Gli incendi di Los Angeles: quando il cambiamento climatico alimenta le fiamme - Bnews Gli incendi di Los Angeles: quando il cambiamento climatico alimenta le fiamme

Gli incendi di Los Angeles: quando il cambiamento climatico alimenta le fiamme

Gli incendi di Los Angeles: quando il cambiamento climatico alimenta le fiamme
incendi

Los Angeles brucia. Ancora una volta, le immagini di intere colline avvolte dalle fiamme e di famiglie costrette a lasciare le proprie case fanno il giro del mondo, ricordandoci che gli incendi in California sono diventati una tragica normalità. Ma dietro a questi eventi non ci sono solo cause naturali, a favorire la frequenza e l’intensità di questi disastri ci sono anche il cambiamento climatico, la gestione del territorio e l’impatto delle attività umane. Ne abbiamo parlato con il Professor Andrea Giuliacci, climatologo e docente di fisica dell’atmosfera presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra DISAT del nostro ateneo, per comprendere meglio i meccanismi di questa crisi e le azioni necessarie per prevenirla.

Professor Giuliacci, quali sono le principali cause che rendono la California, e in particolare Los Angeles, così vulnerabile agli incendi?

La vulnerabilità della California agli incendi non è intrinseca, ma è determinata da una combinazione di fattori climatici, geografici e antropici.

Il clima mediterraneo della regione, caratterizzato da estati calde e secche, crea condizioni già di per sé ideali per la propagazione degli incendi, ma c’è stato oltretutto un paradosso climatico: il nord della California ha ricevuto piogge abbondanti, mentre il sud ha vissuto un periodo di forte siccità, con autunno e inverno quasi completamente asciutti.

A peggiorare la situazione si sono aggiunti i venti di Santa Ana, simili ai nostri venti di föhn. Questi venti intensi scaricano l’umidità oltre le montagne e l’aria asciutta alimenta le fiamme in modo significativo. Non è solo il vento in sé a causare problemi, ma anche la combinazione di eventi climatici specifici di questi giorni, l'aumento delle temperature e la maggiore frequenza di periodi di siccità prolungata hanno contribuito a rendere la vegetazione ancora più secca e infiammabile.

A questi elementi naturali si aggiungono fattori antropici significativi. La crescente urbanizzazione in aree ad alto rischio ha aumentato l’esposizione delle comunità agli incendi.

In California, la gestione del territorio contribuisce a peggiorare la situazione: in particolare, la manutenzione inadeguata delle aree boschive ha portato all'accumulo di materiale combustibile, aumentando il rischio e l'intensità degli incendi. La costruzione di abitazioni in legno, comune in molte zone della California, ha ulteriormente esacerbato il problema, poiché queste strutture sono altamente infiammabili e più suscettibili ai danni causati dal fuoco.

Anche i climatologi americani attribuiscono la responsabilità della grave situazione a questa concomitanza di fattori.

In che modo il cambiamento climatico sta influenzando la frequenza e l’intensità di questi incendi?

Come in altre parti del mondo, il cambiamento climatico sta estremizzando le condizioni meteorologiche, alternando periodi di piogge intense a lunghi periodi di siccità. È più facile che si verifichino fenomeni irregolari: ad esempio, tra il 2022 e il 2024 in Italia settentrionale è caduta la quantità di pioggia che ci si aspetta in tre anni, ma in modo estremamente squilibrato. Nel 2022 c’era stata una preoccupante scarsità di piogge, mentre nel 2024 abbiamo avuto il 50% in più di precipitazioni annuali, concentrato in pochi mesi.

Inoltre, data la caratteristica principale del cambiamento climatico, ossia l'aumento delle temperature, inevitabilmente si sottrae maggiore umidità al territorio, sia in termini di evaporazione diretta dal terreno, sia attraverso il processo di evapotraspirazione, mediante il quale le piante rilasciano vapore acqueo nell'atmosfera. Va da sé che, con la riduzione ulteriore dell'umidità nel terreno e nelle piante, tutto diventi più infiammabile.

Quali sono le principali conseguenze ambientali e sanitarie derivanti da incendi di tale portata?

Gli incendi distruggono interi ecosistemi e habitat, con una perdita significativa di biodiversità. Enormi aree boschive, che ospitano numerose specie animali, vengono ridotte in cenere. Anche se la California è uno degli stati più industrializzati, in contesti meno sviluppati questi eventi potrebbero avere conseguenze sanitarie drammatiche. Quando le infrastrutture di base vengono distrutte, la popolazione è costretta a vivere in condizioni precarie, e aumenta il rischio di malattie.

Dal punto di vista sanitario, anche in California, l’aria ricca di particelle sottili e fumo ha un impatto sulla salute delle persone, in particolare di quelle più vulnerabili. Tuttavia, grazie alle infrastrutture e alle capacità di gestione emergenziale dello stato, il numero di vittime dirette è stato contenuto rispetto alla gravità dell’evento.

Quali strategie potrebbero essere adottate per prevenire o mitigare l’impatto di tali incendi in futuro?

Prevenire è possibile, ma richiede un approccio integrato. Innanzitutto, una corretta manutenzione del territorio è essenziale. Un territorio ben gestito è meno vulnerabile agli incendi: bisogna procedere alla rimozione controllata della vegetazione secca e alla creazione di zone cuscinetto attorno alle aree urbane per bloccare il fronte del fuoco.

È necessario anche potenziare le infrastrutture emergenziali, investendo in squadre operative e mezzi, tuttavia, persino in California ci sono state polemiche per il taglio dei fondi destinati alla prevenzione degli incendi.

Un’altra risorsa fondamentale è l’acqua, una risorsa cruciale che deve essere gestita secondo determinate priorità. Il suo utilizzo dovrebbe essere regolamentato a livello legale per garantire che, in caso di siccità, venga destinata prima di tutto a usi essenziali. Come già accade in alcune città italiane, potrebbe essere utile chiudere le fontane pubbliche o limitare riempimenti di piscine private.

Infine, la prevenzione passa anche attraverso scelte individuali e collettive più responsabili: l’uomo, con le sue azioni e decisioni, ha un ruolo determinante nel ridurre i rischi e limitare i danni degli incendi.