Nel panorama sempre più complesso del mondo del lavoro, l'occupabilità sostenibile emerge come un concetto cruciale e attuale, richiamando l'attenzione su teorie e pratiche che tengano in considerazione il mantenimento della salute dei lavoratori, l’espressione di valori personali e collettivi e, simultaneamente, la prosperità delle organizzazioni nel lungo periodo.
La tesi della dott.ssa Eleonora Picco, ex-dottoranda presso il Bicocca Center for Applied Psychology (BiCApP), ora assegnista di ricerca del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca e vincitrice del Premio ESG Challenge Iren 2024, si inserisce in questo contesto di crescente necessità di modelli di lavoro più sostenibili.
Le abbiamo chiesto di raccontarci come teoria e pratica possano convergere verso un futuro lavorativo che unisca efficienza organizzativa e benessere individuale.
Dottoressa Picco, quali sono i principali risultati emersi dalla sua indagine sugli interventi per promuovere l'occupabilità sostenibile, e come possono influenzare la vita lavorativa di tutti noi?
L’indagine è partita dalla riflessione sull’instabilità e le molteplici tensioni che caratterizzano oggigiorno la nostra società e il mondo del lavoro. Come conseguenza, sempre più persone manifestano il desiderio e l’esigenza di modalità di vivere e lavorare più autentiche. In questo contesto, incoraggiare un’occupazione dignitosa per tutti è certamente un obiettivo globale. Gli approcci più recenti alla sfida della sostenibilità del lavoro sottolineano come contino moltissimo le opportunità che sono realmente offerte sul posto di lavoro. In particolare, abbiamo riscontrato come, tra le imprese, sia crescente la consapevolezza della necessità di sforzi organizzativi finalizzati allo sviluppo di opportunità fondamentali, quali preservare salute e benessere e allo stesso tempo massimizzare le performance e riconoscere l’operato di ciascuno.
Tuttavia, i modelli di riferimento e le modalità concrete di azione, in ottica di lungo periodo, sono ancora in via di definizione. Nel complesso, gli interventi organizzativi che hanno tenuto in conto allo stesso tempo di più di un aspetto centrale per l’occupabilità sostenibile — dalla salute alla produttività, dallo sviluppo di competenze alla condivisione di valori — sono risultati più efficaci. Quindi, nel condurre interventi per l’occupabilità sostenibile, è necessario adottare un approccio integrato, che dia particolare rilevanza agli aspetti di valorizzazione e riconoscimento del lavoro, attraverso l’incoraggiamento di formazione, aspirazioni e potenzialità delle persone.
Quali sono le sfide e le opportunità emerse?
Per le imprese, favorire l’occupabilità sostenibile è senz’altro una grande opportunità di trasformazione sostenibile e rafforzamento di un impegno sociale, non solo rivolto alla catena di fornitura e alla comunità locale, ma anche alle persone all’interno dell’azienda. In prospettiva futura, si profila per le imprese un’importante opportunità di cambiamento e innovazione in termini di qualità dei luoghi di lavoro. Una delle maggiori sfide sta nel promuovere una più ampia partecipazione dei lavoratori, che possano sentirsi così in grado di contribuire al miglioramento del proprio contesto lavorativo. Per questo, sono necessari processi inclusivi e di coinvolgimento attivo, che integrino e incontrino i bisogni e le richieste delle persone e le esigenze delle organizzazioni. Le politiche, le pratiche e i processi di lavoro andrebbero pertanto pensati o ripensati alla luce di una simile prospettiva.
La sua tesi esplora anche l'impatto della tecnologia, in particolare la robotica collaborativa: quali sono le implicazioni per i lavoratori?
Parte del lavoro di tesi ha visto la collaborazione con il Dipartimento di Industrial Engineering & Innovation Sciences di Eindhoven University of Technology, con l’obiettivo di calarsi nei contesti che si avvalgono di tecnologia avanzate, come la robotica collaborativa, e individuare strategie di sviluppo di occupabilità sostenibile. Dato che i cobots sono tecnologie che possono essere usate in operazioni di collaborazione diretta tra macchina e operatore all’interno dello stesso spazio di lavoro, una delle questioni critiche consiste nel tutelare la persona dai possibili rischi di utilizzo non sostenibile.
Tra questi, rischi di sicurezza, fatica o frustrazione che possono danneggiare la performance dell’interazione. Sulla scia di altri colleghi prima di noi, abbiamo riscontrato come, per un utilizzo di successo della robotica collaborativa, un approccio centrato sulla persona che adatti la tecnologia al lavoratore sia essenziale. In particolare, all’interno di un contesto manifatturiero che aveva recentemente implementato la robotica collaborativa in alcuni processi di lavoro abbiamo notato come adeguate politiche, incentrate sullo sviluppo di opportunità di promozione del benessere, accettazione della tecnologia e condizioni facilitanti l’uso della tecnologia, sono risultate particolarmente apprezzabili.
È risultata tra i vincitori del Premio ESG Challenge Iren 2024: cosa rappresenta per lei questo riconoscimento e quali saranno le prossime tappe per diffondere ulteriormente i risultati della sua ricerca?
Il premio di Iren rappresenta, in primo luogo, un forte riconoscimento alla professionalità dello psicologo del lavoro, che è uno degli attori cardinali da coinvolgere quando si tratta di sostenibilità del lavoro e, in secondo luogo, una manifestazione importante di interesse per la tematica. Una delle prossime tappe di diffusione e ampliamento del lavoro svolto finora si avvale della collaborazione con il Dipartimento di Economia Aziendale di Roma Tre e del Dipartimento di Medicina, Epidemiologia e Igiene del lavoro e Ambientale di INAIL, quest’ultimo coinvolto già nel progetto di dottorato.
La sperimentazione pilota svolta in una piccola media impresa manifatturiera finalizzata a migliorare le performance di occupabilità sostenibile, ci ha portato a voler ampliare il percorso ad altre PMI manifatturiere del contesto italiano. Il progetto attuale di “Assessment partecipativo della sostenibilità sociale per favorire la salute e la sicurezza sul lavoro nelle PMI” (Bando Bric 2022 finanziato dall’INAIL – ID 29), ha l’obiettivo di affinare il processo di valutazione dell’occupabilità sostenibile, e di favorire la sostenibilità sociale delle imprese, attraverso il miglioramento dei processi di lavoro. Sarà fondamentale individuare come la tutela della salute e della sicurezza del lavoro si integri con le strategie di sviluppo sostenibile di ciascuna impresa. L’auspicio è quello di creare nuove conoscenze su come le PMI possano approcciare il tema della sostenibilità, valorizzando al massimo il loro capitale umano.
Un numero selezionato di imprese potrà partecipare gratuitamente al ciclo pilota del progetto.