Il Fotovoltaico, energia pulita per un futuro più sostenibile - Bnews Il Fotovoltaico, energia pulita per un futuro più sostenibile

Il Fotovoltaico, energia pulita per un futuro più sostenibile

Il Fotovoltaico, energia pulita per un futuro più sostenibile
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È un fatto che la sostenibilità ambientale sia un tema che ci riguarda tutti. In questo tempo di emergenza Covid -19, si pongono questioni che portano a rivalutarne la centralità: viviamo una pandemia che ci fa soffermare, per esempio, su come l’uomo e le sue azioni interagiscano con l’ambiente che ci circonda oppure su come l’innovazione tecnologica, importantissima, debba comunque sempre avere in sè un’etica di sviluppo. Tra queste questioni, il rifornimento energetico è senza dubbio un nodo centrale, a livello globale ed europeo, a cui molti enti di ricerca, imprese, università cercano di contribuire con proposte di soluzioni innovative e alternative.
Sulla ricerca nel campo fotovoltaico come alternativa energetica reale, in Bicocca è attivo dal 2010 il Centro Milano Bicocca per lo studio di Materiali, processi e dispositivi per l’energia solare (MIBSOLAR) – centro di ricerca del  Dipartimento di Scienza dei Materiali - che ha da poco aderito alla coalizione “Solar Europe Now”, promossa dall’Institut Photovoltaïque d'Ile-de-France (IPVF) presso i maggiori centri a livello europeo, per sensibilizzare  le istituzioni europee e l’opinione pubblica sui temi dello sviluppo tecnologico in campo fotovoltaico.

Il Centro da quest’anno è diretto da Simona Binetti, professoressa di Chimica fisica, a cui abbiamo chiesto di spiegarci l’attività del MIBSOLAR e le linee di ricerca e sviluppo futuro.

Professoressa, perché un Centro dedicato al fotovoltaico?

Il Centro nasce nel 2010, su iniziativa del Dipartimento di Scienza dei Materiali, per riunire, organizzare e rendere più sinergiche le diverse esperienze di ricerca nel campo dei materiali e dispositivi per la energia solare  già presenti presso l’Università di Milano-Bicocca. Inoltre in quegli anni a livello lombardo era emersa la necessità di creare un centro di tecnologie fotovoltaiche che consentisse di passare da una fase di ricerca, sostanzialmente di laboratorio, puramente accademica a quella di messa a punto di veri e propri dispositivi  con caratteristiche proprie di quello pre-competitivo.  Nel tempo MIBSOLAR ha svolto la missione per la quale era stato pensato partecipando a diversi progetti con gruppi di ricerca nazionali ed internazionali e supportato aziende in progetti industriali sul solare. Da diversi anni è full member del joint program fotovoltaico della European Energy Alliance (EERA) che comprende i più importanti centri di ricerca europei  attivi  nella  “low carbon energy”.

Nasce “Solar Europe now”, coalizione europea tra tutti i centri all’avanguardia sul fotovoltaico. Di cosa si tratta?

Questa coalizione punta a riportare l’attenzione della comunità europea sull’energia solare come fonte di energia rinnovabile principe, tra le poche ad essere in grado di permettere alla Unione Europea di raggiungere gli ambiziosi ma necessari obiettivi del Green Deal europeo (carbon neutrality dell’Europa nel 2050). L’attuale mancanza di slancio finanziario si teme possa ostacolare lo sviluppo del settore, fermare la sovranità industriale dell'UE nelle tecnologie strategiche e limitare l'efficacia dell'UE nel raggiungere la decarbonizzazione in tutto il continente.

Quale ruolo specifico rivestirà MIBSOLAR?

Il Mibsolar contribuirà a questo sviluppo portando avanti, come da sua mission, un’ intensa attività di ricerca e sviluppo su nuovi materiali e celle solari sempre più efficienti attraverso una forte attività sinergica con gli altri centri di ricerca europei ed italiani. In particolare, insieme ad altri centri italiani, sta promuovendo la creazione di una Rete italiana del fotovoltaico, che sia un luogo di collaborazione fra industrie, centri di ricerca e università, volto a definire quali siano le esigenze di ricerca e sviluppo di questa tecnologia per il nostro paese.

Secondo lei, la tematica ambientale ora ha davvero l’occasione per assumere un ruolo centrale?

Certo l’attenzione sul tema è sempre più forte, con l’affermarsi di movimenti in grado di mobilitare contemporaneamente milioni di persone in tutto il mondo, ma la difficoltà risiede nella capacità di coniugare l’attenzione alla ambiente con il necessario sviluppo tecnologico. In questi mesi abbiamo visto come la tecnologia, la scienza, la ricerca medica e la chimica attraverso i sistemi di protezione individuali, i liquidi igienizzati, i materiali sanitari sono stati essenziali per contrastare l’epidemia.
Questo periodo ci sta insegnando anche l’importanza di condividere i risultati delle ricerche, i dati e le informazioni e questo ritengo sia importante anche nell’ambito della ricerca sul solare. Da qui la necessità di fare squadra e network a livello europeo ed italiano. Considerato che circa il 40% delle emissioni di gas serra sono legate alla produzione e uso dell’energia, il riscaldamento globale e l’emissione di CO2 si combattono in primis con una spinta sempre più forte dello sviluppo tecnologico di energie totalmente rinnovabili quali la energia solare.  

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