In queste settimane di isolamento forzato, il tempo si è fermato anche per le sale cinematografiche, mentre le piattaforme di video on domand – film, serie tv, documentari, cartoni animati – sono prese d’assalto. Ma alzi la mano chi, almeno una volta, non si è ritrovato a passare la serata alla ricerca della pellicola più adatta al mood del momento, per poi rinunciare alla visione con una certa sensazione di disorientamento, confuso dall'enorme varietà delle proposte. E allora come orientarsi di fronte a un panorama apparentemente infinito? Lo abbiamo chiesto a Emilia Bandel, docente di Comunicazione cinematografica per il corso di studio in Scienze psicosociali della comunicazione,
di Emilia Bandel
Bisogna avventurarsi come esploratori, disposti a seguire una traccia, pronti a cambiare sentiero, utilizzando sistemi di orientamento e strumenti diversi per muoversi a seconda del terreno.
Il punto di partenza sono in parte i propri gusti – dei quali ognuno è il proprio esperto – e in parte quello che abbiamo a disposizione: difficilmente avremo Sky, Netflix, Amazon Prime, Disney+, molto più probabilmente ne avremo scelto uno e ce lo faremo bastare. Oppure faremo un’incursione di un mese o due in una piattaforma, giusto per vedere qualche serie e poi disdire.
Nel regno dell’offerta gratuita, RAI e Mediaset la fanno da leoni, presenti tra l’offerta infinita del digitale terrestre anche con reti dedicate al cinema. La RAI inoltre rende disponibili con la piattaforma RaiPlay innumerevoli serie in modalità VOD (Video On Demand), se si voglia vedere o rivedere qualche episodio de Il commissario Montalbano, o uno sceneggiato – si diceva così – degli albori della televisione pubblica, come Sandokan. C’è poi un mondo sconfinato delle “Teche Rai”, ossia la nostra storia televisiva. Se si ha tempo e si è curiosi, vale la pena di dedicarle del tempo.
A proposito di archivi, per chi vuole addentrarsi nel nostro passato, è consigliata l’esplorazione dell’archivio di filmati dell’Istituto Luce (esiste anche un canale YouTube) e scoprire come il cinema raccontava il reale quando la televisione e tantomeno internet erano all’orizzonte.
Cinema: dalle novità alla riscoperta dei classici
Il cinema, quello più recente, si può vedere su Sky, anche attraverso la sua piattaforma VOD Now TV, oppure su Chili, o Rakuten, Google Play o iTunes, a seconda delle preferenze. Si possono recuperare, se non li abbiamo visti in sala, L’ufficiale e la spia di Roman Polanski, oppure Parasite di Bong Joon-ho, che è stato consacrato come il film dell’anno dalla Palma d’Oro a Cannes e dai numerosi Premi Oscar vinti. Con le sale chiuse alcuni film italiani e stranieri debutteranno direttamente sui piccoli schermi, una soluzione di ripiego sulla quale non tutti i produttori e distributori si trovano d’accordo. Tra queste uscite direct-to-streaming segnaliamo due adattamenti letterari, L’uomo invisibile di Leigh Whannell, prodotto dalla Blumhouse di Get Out, e Emma della fotografa di culto Autumn de Wilde: usciti entrambi a febbraio negli Stati Uniti, hanno dovuto trasmigrare on-line per via della progressiva chiusura delle sale.
Ma perché limitarsi alle novità? Perché non approfittare di questo momento per guardare o riguardare qualche classico? Su Chili, per esempio, è disponibile la filmografia pressoché completa di Ingmar Bergman, il cui acume psicologico e psicoanalitico, come autore e regista, ci potrebbe tornare utile in questi giorni in cui il rapporto con se stessi e con gli altri sta subendo trasformazioni impreviste e imprevedibili.
A proposito di cinema d’autore, chi non l’avesse visto, recuperi Roma, mémoire di Alfonso Cuarón dedicato alla sua infanzia a Città del Messico, prodotto da Netflix e vincitore di tre Premi Oscar, tra i tanti riconoscimenti.
Serie tv per tutti i gusti
Se il mondo del cinema è vasto, quello delle serie lo è ancora di più, nonostante sia più giovane.
Ed è più esigente in termini di tempo: una serie richiede ore e ore di visione per una stagione, e tante ormai sono alla terza, quarta, quinta stagione.
Il tempo a disposizione nelle serie offre agli autori possibilità narrative di sviluppo dei plot e caratterizzazione dei personaggi impensabili in un film di due ore. E così noi spettatori restiamo avvinti da elaborate affabulazioni che ci offrono un intenso piacere di visione, basato sul desiderio di vedere come va a finire. Le tecniche sono raffinate e, per esempio, ogni finale di episodio presenta il cosiddetto cliffhanger, una sospensione narrativa che ci induce a cliccare immediatamente sull’episodio successivo, tanto è il desiderio di vedere come prosegue la storia. Da qui il binge watching, la visione compulsiva di più episodi, uno dopo l’altro spesso in notturna.
La serialità si è imposta come fenomeno di costume a livello globale, argomento principe di studi e conversazioni, e alcune serie che si sono imposte nell’immaginario collettivo.
Quali vale la pena di vedere?
Con lo sguardo rivolto indietro, si possono recuperare le produzioni del recente passato, per esempio I soprano, prodotti dalla regina della serialità moderna di qualità, ossia la televisione via cavo HBO (in Italia le produzioni HBO sono distribuite da Sky sul suo canale Atlantic, disponibile anche su piattaforma Now TV, ma anche su Chili).
HBO ha recentemente realizzato due ottime miniserie, Big Little Lies, con un cast d’eccezione – Reese Witherspoon e Nicole Kidman, e nella seconda stagione Meryl Streep – e Chernobyl, una ricostruzione accurata e avvincente del disastro nucleare sovietico del 1986.
Su Tim Vision si possono gustare due serie di successo (il successo nel campo della serialità è misurabile dal numero di stagioni realizzate): Killing Eve dove lo spionaggio diventa ossessione e The Handmaid’s Tale, spaventosa visione distopica tratta dal romanzo omonimo di Margaret Atwood.
Poi ci sono i classici: House of Cards, Mad Men, Homeland, Breaking Bad, eccezionali per scrittura di qualità e personaggi memorabili, oltre che per la produzione impeccabile. Si trovano su Netflix e su Sky, alcuni anche su Chili o altre piattaforme.
La serie spagnola La casa di carta (Netflix) è la serie del momento: tra le più viste al mondo, amata dai giovani, appena approdata alla quarta stagione. Chi si mette a vederla la divora.
Ce n’è insomma per tutti i gusti. E, a proposito di gusti, è opportuno sperimentare e superare i propri pregiudizi quando si esplora l’universo della serialità, per non dire l’universo in genere.
Io, per esempio, non avevo mai guardato Il trono di spade (anche qui, prodotto da HBO, in Italia su Sky/Now Tv) non amando in particolar modo il fantasy. Poi, quando la serie è diventata un fenomeno mondiale senza precedenti, ho pensato di darle un’occhiata, tanto per capire. Dopo il primo episodio non ho potuto fermarmi e alla fine dell’ottava e ultima stagione ne ho sentito la mancanza. Grande scrittura, solidi production values come si dice in America, location scelte con grande intelligenza, e il tutto si traduce per lo spettatore in un turbinio di emozioni intense. E sono proprio le emozioni degli spettatori a decretare alla fine il successo di un prodotto.
Sempre a proposito di pregiudizi ed esperienze: accettate consigli. Mio nipote liceale mi ha caldamente consigliato di vedere Sex Education (su Netflix). Ho pensato che una serie per adolescenti non facesse per me, poi per fargli piacere l’ho guardata. E l’ho divorata anch’io, in trepidante attesa della terza stagione.
In questo giorni, grazie a un articolo dell’inossidabile Natalia Aspesi (i consigli possono arrivare da nipoti, amici, giornalisti…), ho scoperto la serie israeliana (sempre su Netflix) Shtisel, ambientata nel mondo degli ebrei ultraortodossi di Gerusalemme. Ne ho divorate le due stagioni.
Avendo molto citato Netflix, invito chi fosse abbonato a vedere la serie di documentari naturalistici narrata da David Attenborough, Il nostro pianeta: straordinarie le immagini, quasi video arte, e straordinarie le narrazioni, le epopee degli animali. Da non perdere poi il behind the scenes.
E su Amazon Prime? Da non farsi scappare Fleabag, serie di e con Phoebe Waller-Bridge, dalla spiazzante e imprevedibile comicità, o la più classica La fantastica signora Maisel, storia avventurosa di una donna ebrea che sfida le convenzioni nella New York degli anni ’50.
Per chi vuol farsi una risata salutare e rimettere in sesto il morale sono assolutamente da recuperare sia Modern Family sia Big Bang Theory.
Due parole anche su Disney+, la piattaforma proprietaria Disney che, con un tempismo di certo non programmato, è stata lanciata in pieno lockdown: oltre alla produzione Disney, si trova tutto il catalogo Pixar, che merita sia per i lungometraggi tanto famosi sia per i meravigliosi cortometraggi. C’è anche il brand Star Wars che, oltre ai film che conosciamo tutti, offre The Mandalorian, la prima serie live action ambientata nell’universo di Guerre Stellari.
Ne abbiamo citate tante, e tante purtroppo no, ma non per questo sono meno interessanti o avvincenti. Ma qualcuna ancora va menzionata.
Orange is the New Black, per esempio, è un’altra serie da vedere (si è conclusa alla settima stagione). e The Crown: vale la pena di abbonarsi a Netflix solo per questa serie di enorme qualità (è alla terza stagione, ma il progetto prevede di raccontare tutta la vita della regina Elisabetta II).
Per chi poi volesse approfondire la visione con l’ausilio di critici ed esperti, consiglio l’aggregatore Metacritic, che per ogni serie e film (e non solo, anche musica e videogiochi) propone l’elenco delle recensioni apparse sulla stampa tradizionale e digitale anglosassone, con link alla recensione integrale. Attraverso i punteggi e le medie delle recensioni, Metacritic è un’ottima bussola per orientarsi, quando non si vuole leggere le recensioni per timore di spoiler.
L’invito è quindi a esplorare con curiosità l’offerta a disposizione, pronti a farvi stupire ed emozionare da film e serie, da scoprire e riscoprire, muovendosi anche per suggestioni e associazioni libere. Con la libertà di interrompere la visione di quello che non ci convince.
E a Pasqua, visto che non si può uscire, perché non guardare Jesus Christ Superstar di Norman Jewison con la straordinaria musica di Andrew Lloyd Webber? Che siate credenti o no, poco importa, lo spettacolo è assicurato. E non si ferma.