L’eredità artistica di Arnaldo Pomodoro, protagonista internazionale della scultura contemporanea - Bnews L’eredità artistica di Arnaldo Pomodoro, protagonista internazionale della scultura contemporanea

L’eredità artistica di Arnaldo Pomodoro, protagonista internazionale della scultura contemporanea

L’eredità artistica di Arnaldo Pomodoro, protagonista internazionale della scultura contemporanea
Pietrarubbia Group

Lo studente che attraversa la piazza dell’Ateneo Nuovo, diretto all’Università di Milano-Bicocca, incontra davanti all'ingresso dell’edificio Agorà U6 il gruppo scultoreo The Pietrarubbia Group.

Sfondo di tante foto celebrative dei neolaureati, l’opera è frutto di una lunga ricerca artistica, iniziata nel 1975 per concludersi nel 2015, e racconta parte della vicenda artistica del suo creatore, Arnaldo Pomodoro, protagonista della scultura contemporanea, scomparso recentemente nel mese di giugno.

Come racconta Franca Zuccoli, delegata della Rettrice per le attività museali, a Milano resta una traccia profonda del suo lavoro. «La città è ricca di opere collocate in spazi pubblici o comunque visitabili. Pomodoro giunge a Milano nel 1954 e resta affascinato dalla rete dei canali, che le conferisce il carattere di una vera città d’acqua. Nel corso del tempo, l’artista ha vissuto e lasciato il segno in diversi luoghi milanesi: ricordiamo lo spazio espositivo nella ex fabbrica di bulloni a Rozzano, la sede nel simbolico vicolo dei Lavandai e l’ex fabbrica di turbine Riva & Calzoni di via Solari, inizialmente ambiente ideale per la realizzazione di sculture imponenti, successivamente divenuta un museo della scultura e dell’arte contemporanea, spazio ristrutturato magistralmente dall'architetto Pierluigi Cerri.

Qui ho avuto l’opportunità di lavorare - continua la professoressa Zuccoli - supervisionando per alcuni anni la progettazione delle azioni educative in collaborazione con le scuole: esperienza di grande valore e dal forte impatto innovativo nella concezione della fruizione museale. La sede di via Solari è stata un vero e proprio centro culturale aperto alle esposizioni di grandi autori, per brevità citiamo solo Kounellis, Mulas, Fontana, luogo di concerti, incontri, sperimentazioni educative e didattiche.

Arnaldo Pomodoro ha vissuto intensamente il tessuto sociale e culturale milanese, intrecciando collaborazioni artistiche e supportando l’attività dei giovani scultori, ai quali ha spesso offerto spazi, strumenti e occasioni di confronto.

Consapevole dell’importanza di uno spazio espositivo, aperto al pubblico, dedicato anche alla catalogazione documentale, ha continuato a mantenere uno spazio vivo e propositivo nella sede della Fondazione, in via Vigevano, suo studio di artista, ristrutturato da Vittorio Gregotti».

Un artista amato a livello internazionale, le cui opere sono esposte in numerose città. Nel 2017 Bicocca ha colto l’opportunità di accogliere The Pietrarubbia Group, dopo la mostra antologica a Palazzo Reale nella Sala delle Cariatidi e in piazzetta Reale, celebrativa dei 90 anni dell’artista. «Un risultato reso possibile – osserva Franca Zuccoli – da un grande lavoro in sinergia con tutti gli enti coinvolti e dall’impegno della collega Alessandra Scarazzato che attualmente si occupa della gestione degli eventi istituzionali in Ateneo».

Totem

«Esprimiamo un ringraziamento particolarmente sentito - prosegue Alessandra Scarazzato - alla Fondazione Pomodoro, che con un comodato d’uso ci permette di ospitare The Pietrarubbia Group, nelle persone di Carlotta Montebello, nipote del Maestro e presidente della Fondazione, e di Laura Berra, registrar e responsabile delle collezioni. Un sentito grazie, inoltre, all’area INAP dell’Università, che ha reso possibile la presenza dell’opera qui in Bicocca, ne gestisce la manutenzione, l'illuminazione e l’assicurazione.

Per chi non frequenta abitualmente la piazza, ricordo che l’opera, accompagnata da un totem esplicativo in inglese/italiano e con un impianto di illuminazione pensato per valorizzarla in notturna, è fruibile con la rampa d’accesso. Chiunque desideri scoprirla può salire sulla pedana, sedersi sui gradini e camminare tra gli elementi scultorei realizzati con diversi materiali: bronzo, ferro e acciaio. Negli anni, l’opera ha rappresentato un’occasione preziosa per esperienze di esplorazione artistica per la comunità: dai laboratori dei nostri studenti, alle passeggiate nel quartiere aperte alla cittadinanza. Continua a essere una fonte viva di ispirazione, anche per le attività future».

Pietrarubbia Group

Osservando l’attuale collocazione dell’opera, integrata nel contesto circostante, sembra naturale pensare che sia sempre stata la sua sede originale ma, come rivela Franca Zuccoli, non è così. «È interessante scoprire che le opere d’arte hanno storie proprie, precedenti e successive. Oggi il gruppo scultoreo rappresenta un landmark, una caratteristica imprescindibile dalla piazza, tanto si lega alla sua architettura, ma in realtà non si tratta di un lavoro site-specific. L’ispirazione originale va cercata altrove e si deve al borgo abbandonato di Pietrarubbia nelle Marche, sua terra di origine, che colpì Pomodoro al punto da dare vita al Centro TAM, una scuola dedicata alle tecniche di scultura in metallo.

The Pietrarubbia Group - spiega la professoressa Zuccoli - è un’opera ambientale, da percorrere. Su uno degli elementi che la compongono è inciso un verso tratto dai Mottetti di Eugenio Montale, “Lo sai: debbo riperderti e non posso”. Un insieme evocativo di vari elementi che interseca letteratura, scultura e architettura».

La collocazione in Bicocca, luogo di formazione e ricerca, fu a suo tempo definita con l’architetto Vittorio Gregotti che trovò particolarmente indicata la zona antistante all’ingresso principale dell’Ateneo. «L'architettura gregottiana - conclude Franca Zuccoli - con le sue linee ortogonali, integra l’opera ed entra in dialogo con le sue superfici verticali, in un campus diffuso che continua a trasformare e innovare un quartiere con un passato industriale».

Alessandra Scarazzato ricorda l’incontro con l’artista, intervistato nel suo studio nel 2017 insieme alla collega dell’Ufficio Stampa Maria Antonietta Izzinosa. «Il Maestro Pomodoro spiegava come, secondo la sua visione, le porte non sono barriere, sono transizioni. Parlano di quello che lasci e di quello che puoi trovare oltre; rappresentano uno spazio ben equilibrato e straordinario che ti lascia la possibilità di leggere tutto. Nel suo racconto - ricordano entrambe - emerge il fascino verso Pietrarubbia: un simbolo di rinascita, un luogo che riaffiora come una costruzione della memoria. L’intera installazione non è solo un monumento, ma uno spazio vivo da attraversare, toccare, vivere. Le porte girevoli invitano a riflettere non sul confine, ma sul viaggio interiore tra passato e futuro».


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