Le incredibili scoperte della chimica esprimono con forza la magia della natura.
(Johann Wolfgang Goethe)
La chimica ha avuto spesso una reputazione negativa presso l’opinione pubblica: magari perché associata all’inquinamento oppure all’idea di prodotti nocivi per l’uomo e l’ambiente. Da anni però si sta affermando una nuova chimica green, attenta alla sostenibilità e soprattutto strumento utile nella soluzione alla crisi climatica ed energetica.
Oggi, con il libro “La nuova chimica del XXI secolo” (ed. Dedalo) - scritto a quattro mani con Vito Capriati, docente di chimica organica dell’Università di Bari - Alessandro Abbotto, docente di chimica organica di Milano-Bicocca, ci aiuta a far luce sul ruolo fondamentale che la chimica si sta ritagliando sempre più, in particolare nel processo di transizione ecologica.
Emergenza climatica e transizione ecologica: quale rapporto?
La società moderna utilizza energia per tre grandi finalità: produrre calore, produrre elettricità e per il trasporto. Purtroppo gran parte di questa energia proviene da combustibili fossili. È chiaro che tutto questo provoca immense emissioni climalteranti, all’origine dell’emergenza climatica. La continua crescita delle emissioni di CO₂ ha portato i vari organismi internazionali tra cui l’Unione europea - in particolare con il Green Deal, il Next Generation EU e con il programma Fit for 55 - a definire dei paletti, cioè dei target a medio (2030) e poi a lungo termine (2050), per arrivare alle emissioni nette zero, cioè alla “neutralità climatica”.
Per fare ciò tutti i settori della società coinvolti - dall’industria, alla ricerca, ai cittadini - sono chiamati a dare un contributo.
Qual è il ruolo della chimica in questo processo di transizione energetica?
La chimica è tra i principali settori che svolgeranno i ruoli chiave in questo processo. La situazione italiana delle industrie chimiche, per quanto riguarda le emissioni di CO₂, come registrato dall’ultimo bollettino di Federchimica, è molto buona poiché son già stati raggiunti, con molti anni di anticipo, gli obiettivi del 2030 definiti dalla Commissione Europea. Quindi l’industria chimica è tra le industrie più green.
L’altro grosso aspetto da tenere in conto è l’utilizzo di materiali “critici”, cioè rari o distribuite solo in certe zone geografiche (ad es. le materie legate all’utilizzo delle rinnovabili oppure per la costruzione delle batterie). La ricerca in questo senso viene molto in aiuto perché sta già sviluppando nuove tecnologie che aggirino il problema delle materie critiche andando verso materiali abbondanti, a basso costo e anche distribuiti in maniera più uniforme nel mondo.
L’altro aspetto è quello dell’utilizzo di processi chimici ad alto impatto – sia dal punto di vista del consumo energetico sia dal punto di vista ambientale. Uno di questi è l’uso di solventi. L’industria chimica per produrre qualsiasi cosa ha bisogno di solventi e, tradizionalmente, i solventi usati sono tossici e volatili. Ormai da diversi anni, la ricerca è impegnata a cercare soluzioni alternative cioè solventi alternativi, tra cui l’acqua. Questa, che in passato veniva considerata un nemico di molti processi, che riduceva l’efficacia o portava addirittura alla degradazione dei materiali, ora, grazie alla ricerca di frontiera, è entrata ad esempio nella sintesi di diversi farmaci, come solvente di scelta del processo produttivo. Quindi abbiamo un solvente abbonante e non tossico. Oltre a questo sono state sviluppate nuove generazioni di solventi green ispirati alla natura: in questi casi, si prende spunto da essa, copiando atteggiamenti virtuosi trasferiti nella produzione industriale.
Vi è infine un altro ambito relativo all’energia solare. Essa resta la soluzione migliore in quanto l’energia solare è abbondante, gratuita e distribuita su tutto il pianeta. Persistono problemi naturalmente perché non è sempre disponibile in modo continuo, per esempio durante le ore notturne. Tuttavia la ricerca chimica ha trovato una soluzione grazie allo sviluppo di batterie di nuova generazione o anche sfruttando l’idrogeno pulito per immagazzinare nel medio-lungo termine la sovrapproduzione da rinnovabili in specifici periodi. L’utilizzo del sole è certamente un passo molto importante nella transizione ecologica e anche nell’emergenza climatica perché vuol dire produrre elettricità in modo pulito, e ora anche economicamente vantaggioso, attraverso il fotovoltaico o l’eolico, oppure produrre combustibili in maniera pulita, come l’idrogeno verde.
La chimica è stata spesso associata a qualcosa di dannoso, di negativo. Ormai da anni la reputazione della chimica però può dirsi rivista…
Assolutamente sì. La ricerca e l’industria chimica hanno da alcuni decenni come caposaldo proprio lo sviluppo sostenibile per l’uomo e per l’ambiente. Quindi lavorano nella direzione green già da tempo. Purtroppo a livello di percezione presso l’opinione pubblica il processo appare più lento: si ricordano più facilmente episodi d’inquinamento e non tanti altri aspetti positivi, che passano in secondo piano. Parafrasando dal titolo del libro, la chimica del XXI secolo è una chimica moderna, nuova, nobile, sostenibile e responsabile, che consente di affrontare le grandi emergenze della società, dall’emergenza climatica alla transizione energetica e alle esigenze di salute e benessere delle popolazioni di tutto il mondo, da quelle più ricche a, soprattutto, quelle più povere.
Cosa ha permesso questa rivalutazione del suo ruolo?
Per una idea nuova della chimica è servita innanzitutto la forte di presa di coscienza generale della ricerca e dell’industria. La chimica è in prima linea, insieme ad altre scienze, nella transizione ecologica. Quindi è fondamentale l’educazione a tutti i livelli, dalla scuola primaria all’università, fino alla formazione di nuovi professionisti. L’attività di divulgazione della chimica inoltre è fondamentale per far sì che entri in settori apparentemente lontani e far comprendere a tutti i cittadini come la chimica può dare risposte, fornire soluzioni e che è tutta intorno a noi, consentendo un progresso scientifico e tecnico e un futuro responsabile e sostenibile per tutti i cittadini del pianeta. La chimica è una scienza nobile a disposizione dei nostri giovani, affinchè possano apprezzarla nei suoi aspetti più preziosi, efficaci, finanche sorprendenti come spiegato prima, per costruire responsabilmente il futuro, per loro e per il pianeta.