Cesare De Cal studia informatica all’Università di Milano-Bicocca, è molto giovane ma ha già fatto parlare di sé in numerose occasioni. L’ultima volta (il 4 giugno 2019) è stato citato dal Corriere della Sera insieme a suo fratello Edoardo nell’articolo “I fratelli (milanesi) informatici che «sbancano» il concorso di Apple”
Quando Cesare si è iscritto in università aveva già un curriculum di tutto rispetto, fatto di APP, Hackaton e esperienze in realtà internazionali come Apple, NASA, MIT, Università del Michigan e Università del Maryland. Ora sta svolgendo una internship a Londra, nella sede di Twitter.
Cercando in rete informazioni su di lui, ci si può imbattere in un video del TEDxYouth@Bologna. In quella occasione Cesare dava i suoi consigli per uscire dalla propria comfort zone: Trova la tua passione; Crea qualcosa; Aiuta le persone; Fallo adesso. Concludeva con un provocatorio interrogativo rivolto al pubblico: “qual è la vostra missione nella vita?”. Lo abbiamo contattato per cercare di conoscerlo meglio e come prima curiosità vogliamo rivolgere a lui la stessa domanda.
Quale pensi possa essere la tua missione nella vita? È rimasta la stessa di quando hai iniziato a programmare?
Privando il termine di qualsiasi valenza messianica, credo che dentro di noi ci siano già molte delle risposte che cerchiamo e per farle emergere occorre porsi le domande giuste, ascoltarsi ed ascoltare.
Penso sia veramente importante domandarsi frequentemente se la nostra esistenza risponde alle nostre naturali inclinazioni. Possiamo trovare ricchezza nella diversità e nelle esperienze condivise. Tendo a vivere con intensità il maggior numero possibile di esperienze che siano in sintonia con la curiosità e l’apertura che mi hanno contraddistinto sin da piccolo. Il mio consiglio è quello di essere soprattutto curiosi.
In passato hai sottolineato l’importanza di aver incontrato sul tuo cammino delle persone che ti hanno saputo incuriosire e appassionare. Oggi sei ispirato da qualcuno? Sei consapevole del tuo ruolo di potenziale punto di riferimento per altri ragazzi?
Sono ispirato da chiunque prenda in mano la propria vita, col coraggio e la determinazione di fare cose che arricchiscono (viaggiare, conoscere persone, partecipare a progetti, workshop e programmi Erasmus).
Credo che ognuno possa essere fonte di ispirazione per altri ma occorre esporsi, correre dei rischi, dichiararsi al mondo per le proprie capacità, ambizioni, aspirazioni, debolezze e limiti. Tante persone possono riconoscersi nelle nostre parole e spesso basta una piccola spinta per credere in sé stessi e volare.
Che tipo di lavoro stai svolgendo per Twitter? Puoi darci qualche anticipazione su nuove funzionalità del social di Jack Dorsey?
Lavoro con il team che si occupa di sviluppare nuove funzionalità per la piattaforma. Ho firmato un patto di riservatezza e non fornirò informazioni dettagliate ma posso sicuramente dire che il progetto a cui mi sto dedicando sarà fruito e porterà utilità alla sconfinata platea degli utilizzatori di Twitter.
Ciò che posso affermare a gran voce è il vero piacere di recarmi in ufficio ogni giorno e lavorare con colleghi fantastici, dotati di talento e provenienti da ogni parte del mondo. Mi è stata messa a disposizione la migliore attrezzatura Apple e l’ufficio è in posizione centralissima a Londra. La missione di Twitter è dare una voce ad ogni persona del Mondo e sono veramente grato che mi abbiano dato l’opportunità di poter contribuire a questo. È un’opportunità stupenda ma nel contempo una sfida con me stesso per essere all’altezza delle aspettative di chi mi ha selezionato. Spero di tornare a Twitter una volta finita la laurea in Bicocca.
A distanza di qualche anno dal tuo primo contatto con l’università, che bilancio puoi tracciare di questa esperienza in Bicocca?
Veramente positivo! Finito il liceo scientifico volevo girare il mondo come nomade digitale per molti anni (un progetto che ho tuttora nel cassetto). Non ero convinto di iscrivermi, ero assorbito da una moltitudine di impegni e di passioni e il mio nome cominciava ad avere una qualche attrattività nel mondo del coding.
Poi ho capito che mi occorreva espandere le conoscenze acquisite da autodidatta e attingere da Professori che fossero in grado, con la loro cultura ed esperienza, di dare una “forma” alle tante cose che già sapevo ed alle moltissime che ignoravo.
Sono orgoglioso di essere quasi “in corso”: i miei genitori mi hanno sempre supportato ma si attendono che mi laurei velocemente! Ammettono qualche mese di sforamento perché continuo a sviluppare i miei interessi e le mie passioni.
Chiudiamo con una battuta: tuo fratello Edoardo non ha ancora scelto il suo futuro percorso universitario. Lo indirizzerai verso Piazza dell’Ateneo Nuovo?
Ho avuto occasione di coinvolgere Edoardo in alcuni hackathon a cui ero stato invitato. Lui è riuscito a partecipare e spesso vincere pur essendo il partecipante più giovane. È intelligente ma anche tosto, determinato e con un bel “caratterino” (scusa, Edo)!
I suoi interessi sono molto più interdisciplinari e se Milano-Bicocca proporrà corsi di laurea in grado di coniugare l’informatica con altre materie… Edo sarà sicuramente una nuova matricola!