Il diritto al futuro è sancito dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, in particolare nel sesto articolo, che sottolinea l'importanza di garantire a tutte le bambine e i bambini del mondo il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo. Tuttavia, con le recenti crisi globali, questo diritto appare sempre più minacciato, rendendo necessario un impegno rinnovato di sostenibilità sociale da parte della comunità internazionale. Per affrontare queste sfide, l’ONU ha organizzato il Summit del Futuro, previsto per il 22 e 23 settembre 2024, dove i leader mondiali negozieranno il “Patto per il Futuro”, mirato a definire azioni concrete per attuare l’Agenda 2030.
Il concetto di diritto al futuro può sembrare ovvio, ma è tutt'altro che semplice da realizzare. A metà strada verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, solo il 12% dei target è in via di realizzazione, secondo il rapporto del Segretario Generale dell’ONU del 2023. Questo scenario preoccupante pone interrogativi cruciali su come garantire alle nuove generazioni le opportunità necessarie per sviluppare appieno il loro potenziale umano.
L'educazione e la partecipazione attiva delle bambine sono elementi chiave per costruire un futuro sostenibile e inclusivo. Ne parliamo con Carla Chiara Montà, ricercatrice al dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa" di Milano-Bicocca
Dott.ssa Montà quali sono le principali barriere che impediscono l'accesso a un'educazione di qualità per tutte le bambine nel mondo, e come possono essere superate?
L'educazione è un diritto fondamentale e un mezzo indispensabile per la realizzazione degli altri diritti umani, oltre che per l'empowerment e l'emancipazione, soprattutto di chi vive in condizioni di marginalità e vulnerabilità, come donne e bambine. Tuttavia, esistono numerose barriere che impediscono o limitano l'accesso a un'educazione di qualità. Questi ostacoli, di natura sociale, economica, culturale, politica e infrastrutturale, sono molteplici e interconnessi.
Se pensiamo al nostro contesto nazionale, il numero di donne diplomate e laureate sta crescendo costantemente, rappresentando il 60% circa dei laureati nel paese. Tuttavia, nonostante registrino prestazioni superiori sia in termini di frequenza che di risultati finali, le donne continuano ad affrontare svantaggi significativi nell'ingresso nel mercato del lavoro e nelle retribuzioni. Questo riflette il tradizionale ruolo della donna nella società, storicamente associato alla cura della casa e della famiglia. Questi modelli e stereotipi hanno influenzato per lungo tempo le scelte educative e le opportunità di lavoro per le donne.
Per superare queste barriere è essenziale un approccio integrato che coinvolga governi, organizzazioni internazionali, comunità locali e il settore privato. A tal proposito, gli investimenti del PNRR stanno lavorando in questa direzione. Occorre, anche, di concerto, lavorare sulla proposta educativa, che punti a un’educazione sempre più inclusiva. In tal senso, è essenziale che i docenti siano consapevoli, riflessivi e competenti per svolgere questa importante funzione di promozione della parità di genere.
In che modo il Summit del Futuro potrà influenzare concretamente le politiche globali per garantire il diritto al futuro delle giovani generazioni?
Il “Summit del Futuro” rappresenta un punto di svolta significativo per la cooperazione globale, in quanto mira a realizzare una visione inclusiva e sostenibile del nostro pianeta, attraverso l’adozione di patti e dichiarazioni strategiche che influenzeranno le politiche e le azioni globali negli anni a venire. Il Summit adotterà un approccio inclusivo, coinvolgendo giovani, organizzazioni della società civile, settore privato e accademico per garantire che diverse prospettive e idee siano considerate nella formulazione delle politiche globali. Durante il Summit verrà redatto il “Patto per il Futuro”, la cui bozza è composta da cinque sezioni: sviluppo sostenibile e finanziamento dello sviluppo; pace e sicurezza internazionale; scienza, tecnologia e innovazione e cooperazione digitale; giovani e generazioni future e trasformazioni della governance globale.
I diritti umani e l’empowerment delle donne e delle ragazze saranno una questione trasversalmente affrontata. Un altro elemento chiave del Summit è la “Dichiarazione sulle Generazioni Future” che ha l’obiettivo di incorporare gli interessi delle future generazioni nei processi decisionali attuali. Questa dichiarazione assicura che le azioni odierne non compromettano le opportunità e la qualità della vita delle generazioni future, promuovendo un approccio transgenerazionale alla sostenibilità.
Come possono le istituzioni educative supportare le bambine nel comprendere e affrontare le sfide legate ai futuri probabili, possibili e preferibili?
Alla luce delle trasformazioni socio-economiche, ambientali, digitali, culturali e politiche, è sempre più evidente l'importanza di un'educazione che insegni ad affrontare il cambiamento. Questo richiede l'adozione di nuovi paradigmi di pensiero, come quello ecologico, per comprendere la complessità e immaginare futuri alternativi e sostenibili.
Quando pensiamo a come potrebbe essere il futuro, la maggior parte di noi lo fa basandosi sul proprio passato: ciò che conosciamo e che abbiamo sperimentato. Il ruolo delle istituzioni educative, risiede nel creare spazi in cui le giovani generazioni possano coltivare la propria immaginazione per pensare a un futuro, in un’ottica transgenerazionale, che va ben oltre a quello che già conosciamo. È fondamentale, quindi, introdurre percorsi che insegnino a pensare al futuro in modo critico, sviluppando abilità di previsione, incoraggiando la creatività e l'innovazione, anche digitale. Per quanto riguarda le bambine nello specifico, è fondamentale promuovere l'accesso a corsi di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, settori cruciali per comprendere e modellare il futuro. Non bisogna però dimenticare che le competenze critiche, di problem solving, di discernimento e scelta vengono promosse anche dalle scienze umane e sociali e, in generale, dalla cultura umanistica e artistica, e come sia piuttosto un approccio interdisciplinare a rinforzarle.
Come possono le bambine essere coinvolte attivamente nella costruzione del “Patto per il Futuro” e quali benefici potrebbe portare la loro partecipazione?
Oggi possediamo le conoscenze e le risorse necessarie per mantenere la promessa dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e costruire il “Patto per il Futuro”. Tuttavia, i cambiamenti trasformativi necessari richiedono il coinvolgimento e il contributo di un’ampia gamma di attori. Nello specifico, le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi possono giocare un ruolo fondamentale per porre nuovi interrogativi e trovare soluzioni ai bisogni più urgenti che stiamo affrontando. Come futuri custodi del pianeta sono anche quelli che rischiano di perdere di più se non invertiamo la rotta. Le giovani generazioni dimostrano infatti preoccupazione per il futuro ed è compito delle istituzioni educative supportarle nel pensare in modo prospettico e innovativo. Negli ultimi anni i bambini e i giovani sono diventati una forza trainante per il cambiamento sociale lottando per il clima, l’uguaglianza di genere e chiedendo giustizia sociale e dignità per tutte e tutti. Dalla prospettiva delle bambine, che spesso si sviluppa lungo i margini, possono emergere riflessioni, connessioni e idee inedite.
A tal proposito, mi viene in mente la storia della scrittrice statunitense Octavia Estelle Butler. Una delle ragioni per cui ha iniziato a scrivere romanzi fantascientifici è che quando leggeva le storie sul futuro, redatte da uomini e con protagonisti maschili, non riusciva mai a immedesimarsi. Così ha deciso di includere se stessa all’interno delle storie, all’interno del futuro. Il mio auspicio per la costruzione del “Patto per il Futuro” è che includa le bambine di oggi e di domani, le future generazioni. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario creare opportunità informative e formative, occasioni di consultazione e un reale coinvolgimento nella redazione delle strategie, nella loro diffusione e implementazione.