La mostra “Osservatori del cielo” approda a Monza: continua il viaggio alla scoperta dell’esplorazione spaziale italiana - Bnews La mostra “Osservatori del cielo” approda a Monza: continua il viaggio alla scoperta dell’esplorazione spaziale italiana

La mostra “Osservatori del cielo” approda a Monza: continua il viaggio alla scoperta dell’esplorazione spaziale italiana

La mostra “Osservatori del cielo” approda a Monza: continua il viaggio alla scoperta dell’esplorazione spaziale italiana
Osservatori del cielo

Inaugurazione mostra osservatori del cielo Monza

Inaugurata il 13 ottobre negli spazi dell’edificio U18 - Ygeia di Vedano al Lambro dell’Università di Milano-Bicocca la mostra Osservatori del Cielo. Storie italiane di scienza, tecnologia e persone, un’esposizione gratuita e interattiva che porta il pubblico alla scoperta di alcune grandi imprese spaziali italiane. Un viaggio culturale, umano e scientifico che coinvolge università, industrie e cittadini.

Promossa da MUSA - Multilayered Urban Sustainability Action, Hub di ricerca finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRR, e in collaborazione con Thales Alenia Space Italia, la mostra racconta, con un linguaggio accessibile e coinvolgente, come l’accademia e l’industria aerospaziale italiane contribuiscano con ruoli da protagoniste alle missioni scientifiche per l’osservazione dell’Universo e della Terra.

L’iniziativa è rivolta alla cittadinanza, al mondo accademico, ma in particolare agli studenti delle scuole secondarie e agli universitari: lo scopo è quello di stimolare nuove vocazioni scientifiche e valorizzare le discipline STEM, rendendo la scienza una sfida affascinante e accessibile. La mostra è parte integrante delle attività di citizen science e divulgazione dello Spoke 6 di MUSA.

Ne abbiamo parlato con Mario Zannoni, docente di astrofisica, cosmologia e scienza dello spazio presso il dipartimento di fisica "Giuseppe Occhialini" del nostro ateneo e curatore della mostra, per capire il senso e l’importanza di questo progetto.

Professor Zannoni, qual è l’idea alla base della mostra “Osservatori del Cielo”?

Questa mostra nasce dal desiderio di raccontare al pubblico e in particolare alle nuove generazioni che la ricerca spaziale non è qualcosa di lontano e inaccessibile, ma una realtà viva, dinamica e fatta anche di eccellenze italiane. Abbiamo voluto creare un percorso immersivo e coinvolgente, che racconti come università, industria e istituzioni lavorino insieme per esplorare e comprendere l’Universo.

L’Italia ha un ruolo importante nell’esplorazione spaziale: come emerge questo contributo nel percorso espositivo?

Esposizione Osservatori del cielo Monza

La mostra illustra quattro missioni in cui l’Italia è stata protagonista nell’ideazione, realizzazione e sfruttamento dei dati scientifici.

La prima è la missione PLANCK, una missione “large” di ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, dedicata allo studio della radiazione cosmica di fondo quella che proviene dalle primissime fasi di vita del nostro Universo.

La seconda è Beppo-SAX, una missione di classe media dedicata all’astronomia delle sorgenti a raggi X,realizzata congiuntamente dall’Agenzia Spaziale Italiana e da quella olandese.

La terza, AGILE, è una piccola missione interamente italiana dedicata all’astronomia delle sorgenti di raggi gamma, una radiazione molto più energetica dei raggi X.

L’ultima è, Bepi-Colombo, un’altra grande missione ESA, dedicata allo studio di Mercurio, il pianeta più vicino al sole. A differenza delle altre che sono ormai completate, questa è ancora in corso e i primi risultati scientifici di rilievo sono previsti per il 2026.

Per ognuna di queste missioni è stato realizzato un totem multimediale dedicato che consente al il visitatore di costruirsi un proprio percorso di esplorazione: si può scoprire la sonda, la scienza a cui è dedicata e i risultati ottenuti, navigando tra approfondimenti, filmati,ed animazioni. Ogni sezione si conclude con un contributo video in cui due protagonisti provenienti dal mondo dell’accademia e dell’industria italiana raccontano la propria esperienza e il proprio ruolo nella missione.

A completamento dell’allestimento accanto ai totem sono esposte teche con materiali originali, tra i quali prototipi o veri modelli di volo di alcuni sottosistemi realizzati dall’industria e dagli enti di ricerca italiani, accompagnati da ricche didascalie multimediali che ne spiegano funzioni e contesto scientifico.

La mostra è rivolta in particolare agli studenti: quale messaggio vorreste trasmettere alle nuove generazioni?

Il messaggio principale di questa mostra è che una ragazza o un ragazzo che si apprestino ad intraprendere un percorso universitario, se spinti da una grande passione e dall’intenzione di trasformarla in una professione, hanno davanti a sé l’opportunità di investire nella formazione, lo strumento più potente per realizzare le proprie aspirazioni. La mostra parla in concreto della passione per lo studio del cosmo perché, da una parte è il mio ambito lavorativo e dall’altra perché si tratta di temi capaci di far sognare e catturare l’attenzione del pubblico.

Un obiettivo importante è anche la promozione delle discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) che, pur vivendo un periodo favorevole, necessitano ancora di essere sostenute e valorizzate.Il messaggio è trasversale: studiare, approfondire le proprie competenze e saper fare in prima persona, sono le chiavi per raggiungere il successo e la soddisfazione personale, indipendentemente dall’attività che si sceglie di intraprendere.

L’esperienza proposta è interattiva e accessibile: perché è importante avvicinare la scienza al pubblico in questo modo?

La mia esperienza mi ha insegnato che le persone hanno fame di scienza e di divulgazione. Per questo ritengo che sia importante che i fondi pubblici investiti nella ricerca producano un ritorno non solo di benessere economico, fisico e sociale, ma anche culturale.

Divulgare concetti complessi però è un compito impegnativo. L’approccio scelto per questa mostra, che consente a ciascun visitatore di navigare liberamente nel portale dedicato a ogni missione spaziale, costruendo il proprio percorso con il livello di approfondimento più adatto, rappresenta un modo efficace per disinnescare il senso di inadeguatezza che spesso accompagna i temi scientifici.

Ogni visitatore può scegliere il livello di approfondimento che preferisce, seguendo il proprio ritmo e i propri interessi. C’è chi può godersi un percorso divulgativo, fatto di immagini, animazioni e illustrazioni artistiche che rendono i concetti chiari e coinvolgenti, e chi invece può decidere di esplorare ulteriormente, accedendo a contenuti più tecnici e dettagliati pensati per soddisfare la curiosità e la passione di chi vuole approfondire.

Guardando al futuro, quali sfide e opportunità vede per la ricerca spaziale italiana?

La mostra si conclude con uno sguardo al futuro grazie ad una serie di interviste a protagonisti delle attività in cui la ricerca e l’industria italiana sono oggi impegnate. Si parla delle missioni ATHENA e LISA, ma anche del programma ARTEMIS, che prevede la costruzione di una base lunare dalla quale partiranno le future missioni con equipaggio verso Marte.

Poiché la mostra è ospitata nel campus biomedico si è scelto di affrontare anche le problematiche fisiologiche connesse alla permanenza prolungata nello spazio, in ambienti caratterizzati da gravità ridotta o assente e da radiazioni ionizzanti potenzialmente pericolose. Questi fattori rendono i lunghi viaggi spaziali una sfida sia sul piano tecnologico, sia su quello della salute degli astronauti, richiedendo nuove soluzioni scientifiche e mediche per garantire la sicurezza delle future esplorazioni.


La mostra resterà aperta fino al 19 dicembre 2025 con accesso libero dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00.

A questo link si può scaricare la locandina.