Le tradizioni del Natale nel mondo - Bnews Le tradizioni del Natale nel mondo

Mancano ormai pochi giorni al Natale e tra scintillanti alberi addobbati con palline, ghirlande e fiocchi di ogni forma e colore, case allestite con ghirlande luminose, pacchetti di doni con coloratissime carte da regalo, ci stiamo tutti immergendo nell’atmosfera tipica di questo magico periodo dell’anno.

Ma voi sapete come si festeggia il Natale nel resto del mondo e quali sono le tradizioni religiose e culturali legate a questa festività?

Scopriamolo insieme.

Il Messico

Il Messico è un paese con una grande tradizione religiosa, e in tutto il paese infatti le festività natalizie sono davvero molto sentite, e fortemente legate proprio all’aspetto religioso.

Nei giorni che precedono il Natale, dal 16 al 24 dicembre di ogni anno, si tengono le cosiddette posadas, delle vere e proprie processioni e rappresentazioni religiose legate al periodo dell'Avvento. Durano quindi nove giorni e si pensa che il riferimento sia ai nove mesi di gestazione di Maria.

Questa usanza rievoca l’episodio, narrato nel Vangelo secondo Luca (2:1-9), della ricerca di un alloggio (in spagnolo posada) da parte di Maria e Giuseppe durante il loro viaggio verso Betlemme.

Le posadas hanno luogo dopo il crepuscolo e i fedeli in processione seguono un bambino vestito da angelo,insieme ad altri bambini vestiti con abiti color oro e argento.
Terminata la parte strettamente religiosa, le posadas si concludono con una festa popolare.

I festeggiamenti durante le posadas prevedono anche la rottura della cosidetta piñata, una brocca in terracotta, argilla o cartapesta a forma di stella di Betlemme. La piñata viene rotta con un bastone dai bambini bendati e all'interno si trovano caramelle, giocattoli o monete.

Il Giappone

In Giappone il Natale è vissuto come un momento di felicità da vivere con i propri cari, piuttosto che come celebrazione religiosa. Ma negli ultimi anni anche in oriente hanno iniziato a diffondersi alcune tradizioni tipiche dell’occidente, e in particolar modo dell’aspetto più commerciale dei festeggiamenti in stile americano

Babbo Natale, per esempio, viene chiamato dai giapponesi Santa-San (サンタさん), con riferimento appunto a Santa Claus.

«In un paese a stragrande maggioranza scintoista e buddista, in Giappone i cristiani - di varie confessioni - assommano a non più di un paio di milioni su una popolazione complessiva di oltre 125.
Le celebrazioni del Natale con riferimento alla natività di Cristo - afferma il Prof. Luigi Urru, docente di Discipline demoetnoantropologiche dell’Università Bicocca- come sono note e praticate nei paesi europei, risultano dunque pressoché invisibili. Tuttavia, negli ultimi decenni ha preso un certo piede che le coppie o le famiglie la sera della vigilia escano insieme, cenino fuori, e magari si scambino qualche regalo attorno all’albero addobbato. Il giorno dopo, anche per i giapponesi è クリスマス, pronunciato kurisumasu con evidente calco dall’inglese e senza richiami religiosi».

L’Africa

In questo continente così vasto e nel quale convivono diversi e numerosi credi e culture religiose si è sviluppata comunque una tradizione natalizia.

Il Natale viene infatti celebrato in tutta l’Africa dalle comunità cristiane, ma la tradizione religiosa, le usanze culturali e anche la data dei festeggiamenti variano in base alle varie zone del continente.
Sicuramente, la prima differenza che balza all’occhio tra il Natale africano e il nostro è la stagione e il clima, perché nella maggior parte del continente africano il periodo natalizio coincide con l’estate.

Nei paesi dell’Africa centrale il Natale coincide anche con la fine della raccolta del cacao e con il ritorno dei lavoratori dalle piantagioni alle proprie case e alle proprie famiglie.
In Nigeria, nei giorni precedenti il 25 dicembre la tradizione prevede che le ragazze facciano visita nelle varie case della zona, ballando, cantando e suonando i caratteristici tamburi africani. Dal giorno di Natale e nei giorni successivi sono invece gli uomini a ballare,indossando le classiche maschere di legno raffiguranti personaggi della tradizione locale.

Nei paesi africani nei quali si festeggia il Natale, la tradizione prevede che il 25 dicembre nelle case si pranzi con la porta aperta, così che chiunque si possa sentire il benvenuto. E per l’usanza dello scambio dei doni si regalano cibi in abbondanza, come simbolo e augurio di prosperità per il futuro.

Rispetto all’Europa e all’America, l’aspetto commerciale della festa è meno sentito in Africa: qui infatti le festività natalizie sono legate prevalentemente alla celebrazione religiosa della nascita di Gesù.

La Russia

Le celebrazioni del Natale in Russia sono state ripristinate dal 1992, dopo quasi settant'anni di soppressione di questa festività ad opera del governo comunista. La tradizione russa prevede la sera della vigilia, il 24 dicembre, la "Sacra Cena" che consiste in dodici portate. Il riferimento numerico è collegato ai 12 apostoli.

Tra i simboli della tradizione russa c’è la figura del nonno di ghiaccio o Ded Moroz che consegna i doni ai bambini viaggiando su una troika, la tipica slitta decorata e trainata da cavalli. Questo personaggio corrisponde ai vari Santa Claus, Saint Nicholas, Babbo Natale.

L’usanza dello scambio dei doni nel mondo

In tutto il mondo, pur nel rispetto delle diverse culture e tradizioni religiose, si è diffusa quindi l’usanza dello scambio dei doni. E in diversi paesi è strettamente collegata ad alcuni santi e quindi cade in giorni diversi dal Natale.

Il 6 dicembre, giorno di San Nicola da Bari, è festeggiato in molti paesi come la giornata dedicata allo scambio dei regali. In Germania, ad esempio, la tradizione prevede che per questa giornata i bambini espongano le scarpe sui davanzali, aspettando che San Nicola le riempia di caramelle e altri doni.
La tradizione di San Nicola che porta i doni viene festeggiata anche in Trentino Alto-Adige e in Friuli, dove San Nicola è sostituito dalla figura di San Nicolò.

Sempre a proposito di Santi, un’altra figura strettamente collegata alla consegna dei regali è Santa Lucia, che si festeggia il 13 dicembre.
Sono molti i luoghi, soprattutto in Italia, che mantengono viva la tradizione di festeggiare Santa Lucia, unendo l’aspetto religioso a quello più commerciale dei regali.

Spostandosi poi in Gran Bretagna, non possiamo non citare la canzone ormai famosa in tutto il mondo Twelve Days of Christmas (I dodici giorni del Natale) che racconta appunto dei doni che vengono consegnati nei dodici giorni che intercorrono tra il Natale e l’Epifania.

Secondo altre usanze e altre culture, come quella spagnola i doni vengono portati dai Re Magi in occasione della festa dell'Epifania.

A tutte queste usanze e tradizioni si unisce quella diffusa nella maggior parte del mondo, e più legata all’aspetto commerciale, che prevede che doni e regali vengano consegnati da Babbo Natale e lasciati sotto l’albero nella notte tra il 24 e il 25 dicembre.