Funghi e lieviti: dalla ricerca di frontiera alla vita quotidiana - Bnews Funghi e lieviti: dalla ricerca di frontiera alla vita quotidiana

Funghi e lieviti: dalla ricerca di frontiera alla vita quotidiana

Funghi e lieviti: dalla ricerca di frontiera alla vita quotidiana
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I recenti progressi nei campi della genomica comparativa e funzionale, della biologia sintetica e di sistema, dell’ingegneria metabolica ed evolutiva hanno portato a sviluppi entusiasmanti nel settore biotecnologico, alimentare, delle bevande e dell’industria farmaceutica. Per approfondire alcuni degli aspetti di frontiera legati alla ricerca e all’innovazione in questi settori, dal 24 al 27 giugno l’Università di Milano-Bicocca ospiterà il settimo Congresso sulla Fisiologia dei lieviti e dei funghi filamentosi, organizzato da Paola Branduardi, professoressa di Chimica e Biotecnologia delle fermentazioni, e dalla dottoressa Francesca Martani in collaborazione con la European Federation of Biotechnology (EFB), il professor John Morrissey dello University College di Cork e la dottoressa Ileana Vigentini dell’Università degli Studi di Milano. L’obiettivo della 7th Conference on Physiology of Yeasts & Filamentous Fungi (PYFF7) è quello di riunire una nutrita coorte interdisciplinare di ricercatori provenienti dal mondo accademico e industriale, in tutte le fasi della loro carriera, che condividano un forte interesse per gli aspetti applicati e di base della fisiologia dei lieviti e dei funghi filamentosi (http://www.efbiotechnology.org/pyff/).

Professoressa Branduardi, perché è particolarmente importante oggi occuparsi della ricerca di base e applicata sulla fisiologia dei lieviti e dei funghi filamentosi?

Siamo in un momento storico di rivoluzione, in cui è chiara la necessità di transitare da un’economia lineare ad una circolare, dove le risorse del pianeta possano rientrare in un pool di scambio senza depauperare i giacimenti e minimizzando gli impatti sull’ambiente. I microrganismi, e tra questi i funghi e i lieviti, operano in questo modo da 2-3 miliardi di anni: ne conosciamo ancora una minima parte e hanno tantissimo da insegnarci, basta essere curiosi e ben attrezzati. Il confine tra ricerca fondamentale ed applicata è per certi versi vago, perché l’una alimenta e abbraccia l’altra con un ulteriore elemento di modernità rappresentato dall’attenzione per le ricadute sociali.

Potrebbe citare qualche filone di ricerca che ritiene di particolare interesse?

Lieviti e funghi possono essere utilizzati per le loro capacità metaboliche: spesso li definiamo cell factories, ovvero fabbriche cellulari. La sfida è quella di ottimizzare le loro capacità naturali in modo da sviluppare biotrasformazioni che possano competere con i tradizionali processi petrolchimici in un contesto che definiamo di bioraffineria, che virtuosamente vuole trasformare residui di altre lavorazioni in nuovi prodotti. È qui che si innescano i principi della biologia sintetica, che ci permette di applicare l’approccio dell’ingegneria alla complessità della biologia senza perderne la meraviglia e le peculiarità. La nuova frontiera è la costruzione di comunità microbiche sintetiche: in parole semplici si tratta di imparare dalla natura, dove l’unione fra diversità fa la forza, ed applicare lo stesso principio per ottimizzare rese e produzioni in condizioni industriali di processo.

Che impatto hanno gli studi su questi argomenti apparentemente così specialistici sulla nostra vita quotidiana?

Lieviti e funghi con il loro metabolismo possono produrre molecole da cui è possibile ricavare biomateriali anche biodegradabili, profumi, aromi, vitamine, carburanti, nuovi cibi e bevande fermentate, per espandere sia il nostro mondo di oggetti che la nostra tavola… Non solo, le comunità microbiche di funghi e lieviti possono anche aiutarci a far crescere meglio le piante e conoscere nel dettaglio cosa succede nel nostro intestino. Infine, studiare le loro peculiarità può permetterci di sviluppare nuovi farmaci, nel caso alcuni “ospiti” siano patogeni.

Nell’ambito del congresso sono previsti momenti, percorsi formativi e facilitazioni per i ricercatori più giovani?

Grazie all’alternanza fra presentazioni orali, discussioni, sessioni poster e momenti conviviali, i divari generazionali si annullano e ai giovani ricercatori viene data la possibilità di confrontarsi con i “giganti” sulle spalle dei quali vogliono continuare il loro cammino. Le presentazioni poster così come i talk brevi costituiscono un primo banco di prova e una vetrina di rilievo. Inoltre, come organizzatori teniamo particolarmente alla formazione e al tutoraggio e per questo ci sarà una giornata dedicata specificamente a training and teaching, con un focus su progetti internazionali di dottorato quali gli Innovative Training Networks Marie Skłodowska-Curie. Infine, vorrei sottolineare il fatto che i costi di iscrizione per i giovani ricercatori sono più contenuti e che è prevista la possibilità di accedere a borse a parziale copertura dei costi (grant per la partecipazione al congresso).

Per concludere, potrebbe spiegare in sintesi quali sono gli obiettivi della “7th Conference on Physiology of Yeasts & Filamentous Fungi”?

Il congresso sarà l’occasione per uno scambio di informazioni sugli argomenti di frontiera affrontati dai diversi laboratori. Il vantaggio rispetto a una fredda lettura che possiamo fare da soli è che i protagonisti delle ricerche hanno la possibilità di far appassionare il pubblico ai temi a loro più cari, spiegando le motivazioni profonde che li muovono e le ultime scoperte. Considerando che viviamo un’epoca in cui siamo sommersi da informazioni, il rischio è che tutto sia messo sullo stesso piano; quando invece abbiamo la fortuna di incontrare di persona i protagonisti delle ricerche ed entrare a contatto con la loro visione, tutto acquista un altro colore ed emerge. Il congresso permette scambi di questo tipo sia durante i momenti delle presentazioni, nei quali le domande dal pubblico promuovono dibattiti fruttuosi, sia durante i momenti conviviali, dal coffee break agli aperitivi alla cena sociale. L’Università degli Studi di Milano-Bicocca offre un contesto eccezionale per ospitare un’iniziativa di questo genere e sono convinta che possa accogliere nel migliore dei modi i ricercatori che arriveranno dalla maggior parte delle nazioni europee, con importanti contributi anche dagli altri continenti.