Otto feriti, di cui uno grave. Alberi abbattuti. Pali e cartelloni stradali divelti. Disagi alla circolazione. Scuole chiuse per verifiche strutturali. Queste le conseguenze della tromba d’aria che si è abbattuta nella serata di lunedì 12 marzo nel Casertano. "Ogni anno in Italia ci sono almeno 30-40 tornado”, rivela Claudia Pasquero, professoressa associata del dipartimento di Scienze dell'ambiente e della terra all'Università degli Studi di Milano-Bicocca, che ci spiega come si verficano questi fenomeni meteorologici.
Professoressa, che cos'è una tromba d'aria?
E' una struttura a vortice con dei venti molto intensi. Sono i venti più forti che vengono generalmente registrati, di diverse centinaia di chilometri l'ora. Le trombe d'aria hanno dimensioni di qualche decina di metri, anche un centinaio, e hanno una durata cha va da qualche minuto fino a un'ora circa. In questo tempo si spostano di diversi chilometri.
Come si forma?
A partire da condizioni ben specifiche. E' necessario avere un tipo di vento che cambia a seconda della quota di altezza, un vento che a 1-2 chilometri dalla superficie è diverso per intensità o per direzione a quello presente sulla superficie. Il modo più semplice per raffigurarselo è immaginare un grosso tubo dell'acqua di quelli utilizzati per l'irrigazione appoggiato sul terreno. Pensiamo che l'aria stia ruotando al suo interno in modo orizzontale. Se guardiamo la parte superiore del tubo, c'è il vento che va in una certa direzione, se invece osserviamo la parte sotto, quella a contatto con la superficie, il vento va nella direzione opposta. Quindi c'è un vento che cambia con la quota. Immaginiamo ora che questo tubo venga sollevato. Il meccanismo responsabile di questo sollevamento è quello che viene chiamato un'instabilità per convezione, cioè quando l'aria al suolo per qualche motivo diventa più calda dell'aria che sta sopra e per questo tende a risalire. Risalendo solleva questo tubo che da una posizione orizzontale assume una posizione verticale e comincia a ruotare. Questo è sostanzialmente il meccanismo di formazione della tromba d'aria. Quindi le due cause principali sono il vento che cambia con la quota e l'instabilità, cioè l'aria calda che vuole risalire. Due condizioni che si verificano più tipicamente in estate e in autunno.
E' un evento frequente in Italia?
In un lavoro in via di pubblicazione, un collega dell'Isac-Cnr, Mario Marcello Miglietta, parla di 30-40 tornado - le trombe d'aria sono la stessa cosa - all'anno nell'ultimo decennio. Molto spesso nascono sul mare e poi si spostano sulla terraferma. Quindi l'Italia, per posizione e per conformazione topografica è sicuramente favorevole ad avere questo tipo di eventi.
E' un evento prevedibile?
Non si può prevedere il momento esatto in cui si verificherà una tromba d'aria, ma si possono prevedere e monitorare le condizioni favorevoli al suo formarsi. Tanto che in alcuni Stati sono previste procedure di allerta quando queste condizioni si verificano. Così la popolazione può sapere come comportarsi evitando di trovarsi in posizioni troppo esposte. Un lavoro di prevenzione è possibile e va sviluppato. Per portarlo avanti è necessario studiare in maggior dettaglio le trombe d'aria nella nostra regione, quella mediterranea. E' un lavoro che all'Università Bicocca, insieme ai colleghi del Cnr, stiamo mettendo in piedi per ottenere un finanziamento da parte del Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca all'interno del programma Prin, i progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale. Il nostro progetto si chiama Hermes ed è finalizzato allo studio degli eventi meteorologici estremi, precipitazioni e venti particolarmente intensi. Quindi anche delle trombe d'aria e degli uragani.