – dentro i quali rientrano anche i professori e ricercatori. Tra le prime cento posizioni in assoluto figurano 17 atenei, a partire da Milano-Bicocca”.

«Questo risultato mi porta a esprimere ancora una volta la mia sentita riconoscenza verso tutta la nostra comunità – dichiara Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università di Milano-Bicocca-. È solo grazie allo sforzo collettivo e ad una visione comune del futuro che è possibile raggiungere determinati traguardi. L’impegno di tutti, dipendenti, docenti, studenti, ha assunto ancora più importanza nel momento in cui il Paese ha dovuto fronteggiare, e continua a farlo, i mesi difficili della pandemia. Da subito ci siamo impegnati per attivare la formazione a distanza di tutti i corsi di laurea, non smettendo, neppure per un giorno, di fare ricerca e didattica. Inoltre, ai nostri dipendenti garantiamo la flessibilità in due dimensioni: flessibilità dell’orario e flessibilità della doppia modalità di lavoro, in presenza o in smart working.  In maniera tale da favorire, per tutti, sostenibilità e qualità del lavoro».